I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, nell’ambito del dispositivo di vigilanza predisposto per far fronte all’emergenza sanitaria, economica e sociale in atto, hanno avviato specifici controlli nei confronti dei percettori dei cosiddetti “buoni spesa”, di valore fino a 600 euro, erogati dai Comuni alle famiglie in difficoltà e destinati all’acquisto di generi alimentari e di prima necessità.

Le attività di verifica, svolte con riferimento ai dati acquisiti presso i Comuni di Bologna, Imola e San Lazzaro di Savena, a favore dei quali il Governo ha stanziato specifiche risorse per complessivi 2,6 milioni di euro, hanno finora riguardato le posizioni contraddistinte da maggiori criticità, corrispondenti a circa 360 istanze, mediante il riscontro delle informazioni dichiarate in sede di autocertificazione da parte dei richiedenti, con riferimento sia ai medesimi che a ciascun componente del relativo nucleo familiare.

I controlli, condotti nello specifico dalle fiamme gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, hanno finora permesso di accertare la presentazione di 154 false autocertificazioni da parte di nuclei familiari che hanno fraudolentemente dichiarato di non aver fonti di sostentamento finanziario e di trovarsi in condizione di difficoltà economica ed indigenza, tali da non consentire nemmeno il minimale approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità. In realtà dall’attività ispettiva svolta è emerso come uno o più componenti, dei nuclei familiari destinatari dei controlli, nei mesi di marzo ed aprile scorsi abbiano regolarmente percepito lo stipendio, anche per cospicui importi, a fronte di rapporti d’impiego regolarmente in essere, ovvero siano risultati percettori di Reddito di Cittadinanza o di indennità di disoccupazione, ovvero già beneficiari di altre prestazioni sociali agevolate, così come risultante dalle informazioni fornite dall’I.N.P.S. Tra le irregolarità rilevate sono emerse anche richieste presentate distintamente da due componenti appartenenti al medesimo nucleo familiare (es. marito e moglie), al fine di addivenire fraudolentemente all’ottenimento del contributo per un importo raddoppiato rispetto a quello spettante, ovvero autocertificazioni in cui è stata omessa l’indicazione di familiari coabitanti, risultati dallo stato di famiglia, regolarmente retribuiti o già percettori di sussidi, allo scopo di simulare una condizione di indigenza.

Oltre alle citate posizioni, saranno in seguito oggetto di ulteriore approfondimento quelle relative ad alcuni richiedenti il beneficio in parola che sono risultati proprietari di più fabbricati o più autovetture ovvero contraenti in negozi giuridici recenti, per importi anche rilevanti, condizioni, queste, rappresentative di un tenore di vita sproporzionato rispetto alle condizioni economiche dichiarate. Le irregolarità riscontrate saranno oggetto di segnalazione alla locale Autorità Giudiziaria per le ipotesi di mendace autocertificazione ed indebita percezione di erogazioni pubbliche, nonché ai competenti Comuni per il recupero dei contributi erogati.

Le attività di controllo, che proseguiranno con effettiva collaborazione degli Enti locali interessati, testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di illecito nel settore della spesa pubblica, a tutela dell’economia nazionale, nell’ottica di prevenire distrazioni di risorse e garantirne un più efficace indirizzamento verso famiglie, soprattutto in tale momento, realmente bisognose di sostegno economico.