La Polizia di Stato quotidianamente interviene su liti che nascono in ambito relazionale, ovvero tra coppie, ma non solo. Le segnalazioni vengono inoltrate dalle persone direttamente coinvolte ovvero da terzi estranei che vi assistono.

In simili situazioni, determinante è la tempestività della richiesta di intervento, al fine di evitare che litigi banali degenerino, ancorché involontariamente, in vere e proprie aggressioni o in episodi ben più gravi.

Solo nello scorso week end le volanti del Commissariato di Carpi hanno gestito ben quattro interventi scaturiti da episodi di conflittualità interpersonale.

A partire da sabato mattina, alle ore 11.30, gli agenti intervenivano in via Pezzana, per una lite scaturita da attriti pregressi tra condomini, che si insultavano reciprocamente senza mai passare alle vie di fatto, grazie anche al pronto intervento degli operatori della volante, che ricostruivano la dinamica dell’evento e ascoltavano i testimoni presenti.

Nel pomeriggio di domenica, alle ore 16:00, la volante di Carpi interveniva presso il Pronto Soccorso, ove si trovava una donna in stato confusionale che riferiva di essere stata aggredita sul luogo di lavoro da un collega per futili motivi. Ricostruita l’esatta dinamica degli eventi, gli agenti identificavano il presunto aggressore e illustravano alla vittima la modalità con cui far valere le proprie ragioni.

Alle ore 19:00 sempre di domenica scorsa, la volante interveniva in via Federico della Zuanna per una seconda lite tra condomini. Nella fattispecie, una coppia, marito e moglie stranieri, veniva allo scontro con un altro cittadino straniero, regolare sul territorio nazionale, che pretendeva dai coniugi la restituzione della somma di 300 euro. I due uomini si aggredivano reciprocamente utilizzando come armi improprie rispettivamente un bastone in ferro e un casco da moto. Interveniva anche la donna a difesa del marito. I due oggetti atti ad offendere venivano sequestrati e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Tutti e tre gli autori delle reciproche violenze venivano denunciati per lesioni e minacce aggravate.

Nella serata di domenica, infine, la volante interveniva per una lite verbale tra ex coniugi.

La violenza contro le donne è un fenomeno strutturale, fortemente radicato, che si combina con la diffusione di stereotipi di genere. In gran parte sommerso, è trasversale a tutte le fasce sociali. Da qui nasce il progetto EVA poi evoluto in progetto SCUDO, applicativo interforze che consente di tracciare tutti gli episodi di particolare conflittualità interpersonale. Nella fattispecie, tutti gli episodi suddescritti sono stati inseriti nell’applicativo, dalla sala operativa del Commissariato procedente, come previsto.

Si tratta di un efficace strumento di supporto alla gestione delle attività di “pronto intervento” per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni connessi alle violenze domestiche o di genere,  destinato agli operatori della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri impegnati nei servizi di controllo del territorio. SCUDO, che integra i sistemi operativi multimediali e informativi già in uso alle Forze di Polizia, è un applicativo che consente di evidenziare i precedenti interventi degli equipaggi nei confronti di vittime di lite, o violenza, anche nei casi in cui non sia stata proposta denuncia o querela. In particolare, attraverso la consultazione di SCUDO, gli operatori delle Forze di Polizia possono avere sin da subito contezza di precedenti analoghi interventi presso il medesimo indirizzo e di calibrare così nel modo migliore l’attività operativa.  L’applicativo consente di ricostruire e tracciare, quindi, i diversi episodi che coinvolgono i presunti autori e le vittime, nonché di effettuare il monitoraggio delle attività di pronto intervento a livello nazionale.

Il Servizio Controllo del Territorio ha da tempo codificato in linee guida le “best practice” presenti sul territorio per la gestione degli interventi degli operatori di polizia legati alla violenza di genere, attraverso l’elaborazione di una processing card che schematizza le modalità operative da adottare nei diversi scenari e le successive attività di accompagnamento e supporto delle vittime, che prevede spesso il raccordo con i centri antiviolenza del territorio.