Edilizia (Copyright immagine: Regione Emilia-Romagna A.I.U.S.G. – Autore: Banzi Liviana)

E’ fondamentale una proroga, almeno fino al 2023, del Superbonus per l’edilizia ed un aggiornamento del quadro normativo, per rendere la misura incentivante più efficace e veloce nella sua applicazione.

Il Superbonus è una delle misure più importanti assunte dal Governo italiano per la riduzione delle emissioni di CO2 e, vista la complessità nella attuazione, necessita di un periodo ragionevolmente lungo di applicazione, fino alla definitiva conferma, in maniera strutturale, dell’incentivo.

Il Superbonus ha generato un fondato entusiasmo nel mercato e si è inserito con successo in un filone da anni virtuoso come quello degli incentivi per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici. Le novità più rilevanti, determinate sia dalla misura dell’incentivo, il 110%, sia dalla possibilità concreta di cedere il credito ad una ampia gamma di soggetti, ha finalmente creato le condizioni per intervenire in maniera diffusa sul vasto patrimonio edilizio esistente, che necessita di profondi interventi di riqualificazione, a partire dai condomini.

La misura del Superbonus, tuttavia, per poter esprimere appieno le sue potenzialità e contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali in un settore, quello edilizio, che da solo è responsabile di quasi il 40% delle emissioni, ha bisogno da un lato di continuità, affinché le imprese e le famiglie abbiano la possibilità di programmare nel tempo gli interventi, dall’altro di accompagnare tale misura con adeguate modifiche normative a livello statale che ad oggi rendono complessa la sua applicazione, in particolar modo per quanto attiene le modalità di verifica della regolarità edilizia degli edifici.

Non è, infatti, solo una questione di tempistiche, ma occorre anche un profondo aggiornamento del quadro normativo di riferimento. E’ impensabile che misure moderne, orientate alla riqualificazione, come il Superbonus, possano essere governate con regole tipiche di 30 o 40 anni fa, in cui la nuova costruzione ed espansione urbanistica era la principale modalità di trasformazione della città. Il Superbonus parla un linguaggio diverso, che la politica deve comprendere rapidamente, modificando il quadro normativo, per evitare di sprecare un’occasione irripetibile.

Il Comune di Reggio Emilia e i presidenti di Ordini e Collegi professionali della provincia di Reggio Emilia hanno inviato in questi giorni il proprio contributo al Governo al fine di intervenire in maniera urgente prioritariamente su due aspetti: consentire deroghe all’altezza minima ed ai requisiti igienico sanitari principali dei locali d’abitazione nel caso di interventi di efficientamento energetico che richiedono la realizzazione di cappotti esterni o interni; semplificare le verifiche sulle parti degli edifici interessate dagli interventi di efficientamento al fine di accelerare la presentazione delle pratiche edilizie di ristrutturazione degli immobili.

 

I DATI DI REGGIO EMILIA – Il 75% degli edifici risale a prima della legge 10 del 1991 e l’82% appartiene ad una classe sismica critica. In un tale contesto, fortemente caratterizzato da immobili energivori e poco confortevoli, il Superbonus rappresenta uno straordinario acceleratore delle dinamiche già presenti in termini di riqualificazione del patrimonio costruito che corrispondono ad oltre il 96% degli interventi edilizi.

Nel primo quadrimestre del 2021, il numero di interventi di ristrutturazione edilizia, anche grazie al Superbonus e alle altre forme di incentivo – in particolar modo il Bonus facciate – è cresciuto del 70% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

Alla luce di questo significativo aumento del numero di pratiche edilizie, il Comune di Reggio Emilia è impegnato a potenziare il proprio organico con l’obiettivo di costituire un vero e proprio sportello Superbonus per agevolare gli interventi di riqualificazione dell’esistente.

Quella del Superbonus non è, inoltre, solo una sfida ambientale: gli interventi di riqualificazione promossi migliorano infatti il comfort degli edifici e, indirettamente, preservano il valore patrimoniale e sociale del tessuto edilizio residenziale esistente.

Per raggiungere tali obiettivi è, dunque, fondamentale non solo la proroga al 2023 del Superbonus ma, nel tempo, una sua stabilizzazione in grado di favorire l’introduzione di nuove tecniche di costruzione più rapide e sostenibili, di calmierare l’aumento dei costi per materiali e forniture, nonché di sostenere la nascita sul mercato di soggetti in grado di offrire soluzioni chiavi in mano ai proprietari di immobili, sfruttando come risorsa i forti risparmi energetici e dunque economici, ottenuti dalla riqualificazione degli immobili stessi.

 

(Alex Pratissoli vicesindaco di Reggio Emilia – Andrea Rinaldi presidente dell’Ordine degli Architetti – Paolo Guidetti presidente Ordine degli Ingegneri – Francesco Spallanzani presidente del Collegio dei Geometri – Stefano Cervi presidente dell’Ordine Periti industriali)