La diffusione del coronavirus nelle strutture per anziani e disabili rappresenta sicuramente una criticità a cui l’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia, in stretta collaborazione con la Conferenza Sociale Sanitaria Territoriale, gli Enti Locali ed i Comitati di Distretto sta facendo fronte, ormai da tempo, attraverso una serie di interventi organizzativi urgenti finalizzati a contenere la diffusione del virus. Il Piano di intervento CRA è stato infatti approvato e formalizzato dall’Ufficio di Presidenza della Conferenza Sociale Sanitaria Territoriale il 19 marzo scorso.

Quella degli anziani e dei disabili nelle strutture residenziali è infatti una popolazione particolarmente fragile ed esposta, sia perché spesso queste persone sono già debilitate da altre patologie, sia per la situazione di convivenza e condivisione degli spazi che certamente favorisce la diffusione del virus.  La decisione degli Enti Gestori di limitare rigidamente l’accesso ai visitatori esterni, messa in atto già nei primi giorni dell’epidemia, è andata in questa direzione.

Si è reso poi necessario prevedere la possibilità di isolare persone con un quadro clinico compatibile con COVID19, individuando zone dedicate all’interno delle strutture.

Questo ha comportato il blocco temporaneo di nuovi ingressi nelle strutture, in particolare in quei centri dove sono già presenti ospiti COVID positivi.

Ad oggi le rappresentanze dei gestori riferiscono di avere individuato, con modalità adatte a ciascuna situazione organizzativa, zone di isolamento utili ad accogliere ospiti in fase critica.

Fin dall’inizio del diffondersi della infezione da COVID19 si sono realizzati incontri con gli Enti Gestori dei servizi anziani e disabili e con Auser, tenuti dal Responsabile Rischio Clinico dell’Azienda USL, finalizzati a dare indicazioni relative ai comportamenti per ridurre il rischio; a tali momenti è seguita la diffusione, in particolare nelle residenze per anziani e disabili, di indicazioni e raccomandazioni, sia provenienti dal livello regionale, che elaborate in Azienda.

In seguito sono stati avviate inchieste epidemiologiche e realizzati sopralluoghi in numerose residenze per anziani nel corso dei quali professionisti della Sanità pubblica hanno supportato il personale nella  individuazione degli spazi per eventuali isolamenti, nella cura degli aspetti igienici e di sanificazione, nella messa a punto di strategie di utilizzo di arredi e ausili per contenere la diffusione del virus.

Al fine di garantire continuità nell’assistenza agli anziani nelle CRA, in un momento tanto delicato, si è inoltre provveduto a garantire la permanenza presso le attuali sedi di lavoro di infermieri e OSS interpellati dall’Azienda USL per l’assunzione in queste settimane (essendo gli stessi inseriti nella graduatoria in vigore presso l’Ausl).

Va inoltre segnalato l’inserimento di medici e infermieri dipendenti dell’Azienda in alcune CRA particolarmente in difficoltà, avendo molto personale COVID positivo e quindi  assente; a questi, da lunedì scorso si sono aggiunti anche 7 tutors della Facoltà di Scienze Infermieristiche che supportano le CRA della provincia nella messa a punto di strategie di contenimento dell’infezione.

Estremamente significativa si sta rivelando la formazione a distanza messa a disposizione dall’AUSL per gli operatori di tutti i servizi anziani e disabili, anche in relazione all’utilizzo dei Dispositivi di protezione individuale (DPI). Va precisato che a contatto con gli ospiti nelle zone di isolamento operano solo operatori dotati dei necessari dispositivi.

A tale proposito l’ASL si è mossa autonomamente per cercare di reperire in diversi paesi in tutto il mondo dispositivi adeguati e, laddove gli Enti Gestori abbiano necessità di materiale perché a loro volta in difficoltà nel reperimento, compatibilmente con le necessità dell’ambito sanitario, si è provveduto a distribuire dispositivi di protezione individuale anche ai servizi sociosanitari, oltre ciò che viene loro fornito dalla Protezione civile.

A livello provinciale si è andati alla individuazione di una CRA COVID  a  Guastalla che, nei suoi 38 posti letto, sta accogliendo pazienti COVID positivi non autosufficienti, dimessi dall’ospedale e/o provenienti dal domicilio  residenti in tutta la provincia.

Dal 25 marzo scorso, professionisti dell’Azienda USL formati ad hoc vanno nelle CRA per sottoporre a tampone gli ospiti sintomatici in modo da poter intervenire tempestivamente.

Da segnalare inoltre, nell’ottica di rinforzare l’assistenza medica e infermieristica per far fronte all’emergenza, fatta salva la  responsabilità clinica che rimane  in capo ai medici di diagnosi e cura delle strutture, le  équipe di supporto composte dai geriatri distrettuali, dai palliativisti individuati per le singole strutture, dall’infettivologo; è inoltre attiva  una Guardia Medica dedicata alle CRA ed una pronta disponibilità infermieristica per le residenze che  hanno assistenza infermieristica h 12.

Infine, con l’obiettivo di sostenere psicologicamente sia gli operatori che i familiari è operativo un percorso di sostegno garantito dall’Equipe della Psicologia dell’Emergenza (EPE).