Il team Euroracing, composto da 10 ragazzi/e del laboratorio HiPERT Lab del Dipartimento di Fisica Informatica e matematica di Unimore, prenderà parte, oggi 23 ottobre, alla finale della competizione Indy Autonomous Challenge: la prima competizione di auto da corsa a guida autonoma, che si terrà nel noto circuito Indianapolis Motor Speedway (IMS). Nella gara si affronteranno 21 squadre provenienti da università di tutto il mondo, in competizione per il premio finale di 1,5 milioni di dollari.

Il team, guidato dal Prof. Marko Bertogna di Unimore, coinvolge anche studenti e studentesse delle università di Pisa, Zurigo e Varsavia.

Attualmente 11 membri del team sono ad Indianapolis per la finale. Prima della gara vera e propria si disputerà una qualifica, nella quale le auto dovranno completare un numero da definire di giri in solitaria dell’ovale dell’Indianapolis Motor Speedway, in 15 minuti o meno (≥ 160 km/h in media) e almeno uno di quei giri in 75 secondi o meno (≥193 km/h). Le prestazioni determinano la posizione di partenza della gara finale.

La gara finale vedrà invece un testa a testa tra le auto, che dovranno tagliare il traguardo in 25 minuti o meno (vale a dire una media ≥ 193 km/h), completando un numero di giri da definire intorno all’ ovale IMS.

Il progetto è sponsorizzato da multinazionali del calibro di Cisco, Bridgestone, Intel e Microsoft.Nello specifico, il team Euroracing di Unimore collabora con tre aziende: Technology Innovation Institute (TII), un centro di ricerca formato da ingegneri e ricercatori impegnati in robotica e mondo digitale, con sede ad Abu Dhabi; Megaride, azienda italiana impegnata in realizzazione di prodotti software, procedure di test e strumenti di sviluppo per le diverse aree di competenza del motorsport e Claytex, azienda specializzata in modelli e simulazioni di sistemi complessi.

“La gara di Indianapolis – commenta il Prof. Marko Bertognaè una pietra miliare che si colloca nella tradizione degli storici Grand Challenge che hanno dato vita a startup divenute celebri nel mondo della guida automatica. È un onore anche solo poter essere presenti e collaborare con gli altri team allo sviluppo di tali applicazioni futuristiche. Alzare l’asticella dell’autonomia a bolidi che sfrecciano a 300 km/h permette di creare quell’ecosistema tecnologico necessario ad aumentare il grado di confidenza con cui realizzeremo applicazioni molto più utili, che verosimilmente cambieranno il paradigma della mobilità quotidiana. L’Università di Modena e Reggio Emilia è in prima fila in questa sfida.”