Nella giornata di ieri personale della Squadra Mobile di Bologna, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Parma, Piacenza, Lecce, Taranto e Bergamo ed il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha dato esecuzione a 18 ordinanze applicative di misura di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Bologna, dr. Alberto Gamberini, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bologna, nei confronti di altrettanti cittadini nigeriani, già sottoposti a fermo di indiziato del P.M. in data 18 luglio, in quanto appartenenti all’associazione di tipo mafioso operante a Bologna e nelle principali province dell’Emilia-Romagna denominata cult M.A.P.H.I.T.E.

L’attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Bologna, avviata nel 2017 grazie anche alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ha permesso di annientare gran parte di quello che, all’interno della comunità nigeriana, viene denominato cult M.A.P.H.I.T.E., di cui è stato possibile ricostruire l’intera struttura gerarchica di comando operante in Emilia-Romagna e parte del Centro Italia, gli obiettivi, le regole di affiliazione e le modalità di attuazione criminale.

L’ordinanza del G.I.P. dispone la misura cautelare della custodia in carcere per i destinatari dei fermi eseguiti il 18 luglio, nelle province diverse da quella felsinea, confermando la palese evidenza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di associazione di tipo mafioso, ed estende la medesima misura ad ulteriori due indagati dello stesso procedimento; anche i due indagati fermati nella provincia di Bologna rimangono ristretti in custodia cautelare nella locale Casa circondariale, in forza di un medesimo provvedimento emesso in sede di convalida dal G.I.P. del Tribunale di Bologna.