Transizione digitale ed ecologica, riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche, e turismo come nuovo asset di crescita.

Sono alcuni degli obiettivi previsti dall’Agenda trasformativa urbana per lo sviluppo sostenibile (Atuss) del Nuovo Circondario Imolese, firmata e presentata oggi in Comune a Imola: 12 i progetti che hanno ricevuto il via libera della Giunta regionale. Potranno contare su 6 milioni e 470mila euro di contributo Fesr e Fse+, per un investimento complessivo di 9,4 milioni di euro.

Si va, solo per citare alcuni interventi, dalla realizzazione di nuovi collegamenti ciclo-pedonali e piste ciclabili alla creazione di laboratori urbani e culturali; dalla riqualificazione e valorizzazione di aree urbane ed edifici pubblici – tra cui una scuola, una piscina comunale e un parco – a progetti per l’assistenza degli alunni con disabilità.

I progetti riguardano i Comuni di Imola, Mordano, Castel San Pietro Terme, Medicina, Castel Guelfo, Dozza e il CON.AMI – Consorzio Azienda Multiservizi Intercomunale. Alla presentazione, insieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente del Nuovo Circondario Imolese e sindaco di Imola, Marco Panieri, il direttore generale del Nuovo Circondario Imolese, Sergio Maccagnani, e la creatrice del logo Atuss NCI, Elisa Lanconelli.

Quella del Nuovo Circondario Imolese è una delle 14 ATUSS dell’Emilia-Romagna, lo strumento di programmazione territoriale individuato dalla Regione per raggiungere gli obiettivi del Patto per il Lavoro e il Clima e della Strategia regionale Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in stretta collaborazione con i territori: i 9 Comuni capoluogo, Cesena (con Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina), il Nuovo Circondario Imolese e le Unioni Bassa Romagna, Romagna Fantina e Terre d’Argine.

Complessivamente sono a disposizione risorse per 114,5 milioni di euro della programmazione regionale dei fondi europei FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e FSE+ (Fondo Sociale Europeo Plus) 2021-2027 che, considerando i cofinanziamenti locali, mobiliteranno investimenti per oltre 164 milioni.

“Regione ed Enti locali insieme per uno sviluppo sostenibile e inclusivo dei nostri territori, oggi è la volta del Nuovo Circondario Imolese- commenta il presidente Bonaccini-. E nel percorso che attraversa la Regione per presentare le Agende Trasformative Urbane per lo Sviluppo Sostenibile, questa è una tappa particolarmente importante. Perché è la prima volta che coinvolgiamo le Unioni in politiche di programmazione territoriale di questa natura e perché il Circondario imolese ha subito danni gravi a seguito dell’alluvione di maggio. Siamo dunque particolarmente soddisfatti di poter garantire a questi Comuni risorse per investire in una strategia di sviluppo sostenibile. Una strategia, quella delle Atuss, che nel caso di Imola punta ad accrescere il ruolo della città come luogo attrattore di grandi eventi, grazie anche all’Autodromo, e al contempo sviluppare un turismo slow nel circondario, investendo in mobilità sostenibile e riqualificazione, anche energetica di spazi pubblici. Vogliamo far crescere le Unioni- chiude il presidente – perché siano sempre più protagoniste del cambiamento, dando nuove risposte ai bisogni delle comunità”.

“Un territorio più sostenibile, digitale e coeso: questo è l’obiettivo dei fondi ATUSS. Grazie alla Regione Emilia-Romagna e ai fondi europei in cui rientrano questi finanziamenti arrivano 6,4 milioni di euro, a cui si aggiungono 3 milioni di cofinanziamento da parte del territorio – sottolinea il sindaco Panieri -. Questa misura straordinaria fortemente voluta dalla Regione valorizza, fra le altre, tre aree a cerniera fra Emilia e Romagna, anche attraverso il fare sistema con il Con.Ami. Sono progetti importanti e strategici, che riguardano la ricettività e l’attrazione turistica, l’efficientamento energetico di alcuni importanti edifici, il miglioramento dei servizi e l’accompagnamento sociale delle disabilità. Sono interventi molto meditati- aggiunge Panieri – e in linea con le necessità del Circondario, un sistema territoriale complessivo che vuole rinnovarsi e rilanciarsi, premiando il gioco di squadra dei 10 comuni. Ognuno dei 12 progetti è situato in un luogo e/o in un comune specifico, ma riguarda tutto il Circondario e rappresenta un’opportunità per tutti. Voglio ringraziare il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il direttore del NCI Sergio Maccagnani, quanti hanno collaborato alla definizione del percorso ed Elisa Lanconelli, che nell’illustrazione sintetizza efficacemente l’insieme dei progetti: un modo nuovo di raccontare il lavoro di squadra, le prospettive future e le azioni che verranno intraprese”.

Le ATUSS regionali

In Emilia-Romagna sono 14 le ATUSS: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, Rimini, Cesena (con Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina), Nuovo Circondario Imolese, Unione Terre d’Argine, Unione Bassa Romagna, Unione Romagna Faentina.

Le ATUSS coinvolgono le città e i sistemi territoriali urbani e intermedi, comprese le Unioni di Comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti e in possesso di determinati requisiti e permettono di programmare in modo integrato le risorse dei fondi strutturali europei, Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e Fse+ (Fondo Sociale Europeo Plus). Nelle loro strategie, Comuni e Unioni hanno presentato 109 proposte: 14 riguardano le comunità digitali, 25 le infrastrutture verdi e l’energia rinnovabile, 52 la rigenerazione urbana, i percorsi cicloturistici, la cultura, 18 l’inclusione sociale e l’orientamento dei giovani.

Alle ATUSS la programmazione regionale affianca le Strategie Territoriali Integrate per le Aree Montane e Interne (STAMI), che coinvolgono le aree e i territori più fragili e periferici dell’Emilia-Romagna, come l’Appennino e il Basso Ferrarese, per contrastare i divari territoriali, garantendo ovunque opportunità e servizi di prossimità, valorizzando identità e potenzialità dei singoli territori e dei singoli luoghi per uno sviluppo pienamente sostenibile. Le STAMI, in corso di definizione, possono contare su 73,4 milioni di euro provenienti dai Fondi Fesr, Fse +, oltre che dai Fondi nazionali.