Nell’ambito del progetto Wanted III, promosso dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, volto alla ricerca di pericolosi latitanti, la Squadra Mobile di Modena ha svolto una mirata ed incisiva attività investigativa che ha portato, negli ultimi mesi, grazie al prezioso ed indispensabile coordinamento della Procura della Repubblica di Modena, all’individuazione e alla successiva cattura di diversi latitanti rifugiatisi all’estero.

In particolare, il 6 agosto scorso, con l’ausilio del Servizio Centrale Operativo e del Servizio per la Cooperazione di Polizia, gli investigatori hanno individuato e proceduto alla cattura con estradizione in Italia – attraverso il varco della frontiera di Ponte Chiasso – di un cittadino albanese di 45 anni, latitante da 17 anni, destinatario di un provvedimento di cumulo pene per complessivi anni 15 mesi 4 e giorni 25 di reclusione ed euro 68.900,00 di multa.

L’uomo si è reso responsabile, sul territorio italiano, di una serie di pericolosi reati a partire dall’anno 1996, in particolar nel 1999 a Modena, di violenza sessuale, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. La locale Squadra Mobile aveva portato alla luce una delle prime organizzazioni albanesi dedite all’attività di prostituzione di cui il latitante era uno dei promotori. L’albanese, unitamente ad altri 5 complici di nazionalità Italiana, albanese e rumena, aveva fatto giungere in Italia numerose ragazze rumene e moldave per poi farle prostituire. A partire dall’anno 2003, con le prime sentenze di condanna per i reati commessi, il 45enne si era dato alla latitanza.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, titolare per l’esecuzione del provvedimento di cattura, a seguito delle risultanze investigative che hanno consentito di individuare il latitante in Svizzera, dopo che lo stesso aveva più volte cambiato paese in Europa per non essere rintracciato, ha avviato tutte le procedure giurisdizionali per l’esecuzione del provvedimento e la successiva estradizione del soggetto in Italia, fondamentali per poter dare esecuzione alla pena inflitta.

L’uomo, dopo la notifica del provvedimento restrittivo presso gli uffici della Polizia di frontiera di Como-Chiasso, è stato trasportato presso la casa circondariale di Pavia.

L’arresto è stato possibile anche grazie all’attivazione della rete europea dedicata alla ricerca e cattura di latitanti internazionali (Enfast -European Network of Fugitive Active Search Teams) a cui l’Italia partecipa tramite il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale. Grazie alla rete Enfast e al supporto dell’Ufficiale di collegamento del citato Servizio distaccato a Berna, è stato possibile richiedere l’intervento del team ENFAST della Polizia federale della Confederazione Elvetica (FEDPOL) che ha predisposto mirati servizi di localizzazione conclusosi positivamente. Particolarmente proficua è stata anche la collaborazione tra i Ministeri della Giustizia dei due paesi e questo ha permesso una rapida conclusione del processo di estradizione e la conseguente consegna all’Italia del latitante albanese.

Nei mesi scorsi sono stati arrestati altri due latitanti, che da tempo si erano resi irreperibili: un italiano di 51 anni individuato ed arrestato in Romania, ove si era rifugiato dopo la condanna definitiva a 8 anni di carcere per il reato di violenza sessuale su minore, commesso tra gli anni 2009 e 2013 ai danni della figlia della convivente e un cittadino albanese di 33 anni, arrestato a Bologna a seguito di MAE emesso dalle autorità belghe per reati di droga.