I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma hanno eseguito una verifica fiscale nei confronti di un’impresa attiva nella produzione nonché nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di prodotti ortofrutticoli.

L’attività ispettiva, condotta dal Gruppo di Parma, ha interessato i periodi d’imposta dal 2016 al 2021 durante i quali l’impresa controllata, avente sede operativa in città, ha svolto anche l’attività di compravendita di autovetture e il commercio al dettaglio di tabacchi e generi di monopolio.

I preliminari approfondimenti hanno consentito di rilevare l’omessa dichiarazione dei redditi, per l’anno 2016, da parte del titolare della ditta individuale nonché un’incoerenza tra le dichiarazioni fiscali e la sua capacità di spesa, con particolare riferimento all’acquisto di quattro immobili e di un’autovettura di lusso Porsche 997, all’acquisizione di un’azienda titolare di licenza per la vendita di tabacchi nonché al leasing finanziario di una Ferrari F142.

I successivi accertamenti sono stati eseguiti anche mediante indagini finanziarie che hanno permesso di ricostruire una cifra d’affari ben più ampia di quanto dichiarato all’Erario.

In particolare, all’esito delle attività di verifica fiscale sono stati ricostruiti ricavi non dichiarati per più di € 1.500.000,00 e Iva evasa pari a oltre € 330.000,00, derivanti anche dalla vendita di autovetture omettendone la fatturazione.

In conclusione, l’imprenditore è stato deferito alla Procura della Repubblica di Parma per il reato di dichiarazione fiscale infedele.

L’azione condotta dalle Fiamme Gialle di Parma testimonia la missione istituzionale del Corpo nel contrasto all’evasione fiscale per contribuire alle prospettive di ripresa e di rilancio dell’economia del Paese e favorire una più equa ripartizione del prelievo impositivo tra i cittadini (“pagare tutti per pagare di meno”).

Con il presente comunicato si intendono sottolineare i seguenti aspetti che denotano la particolare rilevanza pubblica dei fatti:

a) in primo luogo, l’ammontare certamente rilevante dell’evasione fiscale individuata che riguarda complessivamente elementi positivi di reddito non dichiarati per € 1.500.000 e un’IVA evasa pari a € 330.000, con conseguente ingente danno finale per le casse dello Stato, fatto in sé obiettivamente grave;

b) in secondo luogo, il rischio di una concorrenza sleale e di una maggiore competitività rispetto alle altre imprese del settore che, al contrario, si pongono in maniera più corretta sul mercato.