parte dell’equipe: da sin. Sara Cassetti e Maria Grazia Cucca, tecniche audiometriste, Maurizio Negri, otorino e referente del Centro, Paola Benincasa, logopedista

È il primo senso che si sviluppa, già all’interno del grembo materno, e il suo corretto funzionamento è fondamentale per la crescita del bambino dal punto di vista neurologico e comunicativo, e quindi anche psico-sociale.

Il benessere dell’udito, di cui domani, giovedì 3 marzo, si celebra la Giornata Mondiale, è al centro dell’attività degli specialisti dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria (ORL) Area Nord dell’Azienda USL di Modena, diretta dal dottor Sauro Tassi, che ogni giorno mette competenze e professionalità al servizio dei pazienti con ipoacusia, in tutte le fasi della loro vita, sin dalla nascita.

A seguito della Delibera regionale che ha istituito lo screening audiologico infantile, nel 2012 il reparto ORL di Carpi è stato riconosciuto come Centro regionale di III livello ed esegue test audiometrici a tutti i nati nei Punti nascita di Carpi e Mirandola. Lo screening, garantito anche su tutto il resto del territorio provinciale e gestito sempre da professionisti Ausl, consente di individuare precocemente eventuali deficit uditivi: in Area Nord ne soffre circa un bambino su mille alla nascita, con diversi livelli di sordità, dalla più lieve alla profonda o totale.

Particolarmente importante è la pratica clinica degli impianti cocleari, di cui il reparto di Carpi è stato pioniere avendo iniziato già nel lontano 1998; dal 2003 è accreditato come Centro di riferimento regionale e dal 2004 include anche la popolazione infantile. Ogni anno, in media, sono 20 gli impianti cocleari eseguiti dal Centro, che opera su tre sedi (Carpi, Mirandola e Finale Emilia) e di cui è referente il dottor Maurizio Negri. A ciò si affianca l’applicazione di protesi acustiche, che interessa circa 2 bambini su mille nella prima infanzia: a differenza dell’impianto cocleare, che sostituisce la coclea nella sua funzione di trasformazione del suono in impulsi elettrici da inviare al cervello attraverso il nervo acustico, la protesi acustica è utile quando il grado di ipoacusia è lieve o moderato ed è determinato dalla mancata o ridotta capacità di trasmissione meccanica del suono dal timpano alla coclea.

L’attività del Centro non si esaurisce con lo screening e la pratica clinica, ma prosegue con un percorso finalizzato alla presa in carico globale dei bambini con ipoacusia, grazie al lavoro dei tecnici audiometristi con spiccate competenze nella relazione con i piccoli pazienti (Raffaella Vacchi, Sara Cassetti e Maria Grazia Cucca), e con la preziosa collaborazione di altri specialisti come pediatri, tecnici logopedisti e neuropsichiatri dell’infanzia.

La gestione del percorso diagnostico-terapeutico e riabilitativo dei bambini con ipoacusia – spiega il dottor Negri – coinvolge diversi specialisti perché serve un lavoro di squadra complesso per capire il grado di sordità di un neonato e quindi agire di conseguenza. Ormai è ampiamente dimostrato come l’impianto cocleare sia il trattamento di elezione delle ipoacusie di grado severo-profondo: è uno strumento molto efficace nella riabilitazione della funzione uditiva, e in particolare nell’accesso alla percezione uditivo-verbale, base della comunicazione verbale orale. L’équipe multidisciplinare permette l’adozione di procedure di selezione del candidato attraverso la valutazione di diversi elementi, tra cui l’eventuale presenza di comorbidità, controindicazioni all’intervento chirurgico e gli aspetti psicologici connessi”.

Dell’équipe fa parte anche la logopedista Paola Benincasa: “L’ambito entro cui operiamo presuppone la collaborazione tra personale ad altissima specializzazione: è fondamentale che il bambino con ipoacusia venga accompagnato nel percorso successivo alla protesizzazione acustica o all’attivazione dell’impianto cocleare con il monitoraggio dell’evoluzione delle abilità comunicativo-verbali nell’età evolutiva e la riabilitazione logopedica verbale, oltre al sostegno psicologico. Tutte le attività sono indirizzate all’inclusione del bambino all’interno della società, a scuola e in tutte le comunità in cui interagisce con i suoi pari e si realizza. Ovviamente l’accompagnamento nel percorso di riabilitazione successiva ad impianto cocleare riguarda anche la persona sorda adulta e anziana, che necessita altresì di sostegno anche con la consulenza specialistica del geriatra”.

 

I numeri

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oltre il 6% della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, ha una riduzione dell’udito, con un sensibile peggioramento della qualità della loro vita. Si stima che entro il 2050 oltre 900 milioni di persone (quasi uno su dieci) avrà una perdita uditiva disabilitante. La metà dei casi di ipoacusia può essere però prevenuta, attraverso misure di sanità pubblica.

In Italia sono circa 7 milioni le persone con problemi di ipoacusia, che corrispondevano al 12% della popolazione. L’ipoacusia riguarda una persona su tre nella fascia d’età tra over 65, ma solo il 31% della popolazione ha fatto un controllo negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non ne ha mai fatto una.

 

Le buone pratiche

  1. Un buon udito e una buona comunicazione sono importanti in tutte le fasi della vita
  2. L’ipoacusia e le malattie dell’orecchio correlate possono essere evitate attraverso azioni preventive come protezione contro i rumori forti, cura dell’orecchio e vaccinazione
  3. L’ipoacusia può essere affrontata quando viene identificata in modo tempestivo e si cercano cure appropriate.
  4. Le persone a rischio di ipoacusia dovrebbero controllare il loro udito regolarmente.