Autore e Copyright immagine: Roberto Brancolini

Valutare la fattibilità di un percorso di co-programmazione tra Comune e realtà del Terzo settore per attuare “azioni di prevenzione, contenimento e cura verso i comportamenti aggressivi e scorretti dei gruppi giovanili” e realizzare iniziative volte a trasformare gli spazi cittadini in luoghi di aggregazione, divertimento, socializzazione, cultura e svago.

È quanto chiede all’Amministrazione l’ordine del giorno “Sperimentare linguaggi condivisi per affrontare il disagio giovanile in modo integrato” di Pd, Verdi e Modena civica, illustrato dalla consigliera Ilaria Franchini (Pd) e approvato con il voto a favore anche di Sinistra per Modena, Movimento 5 stelle e l’astensione di Lega Modena, Forza Italia e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 24 giugno.
Il documento, riprendendo anche quanto espresso dall’assessore alle Politiche giovanili Andrea Bortolamasi in occasione della risposta a una interrogazione sul tema, invita inoltre il Comune “a creare un gruppo di coordinamento che coinvolga cittadini, famiglie, associazioni del terzo settore, servizi socio-sanitari, ma anche le istituzioni, per comprendere e aiutare tempestivamente i ragazzi nel proprio disagio e rispondere alle esigenze dei singoli e dei gruppi, alle aspettative di crescita e vita sociale”. Infine, la mozione propone di avviare un progetto pilota, a partire dal contesto problematico individuato in Centro storico, “che possa vedere la sperimentazione coordinata da parte di settori diversi dell’Amministrazione comunale, di nuovi linguaggi e metodi di coinvolgimento attivo e responsabile dei giovani, per sperimentare nuove forme di politiche giovanili, con l’obiettivo di coinvolgere al meglio ogni soggetto interessato o con potenzialità di interazioni costruttive per la città”.
Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia), dopo aver premesso che il livello di preoccupazione si sta alzando, ha affermato che “questi ragazzi stanno esagerando e bisogna affrontare seriamente il problema prima che qualcuno di loro si faccia davvero male. E altrettanto seriamente – ha aggiunto – bisognerebbe affrontare il tema dei negozietti che li riforniscono di alcolici”. La consigliera, quindi, ha motivato l’astensione definendo l’ordine del giorno “troppo blando rispetto alla situazione e alla necessità di tutelare i ragazzi da loro stessi”.
Per il Pd, Vittorio Reggiani ha detto che “lo spirito dell’ordine del giorno è allargare il focus di un problema, molto serio, che però è parte di un mosaico più complesso. Le politiche giovanili, per essere efficaci, hanno bisogno di continuità nella progettazione e del coordinamento tra tutti i soggetti che a vario titolo se ne occupano. Per questo – ha aggiunto – è fondamentale il coinvolgimento del terzo settore, dove esistono esperienze notevoli che hanno bisogno di entrare in un’azione più ampia, che possa gestire la complessità e non solo un aspetto del problema”. Ilaria Franchini ha sottolineato che l’ordine del giorno non era indirizzato solo a gestire il disagio, “l’obiettivo è, invece, evitare che tutte le riflessioni sui giovani siano incentrate solo sulla repressione. Vogliamo avviare una riflessione per trovare nuove elaborazioni e nuove strade, mettendo in discussione quanto fatto finora, e vogliamo mettere i giovani al centro delle azioni fatte per loro, non dare soluzioni perfette che non abbiamo”. E Irene Guadagnini ha aggiunto che “dovrebbero essere i giovani a parlare di se stessi e a prendersi gli spazi per farlo e non noi, perché le situazioni sono tantissime e diverse tra loro. L’odg, dunque, è volutamente ampio, perché nomina tante azioni diverse, prevede il fondamentale coinvolgimento delle parti in causa e la collaborazione dei diversi settori, indispensabile per ottenere buoni risultati”.
Secondo Giovanni Bertoldi (Lega Modena), il documento pone un tema “condivisibile” ma “non propone soluzioni concrete ed efficaci. I disagi, tanti e diversi, sono reali e riguardano tanti giovani, non sono solo le baby gang, e sono modi con cui i ragazzi ci dicono che anche loro esistono. Il problema – ha proseguito – va affrontato in modo complesso. La mozione dà la possibilità di ragionare sul tema, ma è solo un inizio: servono proposte serie, concrete e con persone capaci di approntare le soluzioni migliori”.
Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha affermato che “il problema non è nuovo, però cambia sempre e le risposte dell’amministrazione dovrebbero potersi rimodellare di volta in volta. Bisognerà diventare molto agili mentalmente e molto capaci professionalmente. Non è sufficiente tenere sotto controllo il problema fino a quando non capita qualcosa di grave: qui la prevenzione è fondamentale. Il documento suggerisce soluzioni, non precise ma comunque utili, anche se alle vere azioni manca ancora un passettino”.