Proteggere il paziente dalle malattie con una diagnosi sollecita e cure risolutive o palliative oppure offrire un’alternativa a interventi più invasivi: questi sono gli obiettivi prioritari del nuovo Reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva del Santa Maria Nuova che sarà inaugurato sabato 6 maggio alle ore 10 e aperto alla cittadinanza dalle 14 alle 18 della stessa giornata. Nella occasione saranno possibili visite guidate in compagnia del personale del reparto e sarà offerta una performance musicale del Maestro Andrea Griminelli.

Il reparto è l’ultimo in ordine di tempo a trovare posto al CORE – il Centro Oncologico ed Ematologico inaugurato nel giugno 2016 – e ne condivide appieno la modalità di accoglienza a misura di persona.

I 1.550 metri quadrati occupati al piano terra ospitano cinque sale per esami endoscopici, una delle quali c.d. “ibrida” dotata di angiografo digitale robotizzato, e diversi ambulatori. Ispirati ai più avanzati modelli tecnologici e progettati per essere funzionali ai flussi di attività, in essi è prevista la separazione tra accessi di pazienti interni ed esterni.

Un’area centrale con 15 postazioni e diversi spogliatoi è stata pensata per l’accoglienza, la preparazione e il risveglio dei pazienti. Questa è destinata a offrire comfort a coloro che affrontano le procedure e ad ottimizzare i tempi di funzionamento delle sale endoscopiche, rendendo possibile il monitoraggio centralizzato nella fase precedente e successiva all’esame. Ad essa si accede dopo avere attraversato uno spazio di attesa con 15 comode poltrone, abbellito dal grande trittico “Conversazioni” donato dall’artista Davide Benati. Grazie a una donazione del Credito Cooperativo Reggiano, inoltre, una parte della sala è dedicata ai bambini che devono essere sottoposti a procedura e offre un ambiente ludico nel quale sperimentare nuovi giochi insieme al personale del reparto.

Il reparto è dotato di un’area per la processazione degli endoscopi il cui percorso è costantemente tracciato e rimane associato alla cartella clinica del paziente.

Al valore di 3,7 milioni della complessiva dotazione tecnologica del nuovo reparto, una parte della quale proviene dalla precedente sede, hanno contribuito in modo significativo la Fondazione Manodori e Apro Onlus donando rispettivamente 800mila e 200mila euro per l’angiografo digitale Discovery del valore di 1 milione di euro. Apro ha offerto, in aggiunta, un contributo di 300mila euro per l’allestimento dell’innovativa sala di preparazione e risveglio dei pazienti.

L’attività del reparto, che conta oltre 30 operatori, 8 dei quali sono medici ed è diretto dal dott Romano Sassatelli, nel 2016 ha visto erogare 11mila prestazioni ambulatoriali (il 63% per esterni, le altre per interni), ricoverare in degenza ordinaria 453 pazienti e in day hospital 128, con il 53% di casistica oncologica.

“Il reparto offre diagnosi e terapie che pochi anni fa non erano pensabili insieme alla qualità della relazione con il paziente che riceve le informazioni necessarie a comprendere vantaggi e criticità della metodica proposta insieme a cure e percorsi terapeutici migliori. Lo staff è pronto a intervenire in condizioni di urgenza o di emergenza. Per questo nella nuova struttura l’accesso al servizio sarà organizzato in modo da garantire efficacia, efficienza, sicurezza complessiva e, in particolare, microbiologica, assicurando la tracciabilità del percorso di ogni singolo paziente”, spiega Romano Sassatelli.

“Curare il paziente significa anche prendersi carico della sua specificità. Oggi la sfida dell’Endoscopia consiste nell’affrontare uno scenario complesso, dedicandosi a persone molto diverse, a volte particolarmente fragili a causa di disabilità o neoplasie, oppure già gravate da patologie compresenti. Il nuovo reparto è chiamato a offrire il massimo dell’accoglienza in tutte le situazioni in cui l’assistito spera di ricevere prestazioni sempre migliori e meno invasive”  dichiara direttore sanitario Giorgio Mazzi.

“Ancora una volta possiamo essere orgogliosi dei risultati ottenuti dal nostro Arcispedale. – ha aggiunto Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori – Innovazione, ricerca e attenzione al paziente che la Fondazione Manodori ha contribuito ad incrementare, sostenendo progetti pluriennali per l’installazione di attrezzature di elevata tecnologia per la diagnosi e la cura, come l’angiografo digitale robotizzato per una sala ‘ibrida’ nel reparto che sarà inaugurato sabato e, di recente, l’Acceleratore Lineare per la Radioterapia. La Fondazione ha inoltre affiancato l’Azienda Ospedaliere per far nascere il CoRe, un servizio fondamentale e di assoluta rilevanza per la nostra comunità e punto di riferimento a livello nazionale”.

“È un grande onore per noi di Apro Onlus avere partecipato in modo fattivo a questa grandissima realizzazione in una struttura realmente innovativa e al passo con i tempi” ha dichiarato Giovanni Fornaciari presidente di Apro Onlus “sia perché rappresenta lo sforzo di tantissimi nostri volontari e sostenitori che ci hanno aiutato nella campagna Io mi impegno” sia perché rappresenta il coronamento di un sogno iniziato dal nostro fondatore e presidente onorario Giuliano Bedogni”.

Nel panorama italiano l’endoscopia di Reggio Emilia ha una posizione di tutto rilievo avendo mosso i primissimi passi già dagli anni ’80 con assoluto anticipo rispetto ad altre realtà nazionali e avendo sempre rappresentato un riferimento nella formazione dei professionisti”.

“Per ottenere questi risultati sono necessari approcci organizzativi integrati, tecnologie all’avanguardia e spazi adeguati, ma soprattutto persone che assistano, curino e rispettino chi si rivolge con fiducia all’ospedale Santa Maria Nuova. Nella loro professionalità e umanità si concretizza l’ispirazione della nuova Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Reggio Emilia” conclude il Direttore generale Fausto Nicolini

L’innovazione tecnologica nel nuovo reparto del CORE

Le quattro sale operative a minore impatto tecnologico e a maggiore turnover sono poste centralmente e allineate all’ampia zona di preparazione e risveglio dei apzienti. Ogni postazione ha strumenti di monitoraggio utili a garantire un adeguato recupero dopo l’esecuzione della procedura in sedazione. Due sale operative sono dotate di pensile anestesiologico: una è interamente dedicata alla diagnostica e all’attività operativa eco-endoscopica, l’altra supporterà l’attività operativa avanzata del tubo digerente e l’attività in urgenza.

In tutte è ridotto al minimo l’ingombro a pavimento delle apparecchiature fisse e mobili a favore di un ottimale impiego degli spazi e dei tempi. La gestione dell’attività è completamente informatizzata, rendendo possibile da ciascuna sala accedere alla totalità dei programmi applicativi clinici e gestionali in dotazione all’Azienda.

La quinta sala, più ampia, è denominata “ibrida” in quanto sarà utilizzata da specialità diverse. Essa rappresenta una delle principali innovazioni tecnologiche del reparto, ponendosi quale elemento unificante per approcci poco invasivi e multidisciplinari a diverse patologie, sia programmate che in emergenza urgenza.

Alla dotazione tecnologica per l’attività videoendoscopica si aggiunge l’angiografo digitale robotizzato di ultima generazione modello Discovery IGS 740 prodotto da General Electric. L’apparecchiatura si distingue per la sua capacità di acquisizione, trasformazione e trasmissione di immagini radiografiche digitali e per la navigazione tridimensionale.

Le caratteristiche che rendono il Discovery innovativo rispetto ai tradizionali angiografi sono: integrazione di imaging, grande mobilità, migliore possibilità di movimento intorno al paziente, largo campo visivo per operare su ampie parti del corpo.

L’angiografo consentirà la messa a punto di nuove procedure e tecniche in ambito endoscopico-digestivo insieme a un utilizzo multidisciplinare della sala che sarà fruita anche dagli specialisti di Radiologia interventistica, Neurochirurgia e Chirurgia vascolare.

L’apparecchiatura angiografica ha il valore di 1 milione di euro ed è stata donata da Fondazione Manodori e  APRO Onlus.

Un ruolo importante riveste la sezione dedicata alla riprocessazione degli strumenti endoscopici, progettata per mantenere la separazione fisica tra gli ambienti sporco e pulito.

Tra i primi in Italia con questo criterio progettuale in ambito dei servizi di endoscopia, il settore prevede n.8 lavaendoscopi intercomunicanti. Gli strumenti endoscopici oggetto di alta disinfezione ed in attesa di utilizzo sono stoccati in armadi ventilati conformi alle ultime normative di sicurezza. Tutte le fasi sono controllate da un sistema di gestione informatizza che consente la completa tracciabilità e rintracciabilità della strumentazione e il collegamento alla cartella clinica del reparto.

 

Il CORE: centro oncologico ed ematologico di Reggio Emilia

Il CORE è un luogo di ricerca di alta specialità finalizzato alla diagnosi e al trattamento dei tumori, che rappresentano circa il 20% della casistica trattata dalla Azienda Ospedaliera IRCCS Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Progettato per la migliore presa in carico globale del paziente, il CORE è un padiglione accogliente, spazioso e moderno, in cui la grande professionalità dei medici si affianca alle migliori tecnologie.

All’interno dei reparti prende forma una nuova organizzazione dei servizi e dei percorsi dei pazienti, ispirata alla continuità assistenziale e a una forte connessione tra ospedale e territorio. Nel nuovo padiglione verranno erogate prestazioni diagnostiche e terapeutiche tese ad offrire ai malati oncologici non solo la sopravvivenza – ambito in cui la medicina ha raggiunto progressi considerevoli – ma anche un sostegno reale nelle necessità che conseguono all’evento patologico e ai suoi trattamenti terapeutici, spesso assai impegnativi. Spazi adeguati e attese confortevoli stimolano un rinforzo di speranza nelle cure stesse e possono indurre i pazienti e i familiari a valutazioni più serene sulle prospettive future.

 

Nuovi modelli e approcci assistenziali

Il CORE rappresenta l’occasione per realizzare nuovi modelli organizzativi dedicati al paziente oncologico ed ematologico, in spazi adeguati a un moderno contesto di degenza ospedaliera, corredati delle più moderne tecnologie e competenze.

 

Le caratteristiche del CORE: una risposta a 360°

Per venire incontro ai bisogni del paziente oncologico, nello stesso edificio sono state concentrate la maggior parte delle discipline e professioni coinvolte nell’intero percorso (diagnostica, trattamento attivo, trattamento riabilitativo, psicologico e palliativo) secondo il modello organizzativo e assistenziale per intensità e complessità di cura.

 

Continuità assistenziale

Propria dell’approccio multiprofessionale e multidisciplinare, la continuità assistenziale agisce a complemento della realizzazione di percorsi clinico-assistenziali tra ospedale e territorio, con dotazioni strutturali e tecnologiche pensate per facilitare l’integrazione e il confronto tra operatori.

 

La centralità del paziente

I rapporti tra professionisti/Azienda e pazienti e Associazioni di volontariato si concretizzano in una progettualità condivisa e nella presenza di spazi e iniziative dedicati ai pazienti e ai loro rappresentanti (Informa Salute, Biblioteca).

 

Integrazione delle attività

Gli interventi di assistenza, formazione continua e ricerca prendono forma in sinergia, grazie alla presenza di spazi dedicati alle diverse attività (degenze, ambulatori, servizi, sale riunioni e sala convegni, spazi per data-management e conduzione studi clinici).

Obiettivi

Gli obiettivi di assistenza hanno richiesto diverse innovazioni, tra cui:

– L’introduzione di modelli organizzativi di avanguardia quali il primary nursing (infermiere di riferimento) e il case management in tutte le Strutture di Degenza ordinaria e di Day hospital, in previsione del trasferimento al CORE in parte già avviati in fase pilota

– L’applicazione dei Percorsi Diagnostico Terapeutici ed Assistenziali (PDTA) alla quasi totalità delle patologie oncologiche ed onco-ematologiche, attraverso i quali seguire il paziente dalla diagnosi, alla terapia, alla riabilitazione con un approccio che coinvolge  tutti i professionisti della rete oncologica aziendale e provinciale

– L’organizzazione dell’assistenza secondo piattaforme gestionali uniche di area oncologica (piano 3º), chirurgica (piano1º) ed ematologica (piano 2º), in cui più discipline interagiscono per offrire un percorso di cura centrato sul paziente e che ottimizzi l’utilizzo delle risorse umane e materiali

– La centralizzazione dell’attività di preparazione dei farmaci nella nuova Centrale Antiblastici, che lavorerà secondo le più aggiornate linee guida e normative di riferimento e produrrà i chemioterapici, oltre che per tutti i reparti dell’ASMN, per tutti i Day Hospital oncologici dei presidi ospedalieri della provincia di Reggio Emilia

– La centralizzazione degli accessi venosi in un unico ambulatorio per il posizionamento di cateteri centrali per via periferica da personale appositamente formato.

 

I numeri del CORE

Nell’ultimo anno sono stati quasi 3mila i pazienti seguiti nei settori ambulatoriale e day hospital della Oncologia e più di 500 quelli ricoverati in medicina oncologica. Nello stesso periodo i ricoveri in Ematologia sono stati 836, di cui 611 in Day Hospital e 225 in degenza ordinaria.

Le tre specialità chirurgiche oncologica, toracica e senologica hanno effettuato oltre 2.300 interventi, mentre la Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ha effettuato prestazioni per oltre 11 mila pazienti.

  • 6 livelli
  • 15.855 mq di superficie
  • 200 operatori (medici, infermieri, tecnici, personale di supporto)
  • 125 tra posti letto e poltrone
  • 6,3 milioni di euro di dotazione tecnologica
  • 35 milioni di euro di investimento