“Per questa occasione speciale ho realizzato un supereroe con la fascia da sindaco per ringraziarvi. I supereroi mi piacciono così tanto che vorrei che uscissero dai disegni per combattere il male. Ringrazio il sindaco per avermi conferito la cittadinanza onoraria”. Sono le parole lette, durante la cerimonia del 2 giugno, dal piccolo Warnakulasooriya Kurera Didula Rus, che frequenta la quarta elementare a Cavriago, la cui famiglia è originaria dello Sri Lanka.

Stamattina, nella sala civica Arduini, è stata infatti conferita la cittadinanza onoraria a sette minorenni stranieri nati in Italia e residenti a Cavriago, ed è stata consegnata la Costituzione a dieci neo maggiorenni. La cerimonia è avvenuta alla presenza della neoeletta sindaca Francesca Bedogni, che ha detto: “Per me è un grande onore oggi stare qui con voi per quello che reputo essere uno degli appuntamenti più significativi che, da 7 anni a questa parte, il nostro Comune organizza. Oggi ricordiamo quanto accaduto il 2 giugno di 73 anni fa quando milioni di italiani e, per la prima volta di italiane, scelsero la Repubblica. Una Repubblica che i costituenti hanno voluto fondata sul lavoro, garante dei diritti inviolabili dell’uomo e rispettosa della dignità delle persone. Una Repubblica che ascrive la solidarietà politica, economica e sociale tra i doveri dei cittadini”. Ha poi sottolineato l’importanza della solidarietà tra le persone: “La solidarietà tra esseri umani, organizzazioni o gruppi non è quindi, per la nostra Costituzione, una opzione ma un dovere. Se cerchiamo la parola solidarietà sul dizionario, scopriamo che significa ‘rapporto di fratellanza e di assistenza reciproca capace di unire i membri di un gruppo’. Lavorare per l’unità del nostro paese e per la fratellanza tra le persone è quindi un dovere che la costituzione ci impone per essere più solidi e più forti come nazione e come comunità. Dentro al concetto di solidarietà e fratellanza troviamo tutto lo spazio che ci serve per contenere emozioni, relazioni, affetti ed esperienze”. Rivolgendosi in particolare ai bambini in sala, ha aggiunto: “Si incontrano i bambini a scuola e, attraverso i bambini, le famiglie, le culture, i mondi, si incontrano i ragazzi in Europa viaggiando e studiando e con loro si incontrano le speranze ed i sogni di intere generazioni. L’incontro presuppone la nostra disponibilità al cambiamento, un cambiamento che non ci snatura, che non nega le nostre radici ma che ci proietta nel mondo e ci rende più belli”. E ancora: “Sta a noi scegliere, in questo incontro continuo con l’altro, col diverso, col nuovo, col futuro, se aprire le braccia con affetto e curiosità o respingere con diffidenza. Nelle nostre scelte quotidiane, nei linguaggi che utilizziamo per comunicare, nelle emozioni che vogliamo trasmettere agli altri, è scritto il futuro che offriremo ai nostri ragazzi”.

La mattinata è stata intervallata dell’esibizione del Coro delle voci bianche dell’Istituto Don Dossetti che ha aperto la cerimonia con l’Inno di Mameli.