Supera il milione e mezzo di euro il totale dei contributi che oltre 300 modenesi potranno ottenere per interventi di eliminazione e superamento delle barriere architettoniche già eseguiti nelle proprie abitazioni. A rendere disponibili le risorse, nazionali e regionali, trasferite al Comune di Modena negli ultimi mesi, è la delibera sulle indicazioni operative approvata con voto unanime dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 25 luglio dopo essere stata emendata su proposta del Movimento 5 stelle.

Il provvedimento, passato anche in commissione consiliare Seta e presentato in aula dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, permette sia di scorrere le graduatorie del fondo statale, con persone in attesa anche da dieci anni, sia, grazie al finanziamento del fondo regionale, di concedere il contributo per lavori realizzati negli ultimi quattro anni. Come ha spiegato l’assessora, il fondo statale non era finanziato dal governo dal 2004; ora sono diventati finalmente disponibili i fondi stanziati dal governo Gentiloni nel febbraio 2018 (circa 730 mila euro) ai quali si aggiungono altri 401 mila euro della Regione Emilia-Romagna, sempre per il fondo statale: si potranno, quindi, scorrere le graduatorie tra il 2009 e il 2011. Dalla Regione, poi, arrivano anche altre risorse per finanziare le ultime annualità dell’altro fondo, quello regionale.

La delibera indica i requisiti per richiedere i contributi, le caratteristiche delle domande che vengono presentate, la base di calcolo per stabilire il contributo concedibile e i soggetti che ne hanno diritto. In particolare, soprattutto per le richieste in graduatoria già da diversi anni a causa del mancato finanziamento nazionale del Fondo statale, precisa che, in caso di decesso sopravvenuto dell’invalido, anche gli eredi possono ottenere il contributo che spettava per gli interventi realizzati. Determina, inoltre, le verifiche da effettuare in fase istruttoria tra le quali quelle da effettuare con gli enti competenti del certificato di invalidità e, dopo l’emendamento del M5s approvato all’unanimità, anche il controllo se il destinatario abbia già beneficiato di altri contributi per il medesimo intervento e, se sì, di quale importo.

Con i 730 mila euro stanziati dal governo sul fondo statale si potranno liquidare i contributi per circa 150 posizioni a cui se ne aggiunge un’altra ottantina utilizzando il contributo della Regione di 401 mila euro. Si tratta di 230-240 posizioni di invalidi nelle graduatorie delle domande presentate nel 2009, 2010 e 2011 per le quali gli uffici comunali hanno già avviato l’istruttoria. Le risorse stanziate dalla Regione sul fondo regionale, invece, permettono di assegnare contributi per 15 interventi del 2015 (72 mila euro), 15 interventi del 2016 (73 mila euro) e 30 interventi del 2017 (oltre 126 mila euro). Per il 2018 la Regione ha assegnato al Comune 138 mila euro e gli uffici stanno istruendo le pratiche per assegnare i contributi a 30 posizioni presenti nella graduatoria.

I criteri per la definizione delle graduatorie sono definiti delle normative e tengono conto anche della situazione del nucleo familiare dell’invalido (Isee), privilegiando, comunque, gli invalidi totali rispetto agli invalidi parziali.

La delibera fornisce indicazioni operative e modalità dei controlli tecnici, con sopralluoghi, e dei controlli amministrativi sia rispetto alla verifica della situazione del nucleo familiare sia su fatture, modalità di pagamento, certificati di invalidità. Prevede, inoltre, che il Comune effettui controlli successivi sugli interventi di valore superiore ai 12 mila 900 euro nella percentuale del 10 per cento e fino al 5 per cento per quelli di valore inferiore, implementando di fatto, come ha spiegato l’assessora Vandelli, le verifiche: “Lo Stato, infatti, non richiede alcun controllo mentre la Regione ne richiede la metà di quelli previsti da noi”. È questo il motivo per cui l’assemblea ha respinto altri due emendamenti proposti dal M5s che chiedevano, appunto, di aumentare ulteriormente le verifiche. Se dai controlli effettuati risulterà il mancato rispetto delle norme, il beneficiario decadrà dal contributo, che dovrà essere restituito insieme agli interessi legali e alle spese tecnico-amministrative.

Intervenendo nel dibattito, Vincenzo Walter Stella, Sinistra per Modena, ha definito “eclatante” che le risorse siano arrivate dopo così tanto tempo che “per oltre il 60 per cento dei casi si è resa necessaria la ricerca degli eredi. Il Comune, però, ha solo il ruolo di gestore di risorse messe a disposizione di enti sovraordinati, tra l’altro con un impegno notevole per gli uffici”. Sui controlli, ha affermato che il numero previsto in delibera “mantiene l’equilibrio tra la necessità di fare verifiche e i tempi di evasione della pratica”. In dichiarazione di voto Federico Trianni ha ribadito che i controlli sono necessari “ma il numero previsto è ragionevole”.

Per Federica Venturelli, Pd, la delibera, che sembra tecnica, “ha invece un alto valore politico: case e luoghi pubblici universalmente accessibili sono uno dei presupposti per l’effettivo esercizio del diritto di cittadinanza previsto dalla nostra Costituzione. Pensiamo sia giusto che il pubblico finanzi interventi per i privati e lo abbiamo dimostrato anche con gli stanziamenti regionali, spiace – ha concluso – constatare che l’attuale governo non sembri molto interessato”. Diego Lenzini ha invitato l’assemblea a chiedere sia allo Stato che alla Regione che i contributi “diventino strutturali: da un lato, infatti, abbiamo un patrimonio immobiliare vecchio e non più adeguato, dall’altro un’aspettativa di vita in aumento che richiede di adeguare le città”.

Giovanni Silingardi, M5s, che ha anche illustrato gli emendamenti, ha sottolineato che l’obiettivo era “rendere i controlli più efficaci per fare in modo che i contributi siano assegnati a chi ne ha effettivamente diritto. Mi rendo conto – ha aggiunto – delle difficoltà degli uffici, ma la percentuale prevista in delibera è molto bassa”. Il consigliere si è quindi associato alla proposta di chiedere al governo di rendere strutturali i contributi.

Anche per Luigia Santoro, Lega, “ogni contributo per migliorare la qualità della vita di chi è già in difficoltà è da accogliere. Ma anche i controlli sono importanti e quindi sarei per aumentarli”.