Cavicchioli, Romagnoli,Vagnini, Abbati, Cuomo e Khafian

Un’attività molto complessa con una grande regia: è quella che quotidianamente a Modena viene condotta per prevenire e, quando serve, contrastare l’insorgere di epatiti. Domani, venerdì 28 luglio, ricorre la Giornata Mondiale indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): la data non è casuale in quanto in tale giorno del 1925 nacque Baruch Blumberg, il biochimico statunitense insignito del premio Nobel per aver scoperto nel 1967 il virus dell’Epatite B e sviluppato il primo vaccino. L’occasione si presta dunque per fare il quadro di quanto viene svolto oggi a livello ospedaliero in ambito cittadino, dove sia il Policlinico che l’Ospedale Civile di Baggiovara sono direttamente impegnati sia in ambito diagnostico che di cura. L’Azienda USL si occupa invece delle campagne di screening, sia sulla popolazione che su particolari categorie di cittadini.

Per quanto riguarda l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena sono quattro le Unità Operative coinvolte: la Medicina Interna del Policlinico diretta dal Professor Antonello Pietrangelo, la Medicina Interna a indirizzo Metabolico Nutrizionale con sede a Baggiovara diretta dal Professor Pietro Andreone, la Gastroenterologia del Policlinico diretta dal Professor Antonio Colecchia e Clinica di Malattie Infettive diretta dalla Professoressa Cristina Mussini.

L’Unità Operativa di Medicina Interna del Policlinico ospita un ambulatorio delle epatiti che effettua circa 4mila visite ogni anno. Al 2022 sono stati seguiti 745 pazienti con epatite C trattati con antivirali diretti e sono stati presi in carico 525 diagnosi da epatite B. Attualmente per epatite B sono in terapia 172 casi e 353 sono in follow-up. Sempre al 2022 sono stati registrati 450 casi di cirrosi, 240 di epatiti da steatosi, 195 a genesi autoimmune e 140 da malattie da accumulo. La Medicina Interna a indirizzo Metabolico Nutrizionale dell’Ospedale Civile di Baggiovara segue in un anno circa 500 pazienti affetti da epatopatia cronica HBV-relata di cui 160 cirrotici, altri 60 affetti da epatopatia delta di cui la metà cirrotici e circa 1500 persone con pregressa infezione da epatite C, di cui una ventina guariti dal 2019 ad oggi. Alla Clinica di Malattie Infettive si rivolgono circa 400 pazienti con epatite cronica HBV, dal portatore inattivo che esegue controlli una volta all’anno, al paziente in trattamento cronico e prolungato con analoghi nucleot(s)idici. Infine, per quanto riguarda la Gastroenterologia, nel biennio 2018-2019 sono stati trattati oltre 400 pazienti HCV+ con farmaci ad azione antivirale diretta (DAAs), con una forte attrattività infra ed extraregionale.

«Questi numeri non vanno letti singolarmente – è l’opinione del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Claudio Vagnini – ma rappresentano quello che di fatto è il lavoro di un team multidisciplinare il quale, ognuno per un proprio pezzetto, riesce a fornire risposte adeguate a chiunque si trovi a fronteggiare malattie di questa portata. Molto spesso questa attività resta sotto traccia ed è importante, in occasione della Giornata Mondiale contro le Epatiti, accendere i riflettori su questo problema. A tutti i professionisti vanno i miei complimenti per la gestione delle rispettive attività, di concerto con tutta la medicina territoriale».

In occasione della Giornata Mondiale contro le Epatiti l’Ufficio Informazione e Comunicazione dell’AOU di Modena ha progettato una mini campagna social con due reel di sensibilizzazione in pubblicazione nelle prossime ore, tra cui un’intervista a Luca Ferrari, un paziente di Tellaro (frazione di Lerici, in provincia di La Spezia) che da anni ha scelto il Policlinico e l’Ospedale Civile di Baggiovara per curarsi dopo aver contratto sia l’epatite B che l’epatite C. Il video, in forma integrale, sarà visibile sempre nelle prossime ore anche sul canale Youtube aziendale.

All’attività ospedaliera si accompagna, come detto, anche quella territoriale condotta dall’Azienda USL di Modena. A partire da febbraio 2022 è attivo sul territorio provinciale il programma di screening dell’epatite C che consente di rilevare le infezioni non ancora diagnosticate e avviare le persone alla valutazione per l’inizio della terapia con i nuovi farmaci ad azione anti virale diretta. Lo screening è rivolto ai cittadini nati tra il 1969 e il 1989; vengono inoltre sottoposti a screening tutti i pazienti in cura al Serdp (Servizio dipendenze patologiche) e le persone presenti nei centri di detenzione modenesi.

L’invito all’adesione è stato inviato a tutta la popolazione target tramite un SMS e una dettagliata comunicazione sul Fascicolo sanitario elettronico. Attualmente, per incentivare la partecipazione, i cittadini che hanno in programma un qualsiasi esame presso i 29 punti prelievo del territorio modenese ricevono qualche giorno prima un promemoria tramite SMS al fine di ricordare che, se non hanno già effettuato l’esame, possono aderire allo screening in occasione dell’appuntamento senza necessità di prenotare.

In provincia di Modena sono già stati sottoposti a screening 30.031 cittadini. Lo screening ha consentito di individuare 19 casi di infezione attiva da HCV per i quali, a seguito di visita specialistica da parte dei colleghi AOU, è stata avviata la terapia con i nuovi farmaci ad azione anti virale diretta. La terapia impostata ha permesso a questi cittadini di eradicare l’infezione da HCV azzerando la carica virale. Tutte le informazioni sullo screening sono disponibili sul sito AUSL www.ausl.mo.it/screening-epatite-c. Si ricorda inoltre che in provincia di Modena è attivo lo screening per l’epatite B e C rivolto ai migranti, profughi, richiedenti protezione internazionale che arrivano sul territorio provinciale.

 

Il commento dei professionisti

Gianluca Abbati, Medico Medicina Interna, AOU di Modena. «L’Unità Operativa di Medicina Interna del Policlinico diretta dal Professor Antonello Pietrangelo si occupa da oltre 50 anni di malattie del fegato sia dal punto di vista clinico che di ricerca, quest’ultima attraverso l’attività del Centro di Medicina Genomica e Malattie Rare “Mario Coppo” afferente alla struttura. L’attività clinica è rivolta a pazienti affetti da una ampia gamma di patologie del fegato, Tra queste in particolare le epatiti, che includono: epatiti virali (B e C) autoimmuni e epatiti alcoliche e non-alcoliche (cosiddetta steatoepatite).

La steatoepatite non alcolica rappresenta una parte rilevante dell’attività a causa della elevata prevalenza di nella popolazione di obesità e stile di vita sedentario. Negli ultimi anni, infine, vengono trattate un numero crescente di epatiti da farmaci, alcol, integratori e prodotti di erboristeria che rappresentano il problema emergente in questo campo. L’attività dell’ambulatorio delle epatiti, affidata, alla mia figura professionale, in gran parte rivolta a pazienti con epatiti virali con la gestione di terapie domiciliari e la valutazione periodica strumentale dei pazienti (ecografie, biopsie epatiche, elastometria/fibroscan).

Per quanto concerne le epatiti virali, vengono trattati i pazienti con epatite C con antivirali diretti, che permettono oggi di ottenere percentuali di guarigione che si aggirano attorno al 100%, ed i pazienti con epatite B che usufruiscono di terapie al momento meno efficaci ma che devono essere seguiti molto strettamente per l’elevato rischio di cirrosi, di epatocarcinoma e di trapianto di fegato. I pazienti con epatite autoimmune, la cui diagnosi deve essere precoce per evitare malattie rapidamente progressive. possono oggi usufruire di efficaci farmaci immunosoppressori, che comunque richiedono un’attenta sorveglianza clinica».

Alessia Cavicchioli, Medico Medicina ad indirizzo Metabolico Nutrizionale, AOU di Modena. «Collaboro con il Professor Pietro Andreone e con la sua equipe nell’ambulatorio epatologico afferente all’U.O. di Medicina Metabolica dell’Ospedale di Baggiovara, in cui si svolgono attività sia di pratica clinica che di sperimentazione farmacologica di fase 2B e 3.

Le sperimentazioni cliniche attive rientrano nell’ambito delle epatiti virali, autoimmuni e dismetaboliche. Nello specifico, per quanto riguarda l’epatite B, abbiamo protocolli di fase 2B e 3 di cui fanno parte 34 pazienti e sono previsti 2 ulteriori protocolli farmacologici che si avvieranno presto, aventi sempre come obiettivo il controllo definitivo dell’infezione da virus dell’epatite B. Per quanto riguarda il virus delta, oltre ai protocolli in corso, il nostro gruppo ha partecipato allo studio sulla Bulevertide, il cui risultato soddisfacente ne ha consentito la commercializzazione tanto che attualmente è prescrivibile tramite SSN per il trattamento dell’epatite delta. Il fatto che il nostro centro sia selezionato per condurre sperimentazioni farmacologiche rappresenta un’ottima opportunità terapeutica per i nostri pazienti poiché possiamo trattarli con farmaci innovativi e potenzialmente promettenti, prima che ne avvenga l’effettiva commercializzazione.

Nel nostro ambulatorio, oltre ai pazienti con epatopatie virali, seguiamo anche circa 600 pazienti affetti da epatopatie e colangiopatie autoimmuni, quali epatite autoimmune, colangite biliare primitiva e colangite sclerosante primitiva ed anche in questo ambito partecipiamo a protocolli sperimentali di fase 2 e 3.

L’ambulatorio rappresenta inoltre un punto di riferimento per la presa in carico di pazienti affetti da steatoepatite non alcolica, disordini del metabolismo lipidico e malattie rare metaboliche, per cui anche in questo ambito sono attive diverse sperimentazioni di fase 2, 3 e 4. Infine l’ambulatorio prevede il follow-up anche di pazienti affetti da epatopatia cronica avanzata complicata da cirrosi ed epatocarcinoma.

La Medicina Metabolica ha un servizio ecografico di III livello dedicato, con possibilità di effettuare ecografie con mezzo di contrasto, valutare la steatosi epatica, la stiffness del fegato e della milza con diverse metodiche, di cui una è il FibroScan. Inoltre nell’ambulatorio ecografico i pazienti possono essere sottoposti a procedure interventistiche eco-guidate a scopo diagnostico e terapeutico.

Infine c’è un’ottima collaborazione con il servizio di Endoscopia di Baggiovara, così come con il servizio di Radiologia di Baggiovara ed i colleghi diabetologi ed endocrinologi per la presa in carico multidisciplinare dei pazienti affetti da epatopatie croniche».

Gianluca Cuomo, Medico Malattie Infettive, AOU di Modena. «L’ambulatorio epatiti della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico di Modena si occupa da anni della presa in carico dei paziente affetto da epatiti virale, dal momento della diagnosi, fino al trattamento e al follow-up successivo, sia nel paziente co-infetto con HIV, sia nel paziente mono-infetto HBV, HCV, o HBV/HDV. Il paziente preso in carico per epatite cronica B o epatite cronica B/delta segue tutto il percorso diagnostico terapeutico presso la nostra struttura, dal prelievo ematico, agli esami strumentali basali (ecografia addome e fibroscan), alla prescrizione e monitoraggio del trattamento antivirale con analoghi nucleot(s)idici e/o nuovi trattamenti antivirali per epatite delta.

Tutto il follow-up clinico, laboratoristico e strumentale viene eseguito presso il nostro ambulatorio. Analogamente accade per il paziente affetto da Epatite cronica C, dal momento della diagnosi, alla prescrizione del trattamento antivirale specifico di breve durata, al follow-up clinico strumentale successivo.

Dal 2015, anno di introduzione dei nuovi farmaci ad attività antivirale diretta la nostra clinica ha eseguito circa 640 trattamenti antivirali, senza considerare che circa il 20% dei nostri 1600 pazienti HIV positivi era stato trattato precedentemente con farmaci di prima generazione quali interferone peghilato e ribavirina».

Dante Romagnoli, Medico Gastroenterologia, AOU di Modena. «La Struttura Complessa di Gastroenterologia, diretta dal Professor Antonio Colecchia, rappresenta un punto di riferimento della Regione Emilia-Romagna per la diagnosi e la terapia delle Epatopatie Croniche, della Cirrosi Epatica e dell’Epatocarcinoma. La Struttura ricopre un ruolo capofila del Gruppo Multidisciplinare dei farmaci dell’Epatite C Cronica della Regione Emilia-Romagna C e rappresenta inoltre il punto di riferimento provinciale per la presa in carico dei pazienti nell’ambito della Campagna di Screening Regionale per HCV, aree affidate alla mia figura e a quella della Dottoressa Veronica Bernabucci.

L’attività ambulatoriale ha una vocazione fortemente specialistica e prevede una diversificazione dell’offerta per la presa in carico dei pazienti con Epatopatia cronica ad eziologia virale, metabolica ed autoimmune, per la Cirrosi epatica e le sue complicanze e per l’Epatocarcinoma.

L’epatite virale C è un importante problema di Sanità Pubblica e l’OMS ha definito i target di eliminazione dell’Epatite C entro il 2030. L’Italia ha una peculiarità epidemiologica che riconosce la diffusione dell’infezione da HCV in una popolazione sommersa, ancora non diagnosticata, non soltanto nei cluster chiave, quali gli individui che consumano sostanze stupefacenti o i detenuti, ma anche nella popolazione generale, ignara dello stato di infezione sia per mancanza di conoscenza dei fattori di rischio che per una bassa percezione del problema a causa di una scarsa sensibilizzazione e conoscenza dell’Epatite HCV correlata.

L’ampliamento dei programmi di screening e l’elaborazione di modelli assistenziali per soddisfare i bisogni delle popolazioni target sono strategie che possono consentire all’Italia di eradicare l’HCV nel prossimo decennio».

Zaynalabedin Kahfian, infettivologo, Coordinatore Screening Epatite C Azienda USL di Modena. «Vorrei sottolineare l’importanza di aderire allo Screening offerto gratuitamente ai cittadini di tutta la provincia nati tra il 1969 e il 1989, che si può effettuare da solo o anche in occasione di qualsiasi altro esame presso i nostri punti prelievo. E’ un’opportunità per individuare in modo semplice e veloce una patologia che può avere esiti gravi se non si interviene precocemente. La maggior parte delle persone con Epatite C cronica infatti non presenta nessun sintomo o presenta sintomi generali come stanchezza cronica e depressione. Lo screening, dunque, è l’unico modo per individuarla, mentre la terapia disponibile da alcuni anni è semplice da assumere, sicura ed estremamente efficace: oltre il 95% delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione».