Mostre, visite guidate e conferenze per raccontare i cent’anni della sua storia, ma anche un documentario che raccoglie le testimonianze dei tanti che in quella scuola hanno studiato e mostra le trasformazioni che ha affrontato per adeguarsi ai cambiamenti del mondo del lavoro. Sono alcune delle iniziative per celebrare, a partire da ottobre, il centenario dell’Istituto scolastico superiore Fermo Corni che entreranno nel programma che l’associazione Amici del Corni sta elaborando col sostegno del Comune di Modena.

Le prime anticipazioni delle iniziative per il centenario sono state fornite dall’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi che, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 1 luglio, ha risposto a un’interrogazione sul tema proposta da Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) che, sottolineando “l’importanza del contributo scolastico e professionale che l’istituto ha dato alla storia industriale modenese e non solo, con le migliaia di studenti preparati per il mondo del lavoro e la forte sinergia creata con la facoltà di Ingegneria meccanica”, ha chiesto, appunto, quali siano le celebrazioni previste.
Aprendo la sua risposta, l’assessore Bortolamasi ha ricordato il ruolo centrale svolto dall’Istituto Fermo Corni nell’ambito della formazione tecnica, artigianale e industriale del territorio modenese. “Celebrare i cento anni di attività continuativa della scuola fondata nel 1921 da Fermo Corni è, quindi, un’esigenza di tutta la città, e un riconoscimento verso le persone che vi hanno investito nel tempo impegno e lavoro. Ma è anche l’occasione – ha aggiunto – per sottolineare la vitalità di una scuola che ha saputo rinnovarsi nel tempo e rimanere al passo delle trasformazioni in ambito produttivo industriale, rappresentando anche uno degli ecosistemi più fertili su cui si muove e si sviluppa il tessuto manifatturiero e industriale del territorio”.

Tra gli elementi di vitalità dell’Istituto, “testimonianza del radicamento della scuola nel tessuto cittadino”, l’assessore ha citato in particolare l’attività dell’associazione Amici del Corni che riunisce ex allievi e professori: l’associazione “si è fatta interprete della necessità di celebrare il centenario della scuola e sarà il principale riferimento per la progettazione delle attività”. Il programma, ha aggiunto ancora l’assessore, prevederà anche un’edizione speciale del Premio Corni, e si articolerà in diversi luoghi della città, con l’ambizione di essere diffuso e in rete con diversi soggetti culturali, e di creare momenti di incontro e confronto sul ruolo, anche in prospettiva, dell’istituto Fermo Corni in città.
Aprendo il dibattito dopo la trasformazione in interpellanza, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha suggerito di valorizzare l’istituto Fermo Corni anche negli spazi delle ex Fonderie, “in connessione con l’Università, approfondendo i valori professionali, tecnologici e formativi che questa scuola ha saputo esprimere, cogliendo anche l’occasione per creare sinergie dedicate alle attività che vengono sviluppate dall’istituto”.

Dopo aver ricordato di esserne stato uno studente, Stefano Manicardi (Pd) ha ribadito l’importanza dell’istituto Fermo Corni, “nato per dare una possibilità di studiare a tutte le fasce della popolazione, contribuendo anche a formare tanti futuri artigiani e piccoli imprenditori che hanno appreso le basi del mestiere in questa struttura”. Il consigliere ha auspicato “che le celebrazioni coinvolgano l’intera comunità”.
In replica, il consigliere Giacobazzi ha sottolineato che l’istituto Fermo Corni “è un’eccellenza modenese riconosciuta anche fuori regione, nota anche alle nuove generazioni”. Il consigliere ha annunciato poi la presentazione di una mozione che contiene alcune proposte per le celebrazioni del centenario della realtà scolastica.
In conclusione del dibattito, l’assessore Bortolamasi ha spiegato che è in corso una riflessione per collocare una sezione museale dell’istituto Fermo Corni alle ex Fonderie “in un hub di diffusione dei saperi dedicato alla storia e le storie del lavoro in città, rappresentato in tutte le sue componenti, su cui stiamo riflettendo assieme anche all’Istituto storico di Modena”. Gli spazi delle ex Fonderie, ha continuato, “dovranno rappresentare l’anello di congiunzione tra la storia del lavoro nel Novecento e le prospettive future, con i progetti legati all’automotive nell’ambito del Dast, il Distretto per l’Accelerazione e lo sviluppo della tecnologia”.