Prenderà il via lunedì alle 9.30, presso la scuola di Pigneto, il progetto: “Un albero per il futuro”, promosso dall’Istituto ‘Berti’, in collaborazione con i Carabinieri della Biodiversità, il Comune e le Guardie Ecologiche Volontarie. L’iniziativa, che si svilupperà nell’arco di tre anni, interesserà tutte le aree di pertinenza delle cinque sedi scolastiche presenti sul territorio.

“Dopo il progetto finalizzato alla riduzione dell’uso della plastica – sottolinea la Dirigente scolastica, Giuliana Marchetti – abbiamo aderito con entusiasmo alla proposta dei Carabinieri Forestali, per sensibilizzare ulteriormente i nostri ragazzi sull’impegno soggettivo per contrastare i mutamenti climatici”.

Nell’arco dei tre anni i ragazzi potranno monitorare i risultati della loro attività; durante gli incontri in classe il personale dei Carabinieri Forestale coinvolgerà gli studenti, che riceveranno un attestato di partecipazione, per conoscere le caratteristiche degli ambienti circostanti, invogliando i ragazzi a fare attivamente qualcosa per migliorare la qualità ambientale. Si resta ‘nel solco della continuità’ rispetto alla prima festa dell’albero, celebrata in Italia nel 1898, per volere dello statista Guido Baccelli, quando ricopriva la carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Una ‘continuità che si è evoluta e tiene conto delle nuove sfide alla quali siamo oggi chiamati. Infatti, con uno smartphone i ragazzi potranno geolocalizzare l’albero messo a dimora, perché sia un segno di cambiamento e cambi il futuro di tante aree. I dati, inviati ai Carabinieri della Biodiversità formeremo “Il bosco diffuso” che mostrerà quanti alberi sono stati piantati e dove.

Un algoritmo studiato dall’Università della Tuscia (VT) mostrerà il risparmio di anidride carbonica. Verranno confrontate le curve di accrescimento delle piante con i dati relativi allo stoccaggio di CO2. La dinamica di tale assorbimento potrà essere visualizzata anche tramite smartphone da tutti i partecipanti all’iniziativa. In questo modo ciascuno potrà seguire sia il contributo della “propria” pianta sia quello complessivo di tutte le piante messe a dimora durante il progetto. Rispetto al 1898 i ragazzi potranno rendere ‘social’ il loro impegno per l’ambiente.