Per sette anni Alberto Debbi, originario di Salvaterra dove è nato il 12 marzo 1976, laureato in medicina e specializzato nell’Ateneo di Modena nel 2005 in malattie dell’apparato respiratorio, aveva prestato servizio nel reparto di pneumologia dell’ospedale di Sassuolo.

Poi la vocazione religiosa e l’ordinazione sacerdotale in cattedrale a Reggio il 15 dicembre 2018 ricevuta dal vescovo Camisasca; attualmente è vicario parrocchiale nell’Unità pastorale correggese “Beata Vergine delle Grazie.

Mercoledì, domani, don Alberto ritornerà in corsia nello stesso ospedale di Sassuolo per prestare il suo servizio di medico in Pneumologia, centro Covid 19, intanto sino alla fine di aprile.

Così scrive il medico-sacerdote: “Penso che in questo periodo difficile e di sofferenza sia anche questo un modo per spezzarsi e mettersi a disposizione con tutto quello che abbiamo. Era una parte di me ancora viva e ora più che mai mi spinge a donarmi. Ringrazio il Vescovo e don Sergio che mi danno la possibilità di farlo. Continuerò a pregare e a celebrare la Messa per tutti voi. Ora il mio altare diventa il letto del malato. Un abbraccio a tutti! Coraggio!

Don Alberto conclude il suo messaggio con la forte richiesta di una preghiera personale per il ruolo che torna a rivestire e per il mestiere di medico che ricomincia.

Proprio domenica 15 marzo all’Angelus il Papa aveva affermato: “Vorrei ringraziare anche tutti i sacerdoti, la creatività dei sacerdoti. Tante notizie mi arrivano dalla Lombardia su questa creatività. È vero, la Lombardia è stata molto colpita. Sacerdoti che pensano mille modi di essere vicino al popolo, perché il popolo non si senta abbandonato; sacerdoti con lo zelo apostolico, che hanno capito bene che in tempi di pandemia non si deve fare il “don Abbondio”. Grazie tante a voi sacerdoti”.