«L’artigianato e le sue maestranze rappresentano un’eredità di conoscenze e saper fare che caratterizza la nostra cultura e l’idea di qualità italiana nel mondo, oltre a rappresentare in molte aree un presidio economico e di coesione sociale». Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, si esprime così su un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato sui mestieri cosiddetti in via d’estinzione, cioè che non stanno assistendo a un ricambio generazionale.

Come evidenzia la ricerca, al primo trimestre 2023, dato più aggiornato, sono 17.775 le imprese artigiane attive in provincia di Reggio Emilia, pari a oltre un terzo (il 36,9%) delle 48 mila imprese totali. Alcuni mestieri, tradizionalmente identificati con l’artigianato, stanno tuttavia scomparendo. Come evidenzia l’analisi, diminuiscono le figure professionali che si occupano della riparazione di calzature e articoli da viaggio: in provincia di Reggio Emilia sono 28 rispetto alle 40 presenti nel 2013. Analogamente sono in calo le imprese che lavorano legno, sughero, paglia e materiali da intreccio: oggi sono 49 (tra cui 16 laboratori di corniciai) mentre erano 3 unità in più a marzo 2013. Le botteghe che si occupano della fabbricazione di gioielli, bigiotteria, e lavorazione di pietre preziose sono passate da 41 a 32 imprese, e nell’artigianato da 34 a 30 unità. La riparazione di orologi e gioielli è passata da 28 a 25 imprese, di cui 21 artigiane, 3 in meno rispetto al 2013.

«Complessivamente – conclude Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato – i settori considerati in un decennio hanno visto un calo del -15,5% in provincia di Reggio Emilia, con una riduzione analoga nell’artigianato, che in questi settori è molto presente e rappresenta l’84,5% delle imprese reggiane. Contestualmente al calo di queste imprese, si ha una diminuzione della domanda di figure specializzate in questi ambiti. A livello regionale, nel 2022 le imprese hanno previsto 310 figure professionali da inserire in azienda tra artigiani specializzati delle calzature, in lavorazioni artistiche del legno, orafi e addetti alla riparazione di orologi, in calo del 46,6% rispetto alle 580 figure professionali cercate nel 2017. La difficoltà di reperimento di figure con caratteristiche e formazione così specifiche è cresciuta di 38,3 punti, interessando oggi il 45,2% delle entrate previste dei profili in esame. Sono tutte maestranze che rischiano di sparire, per le quali serve preservare un’antica arte, un’abilità artigianale che rischia di estinguersi. Un insieme di competenze in grado anche di recuperare, riparare e rivalorizzare, dando una seconda vita agli oggetti in un’ottica moderna di economia circolare e sostenibilità».