Un ampio approfondimento sulla malattia di Behçet con coinvolgimento oculare è stato dedicato nella giornata di ieri, sabato 11 dicembre, nella sede dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. Organizzato dalla Struttura Semplice di Immunologia Oculare e dalla Rete delle Malattie Immunomediate, che è centro di riferimento nazionale per la diagnosi e la cura delle malattie infiammatorie oculari e sistemiche, l’appuntamento ha visto partecipare numerosi pazienti affetti da questa patologia e diversi specialisti.

Particolare attenzione è stata dedicata all’approccio interdisciplinare nella gestione clinica della malattia che vede coinvolte diverse specialità anche grazie alla pianificazione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) dedicati a una malattia tanto complessa.

La malattia di Behçet è una malattia rara che si presenta solitamente tra i 20 e i 40 anni, causata da una infiammazione cronica dei vasi sanguigni di tutto il corpo.

Nel 60% dei pazienti affetti, l’occhio risulta essere l’organo maggiormente interessato. I sintomi dell’infiammazione oculare o uveite comprendono annebbiamento o riduzione della vista, visione di macchie nere mobili o fisse nel campo visivo, mal di testa, sensibilità alla luce, dolore e arrossamento oculare. “Il riconoscimento delle caratteristiche cliniche da parte di un immunologo oculare” spiega il dott. Luca Cimino, responsabile della struttura “è essenziale per una diagnosi tempestiva e l’indicazione di una terapia appropriata con minimi effetti collaterali al fine di prevenire complicanze irreversibili”.

Dopo l’incontro, alla presenza del Direttore generale Cristina Marchesi e del Direttore del Presidio Ospedaliero Giorgio Mazzi, è stato inaugurato un Fluorangiografo-OCT wide-field, strumento all’avanguardia nelle attività di screening, diagnosi e monitoraggio terapeutico delle complicanze date dalla malattia.