«Le dichiarazioni di Bonaccini sui punti nascita in montagna dimostrano che la Cisl aveva ragione». Lo afferma il responsabile per il Frignano della Cisl Emilia Centrale Vincenzo Tagliaferri a proposito di quanto detto nei giorni scorsi dal presidente della Regione Emilia-Romagna.

Bonaccini ha ammesso che è stato un errore chiudere i punti nascita in montagna (tra cui Pavullo) e che intende riaprirli.

«Abbiamo sempre sostenuto che per noi la chiusura dei punti nascita era uno sbaglio, anche perché la sicurezza della madre, del bambino e degli operatori sanitari è determinante per la qualità della vita nel Frignano – sottolinea Tagliaferri – Non è pensabile un rilancio della montagna senza i servizi di base che incentivano le persone a rimanere o stabilirsi nelle nostre zone.

Siamo tutti ben consapevoli che ora la priorità va data alla gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19. A oggi non sappiamo quando ne usciremo e quante risorse, non solo economiche ma anche professionali, andranno canalizzate per far fronte alla pandemia che impatta fortemente sui presidi ospedalieri e sull’intero distretto socio-sanitario del Frignano.

Appena usciremo dall’emergenza, però, Regione e Ausl dovranno subito mettere in campo tutte le energie e le risorse organizzative utili alla riapertura del punto nascita di Pavullo, naturalmente in piena sicurezza, come abbiamo sempre sostenuto e creduto che sia possibile fare».

Per la Cisl il potenziamento dei servizi socio-sanitari di prossimità è un tema più che mai attuale, perché riguarda la presa in carico delle persone e delle famiglie e il soddisfacimento dei loro bisogni essenziali. Per far funzionare bene questi servizi è necessario il pieno coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, dai cittadini alle istituzioni alle parti sociali.

«Questa è una delle grandi priorità della nostra montagna, sulla quale occorre investire maggiormente – aggiunge Tagliaferri – Ricordiamo che il Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto a dicembre dalla Regione Emilia-Romagna insieme a vari soggetti, tra cui Cgil Cisl Uil, ribadisce che la lotta alle disuguaglianze non deve limitarsi a quelle socio-economiche, di genere e generazionali, ma anche territoriali. Il futuro dei nostri territori dipende dalla fiducia delle persone che vi abitano e dai servizi di cui possono disporre.