“L’Unione europea per reagire alla pandemia ha fatto un passo in avanti nella solidarietà ma l’Italia deve cogliere rapidamente questa sfida per uscire dalla stanchezza etica di cui è preda e compiere una grande trasformazione istituzionale, producendo nuove idee. E lo deve fare oggi”. Lo ha sottolineato Romano Prodi nel corso della lezione di apertura della sesta edizione della Summer school Renzo Imbeni, lunedì 7 settembre, nella chiesa della Fondazione San Carlo.

Davanti ai trenta allievi della scuola di alta formazione sull’Unione europea, Prodi, che è stato presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004, ha tenuto una lezione intitolata “Un’Unione forte e solidale” evidenziando come l’Europa sia stata capace di affrontare meglio di altri paesi la crisi mondiale innescata dalla pandemia di Covid-19, intraprendendo la via della solidarietà, “con un salto in avanti inaspettato”, innescato anche da due fattori concomitanti: la consapevolezza della Germania che “da soli non si va avanti” e la Brexit: “La Gran Bretagna è un grande Paese – ha detto – ma è sempre stata la prima a bloccare qualunque provvedimento di solidarietà”. Ora l’Europa, ha concluso, “deve continuare su questo percorso e non smettere di costruirsi”.
L’intervento di Romano Prodi è stato preceduto da quelli del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e del presidente della Regione Stefano Bonaccini. Il sindaco ha citato il tema della Summer school, “Un’Unione più coesa, ambiziosa e vicina ai cittadini”, per affermare che quell’obiettivo è più vicino grazie al cambio di passo dell’Unione che, con la storica decisione di approvare il Recovery Fund e tutto il complesso programma di reazione alla pandemia, ha dimostrato di esserci nel momento del bisogno. Ha sottolineato, inoltre, che per uscire dalla crisi la politica dovrà essere all’altezza della svolta europea, a tutti i livelli istituzionali: occorreranno programmazione e riforme strutturali e in questo percorso sarà necessario coinvolgere le Regioni e gli Enti locali. E in questo ambito, Modena ha già dimostrato di essere in grado di utilizzare con grande efficacia e trasparenza le risorse europee.
La necessità del coinvolgimento del territorio è stata ribadita anche dal presidente Bonaccini che ha confermato che le Regioni vogliono essere protagoniste e che soprattutto l’Emilia Romagna è in grado di cogliere questa occasione unica e straordinaria.
La mattinata di inaugurazione della sesta edizione della Summer school, che cade nel 15° anniversario della morte di Renzo Imbeni, è stata aperta dai saluti di Giuliano Albarani, presidente della Fondazione Collegio San Carlo, che ha coordinato gli interventi, Carlo Adolfo Porro, rettore di Unimore, e Paolo Cavicchioli, presidente della Fondazione di Modena. Sono intervenuti, quindi, Marco Gestri, direttore scientifico della Summer school che ha presentato il corso, Armando Barucco, del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, e Carlo Corazza, capo ufficio in Italia del Parlamento europeo. Il previsto intervento di Rita Medici Imbeni, presidente del comitato scientifico della Summer school, è stato invece rinviato a sabato pomeriggio, nel corso della sessione di chiusura.
La Summer school Renzo Imbeni è promossa dal Comune di Modena insieme a Università di Modena e Reggio Emilia e Fondazione Collegio San Carlo con il contributo della Fondazione di Modena. Si avvale della collaborazione scientifica dell’Istituto Affari internazionali, del Consiglio italiano del Movimento europeo e del Centro studi sul federalismo. Oltre al Centro Europe Direct del Comune, sono impegnati nell’organizzazione il Centro di documentazione e ricerche sull’Unione europea, i Dipartimenti di Economia “Marco Biagi”, di Giurisprudenza e di Studi linguistici e culturali di Unimore.

 

IL PROGRAMMA DI MARTEDÌ 8 SETTEMBRE

La sfida di uno sviluppo sociale ed economico sostenibile dopo l’emergenza sanitaria sarà il tema della sessione di apertura della seconda giornata della Summer school Renzo Imbeni, martedì 8 settembre dalle 9 nella chiesa di San Carlo, che vedrà protagonisti gli economisti Carlo Cottarelli, in presenza, e Pier Carlo Padoan, a distanza, con l’avvocata tributarista Maria Cecilia Fregni, in presenza, e Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia con un contributo in video. Coordina Tommaso Fabbri, direttore del dipartimento di Economia Marco Biagi di Unimore.

La sessione pomeridiana, con inizio alle 14.30, sarà dedicata alla risposta alla pandemia da parte degli Stati membri e della stessa Unione europea. Ad approfondire il tema saranno Agostino Miozzo, coordinatore del comitato tecnico-scientifico della Protezione civile per il superamento dell’emergenza dovuta al Covid-19, ed Elisabetta Gualmini, deputata al Parlamento europeo, entrambi in presenza. Coordina Marco Gestri, direttore scientifico della Summer school.

È possibile partecipare a tutte le sessioni che si svolgono nella chiesa di San Carlo ma è obbligatorio prenotarsi inviando una mail all’indirizzo della Summer (summer.school@comune.modena.it). Le istruzioni dettagliate per partecipare si trovano sul sito del Comune di Modena (www.comune.modena.it/summerschool).

Tutte le sessioni saranno trasmesse in diretta streaming sul canale YouTube della Summer school e sulla pagina facebook del centro Europe direct Modena.

 

I relatori

Paolo Gentiloni è Commissario europeo per l’economia. È stato presidente del Consiglio tra il 2016 e il 2019 e deputato dal 2001 al 2019. Ha ricoperto anche i ruoli di ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (dal 2014 al 2016), e ministro delle Comunicazioni (dal 2006 al 2008). È stato membro della Commissione per gli Affari esteri.

Pier Carlo Padoan è vicepresidente dell’Istituto Affari internazionali e, dal 2007, vicesegretario generale dell’Ocse. Deputato dal 2018, è stato ministro dell’Economia e delle finanze dal 2014 al 2018. Dal 2001 al 2005 è stato direttore esecutivo italiano del Fondo monetario internazionale e, nel 2006, direttore della Fondazione Italianieuropei, centro di ricerca sui temi di politica economica e sociale. È stato professore di Economia alla Sapienza di Roma e ha ricoperto diverse posizioni accademiche in università italiane ed estere.

Carlo Cottarelli è direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano e tiene un corso di Fiscal macroeconomics alla Bocconi. Dal 1988 al 2013 ha fatto parte dello staff del Fondo monetario internazionale dove ha diretto per cinque anni il Fiscal affairs department. Ha ricoperto il ruolo di commissario per la revisione della spesa pubblica nei governi Letta e Renzi (2013-2014) e di direttore esecutivo al Fondo monetario internazionale per Italia, Albania, Grecia, Malta, Portogallo e San Marino.

Maria Cecilia Fregni è professoressa ordinaria di Diritto tributario al dipartimento di Giurisprudenza di Unimore e titolare dei corsi di Diritto tributario, European and international tax law e Diritto finanziario. Ha insegnato all’Università di Innsbruck, alla Statale e alla Bocconi a Milano e alla Cattolica a Piacenza. È impegnata nella scuola di dottorato dell’Università Milano-Bicocca e nella scuola di specializzazione per le professioni legali di Modena.

Tommaso Fabbri è professore ordinario di Organizzazione aziendale e direttore del Dipartimento di economia Marco Biagi di Unimore. È membro del consiglio direttivo di Dhmore, il centro di ricerca interdipartimentale sulle Digital humanities e del Centro di ricerca interdipartimentale sull’Intelligenza artificiale.

Elisabetta Gualmini, deputata del Parlamento europeo dal 2019, è membro della Commissione Bilancio e della commissione per l’Occupazione e gli affari sociali. È stata docente a contratto alla Bocconi e ha diretto il master in Istituzioni e politiche europee dell’Università di Bologna. È stata anche presidente della Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo e vicepresidente della Regione Emilia Romagna (dal 2014 al 2019).

Agostino Miozzo, medico, è direttore dell’ufficio Promozione e integrazione del servizio nazionale della Protezione civile presso la presidenza del Consiglio dei ministri e coordinatore del Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute. Ha ricoperto numeroso incarichi di gestione delle emergenze presso il Governo italiano e in organizzazioni internazionali. È stato managing director for crisis response and operational coordination nel Servizio europeo per l’azione esterna dell’Unione europea. Nel 2017 e 2018 è stato anche responsabile delle relazioni internazionali e curatore dei corsi di formazione per i volontari di Emergency Italia.

Marco Gestri, direttore scientifico della Summer school Renzo Imbeni, è professore ordinario di Diritto dell’Unione europea e direttore del Centro di documentazione e ricerche sull’Unione europea di Unimore. Insegna Diritto internazionale alla John Hopkins University, Sais, Europe e alla Luiss di Roma.

 

L’AMBIZIONE È LAVORARE PER L’EUROPA

Lavorare per l’Europa è l’obiettivo principale che condividono i trenta neolaureati iscritti alla Summer school Renzo Imbeni che hanno colto l’occasione di partecipare al corso di alti studi anche per approfondire il dibattito sull’Unione europea incontrando direttamente esperti e protagonisti di primo piano e per avere la possibilità di confrontarsi con altri giovani studiosi e attivisti europei nell’ambito di un’attività di formazione che può essere inserita nel proprio curriculum.

Al termine del corso, due di loro, quelli che avranno superato l’esame conclusivo con i risultati migliori, potranno già vivere un’esperienza di lavoro a Bruxelles grazie alla borsa di studio del valore di 5 mila euro per un tirocinio all’Unione europea assegnata e dalla Summer school. Il tirocinio avrà luogo tra marzo e luglio 2021, nel rispetto delle condizioni di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria.

Gli allievi della scuola sono venti donne e dieci uomini, tutti laureati con il massimo dei voti e, per la maggior parte, anche la lode. In dieci possiedono una laurea magistrale in Scienze politiche, otto in Studi giuridici e altrettanti in Studi linguistici e culturali, due in Economia e due in Lettere. Tutti, come richiesto dal bando, nel loro percorso di studi hanno superato esami in almeno uno degli ambiti che riguardano il diritto dell’Unione europea o il diritto internazionale, lingue e culture dei Paesi dell’Unione, Storia o economia dell’integrazione europea. Oltre che del voto di laurea e del percorso di studi, la selezione ha tenuto conto anche di eventuali attività extracurricolari, molti di loro hanno già avuto esperienze all’estero, e pubblicazioni e delle motivazioni a partecipare espresse dai candidati con una lettera.

Gli allievi provengono per la maggior parte da Unimore e dall’Alma Mater di Bologna, ma sono rappresentate anche le università di Tor Vergata a Roma, di Torino, Bergamo, Trento, Firenze, Padova, Messina e Siena.