Nell’ambito delle iniziative di “Mutina splendidissima”, che nel 2017 celebra i 2.200 anni dalla fondazione della città romana, antiche e moderne abilità imprenditoriali, da “Mutina” al più famoso marchio modenese, si incontrano in occasione della ricollocazione della stele funeraria “dei Lolli” rinvenuta nel 2011 a pochi metri dall’ingresso del Mef Museo Enzo Ferrari.

Sabato 28 ottobre dalle 16 il Museo del “cofano giallo” di Modena ospita, infatti, “Ars tua ars mea: fabrica nostra”, un racconto costruito dagli attori di Ert sul valore dell’arte intesa come “saper fare” fra antichità e contemporaneità. Donatella Allegro e Simone Tangolo, attori del progetto “Un bel dì saremo” tesseranno un filo sottile fra arte e identità, tra manifattura e libertà con letture scelte tra le pagine di autori antichi e contemporanei.

La stele “dei Lolli”, rinvenuta a quasi 6 metri di profondità nel corso di scavi archeologici diretti dalla Soprintendenza durante la costruzione nel 2011 della attuale sede di Confesercenti in via Paolo Ferrari, è alta quasi 2 metri e poggiava su un basamento lapideo composto da due gradini. Apparteneva a un membro della gens Lollia, Quintus Lollius Niger, che lo fece erigere per sé, per il padre, per la madre Tettulena Prima e per la figlia Lollia Gratilla, come si evince dal testo inciso. L’imponenza della stele e la ricchezza del corredo che la accompagnava rivelano il benessere economico della famiglia, probabilmente dovuto ad attività artigianali o imprenditoriali. Del corredo facevano parte tre monete di Tiberio, che concorrono a datare il rinvenimento tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C.

Durante “Ars tua ars mea: fabrica nostra”, figure curiose di antichi creatori, patrizi o liberti poco importa, richiameranno la latinità più “laboriosa”. Giocando a far cozzare lo sguardo tra l’antico e il moderno, si ascolteranno frammenti da “Il calzolaio di Vigevano” di Lucio Mastronardi, piccola epopea della industriosa provincia italiana, dimessa e determinata a fare del “labor”, ossia della fatica, una piena occasione di riscatto e costruzione del futuro. In coda un omaggio alla terra emiliana, dunque al “padrone di casa” Enzo Ferrari. In questo gioco di specchi tra l’oggi e lo ieri più lontano, Allegro e Tangolo ripercorreranno la storia corsa attorno alla stele, l’unico monumento funebre ancora in sito rinvenuto nella necropoli che fiancheggiava il cardine massimo della città, lungo la via che conduceva a Verona.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

L’iniziativa è a cura di Musei civici di Modena in collaborazione con Ert e Mef Museo Enzo Ferrari. Informazioni online (www.museicivici.modena.it – www.mutinasplendidissima.it – www.unbeldisaremo.it).

“Mutina splendidissima” si svolge nell’ambito del progetto “2200 anni lungo la Via Emilia” promosso dai Comuni di Modena, Parma e Reggio Emilia, dalle Soprintendenza Archeologia di Bologna e di Parma, dal Segretariato Regionale Beni, Attività culturali e Turismo, e dalla Regione Emilia – Romagna (www.2200anniemilia.it).