I militari della Guardia di Finanza di Bologna hanno dato esecuzione, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari dr. Domenico Truppa, a un provvedimento di sequestro preventivo di quote societarie, beni aziendali e disponibilità finanziarie del valore complessivo di oltre un milione di euro nei confronti di quattro soggetti ritenuti responsabili, in concorso fra loro, del reato di “Trasferimento fraudolento di valori”, previsto e punito dall’art. 512-bis del Codice Penale (già art. 12-quinquies D.L. n. 306/1992).

Si tratta, in particolare, delle quote di una azienda agricola con sede in Argenta (FE), che si estende su una superficie di oltre 5.000 mq, e di tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale (tra cui autovetture, alcune centinaia di capi di bestiame e le attrezzature agricole). L’attività, svolta dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Flavio Lazzarini, rappresenta l’epilogo di una vicenda giudiziaria che – nel luglio dello scorso anno – aveva visto come destinatario di misure di prevenzione patrimoniali a norma del cd. “Codice Antimafia” uno dei quattro soggetti ora indagati: C.L., classe 1946, di origini pugliesi e residente nella provincia di Ferrara ma con interessi economici anche nel bolognese, nel ravennate e nel tarantino.

In particolare, al soggetto – pluripregiudicato per la commissione di diversi reati contro il patrimonio e gravato da oltre 90 condanne definitive – erano stati confiscati beni immobili e società per un valore complessivo di circa 3,6 mln di euro, in quanto incongruenti con il suo profilo reddituale, dal momento che era stato ritenuto soggetto “socialmente e fiscalmente pericoloso”. I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare come lo stesso, in concomitanza con il procedimento applicativo delle misure di prevenzione, avesse attribuito fittiziamente a terzi (la figlia ed altri soggetti prestanome anche loro indagati) somme di denaro ed una società, al fine di scongiurarne l’apprensione da parte dello Stato. Come evidenziato dallo stesso GIP, il C.L. “nel corso degli anni ha proceduto a intestare beni/immobili, quote societarie e altri beni a soggetti prestanome utilizzando false generalità… sue e dei suoi congiunti”, in attuazione di “una logica preventiva consistente nel sottrarre tali beni (illecitamente realizzati) da eventuali aggressioni patrimoniali o misure di prevenzione”. Dalle indagini svolte, nello specifico, è emerso come il pregiudicato per l’intestazione dei beni o comunque per ostacolarne l’apprensione da parte delle procedure di legge si sia servito dell’azienda agricola oggetto dell’odierno sequestro, della quale lo stesso è risultato essere l’effettivo “dominus”. Contestualmente all’esecuzione delle misure patrimoniali sono state eseguite anche perquisizioni locali delle abitazioni degli indagati e della società coinvolta. L’attività svolta testimonia l’impegno del Corpo della Guardia di Finanza nel contrasto alla criminalità, perpetrato attraverso il sequestro di tutte quelle manifestazioni economiche che scaturiscono da condotte illecite connesse alla commissione di reati finanziari di particolare spessore.