«Quando ogni mattina leggo la stampa o mi confronto con i delegati della nostra Uil Fpl su quanto sta avvenendo al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, rimango costantemente basito sul come i nostri politici, a cominciare degli assessori alla Sanità di Comune di Bologna e della Regione Emilia Romagna  e  la direzione generale del Policlinico Sant’Orsola, stiano affrontando i problemi del nosocomio di via Massarenti.

Chiariamo subito: l’eccellenza di medici, infermieri e operatori socio-sanitario è indubbia, ma le condizioni in cui lavorano sono pessime. Con altrettanto pessime ricadute sui cittadini.

E’ cronaca quotidiana quanto sta avvenendo. Come ci segnala la Uil Fpl Bologna, il pronto soccorso vive sull’approssimazione con i lavoratori che operano in piena emergenza e non ci riferiamo a quella dei codici rossi o gialli dei malati. Dove i codici azzurri che devono essere refertati entro 60 minuti, vengono visitati dopo 720 minuti. Non è immune da questa emergenza il pronto soccorso Pediatrico. Con immaginabili ricadute in termini disagi nei reparti.

Per non parlare delle Medicine e Geriatrie: oltre all’invenzione del quinto posto letto aggiunto nelle camere già sature, il paziente in attesa di ricovero viene ‘accomodato con i letto in soggiorno’. Come unica risposta, la direzione del Policlinico ha congelato le ferie agli operatori sanitari.

La nostra sanità è a meno di un passo dal baratro e gli addetti continuano a parlare utilizzando ‘faremo’ o ricorrendo a misure tampone che ledono i diritti dei lavoratori e dei cittadini.

Basta.  La Uil Emilia Romagna lo ha denunciato in ogni sede: bisogna fare presto e subito perché orai il punto di non ritorno sta per essere raggiunto».