CNA, Confcommercio, Confesercenti e Lapam sollecitano il primo cittadino in merito all’estensione della ZTL in gran parte centro storico e ai lavori di riqualificazione di Corso Roma.

“Già negli incontri precedenti – commentano le associazioni – abbiamo espresso la nostra contrarietà a un “non progetto” che prevede la semplice chiusura di strade del centro, con contestuale diminuzione di parcheggi e di accessibilità, che sarebbe senz’altro causa di abbandono, degrado, spopolamento e insicurezza, a danno di chi lavora e vive nel cuore della città. Ma ora è necessario mettere un punto fermo che valorizzi la vocazione commerciale del centro storico”.

Nelle ultime settimane, infatti, si è assistito in città a un dibattito in cui è stato detto di tutto e il contrario di tutto: da chi vuole un centro senza le auto dei visitatori ma solo con la propria comodamente parcheggiata sotto casa; a chi, invece, lo vuole senza tutte le auto, in nome di un Piano Ambientale già ampiamente sconfessato dalla Regione.

Ma dov’era quest’anima ambientalista, verrebbe da chiedersi, quando sono stati cementificati, tra la tangenziale ed il casello autostradale, centinaia di migliaia di metri quadri di terreno con grandi strutture di vendita? E forse che gli aumenti di flussi di traffico in quel comparto non creano inquinamento?

“Sin da subito – aggiungono le associazioni – ci siamo detti contrari a delle chiusure indiscriminate. Nello stesso tempo abbiamo dato la nostra disponibilità a valutare dei progetti mirati e circoscritti che mettano al centro la riqualificazione del contesto urbano e sostengano gli investimenti delle imprese in esso operanti. Sempre che via sia una reale compensazione dei parcheggi. Esattamente come è avvenuto per il progetto di Corso Roma”.

A tal proposito è necessario fare il punto della situazione sul cantiere in atto, sullo stato di avanzamento dei lavori, sollecitandoli il più possibile, e sulla necessità di sostenere ora e subito le imprese di quell’area che innegabilmente ne stanno soffrendo la presenza. Sono necessari contributi a fondo perduto capaci di garantire la loro sopravvivenza fino all’ “inaugurazione” del nuovo C.so Roma, che siamo sicuri sarà bellissimo ma rischia di essere “vuoto”.