Annalisa Rabitti

L’incremento di 15 miliardi di euro del fondo per il Superbonus annovera, come è emerso in questi giorni, tra le fonti di finanziamento a cui attingere il Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità, che vedrà una riduzione pari a 350 milioni di euro, nel solo per il 2023.

Vogliamo dirlo in maniera più diretta? Diciamolo: stiamo assistendo al taglio di 350 milioni di euro per una fascia sociale già in sofferenza. Questo è il risultato.

Ad aggravare il quadro, una progressione pesante: i casi di persone con disabilità stanno aumentando. Nella mia città, Reggio Emilia, ad esempio, ogni anno una trentina di ragazze e ragazzi escono dalle scuole superiori ed entrano nella disabilità adulta. Il bisogno di fondi aumenta con il costante incremento dei numeri, mentre le persone con disabilità e le loro famiglie non posso aspettare: sono in attesa di risposte chiare, di progetti certi, di soluzioni per la loro vita difficile e spesso molto sola.

Dobbiamo lavorare per costruire un nuovo welfare di comunità, per creare un sistema che smetta di caricare sulle spalle delle famiglie, e delle donne in particolare, questo peso. Perché il carico maggiore della cura è sulle spalle delle donne e lo sarà ancora di più, quando si avvertiranno le conseguenze del “taglio”. Ancora una volta assistiamo a una sottovalutazione gravissima del problema: il Governo taglia questi fondi, scegliendo di dare la priorità ad altro.

Le persone fragili e le loro famiglie, spesso e comprensibilmente, non hanno la forza di protestare. Ma la voce va alzata e lo facciamo noi anche per loro, anzi lo vogliamo fare noi con le diverse Associazioni impegnate in questo campo e nella solidarietà, che invitiamo a mobilitarsi e protestate insieme: va detto con forza che si sta parlando di fragili, di anziani, ma soprattutto si sta parlando delle loro famiglie, perché la disabilità, quando arriva, è una ferita profonda che sconvolge completamente una famiglia. Ecco perché questo taglio è gravissimo, va respinto con fermezza e le risorse vanno rimesse in campo.

Un mese fa, la ministra delle Politiche sociali, Calderone ha organizzato a Rimini Expo Aid 2023, la prima edizione di un grande evento nazionale dedicato al mondo del Terzo settore e dell’associazionismo italiano, con lo slogan “Io, Persona al centro”, che voleva essere un’occasione per parlare di buone pratiche, “di piena attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e della partecipazione alla vita sociale, politica e civile di ogni persona e valorizzazione dei talenti e delle competenze di tutti”.

Ritengo eventi come questo solo di facciata se, mentre vengono organizzati con una mano, con l’altra vengono tagliate le risorse per le persone fragili, spostandole dal centro e mettendole in disparte. Una responsabilità etica, oltre che politica, molto grave. Come assessora alle Pari opportunità e alla Città senza Barriere sono davvero molto stanca di proclami e slogan, aspettando fatti che non arrivano.

(Annalisa Rabitti, assessora a Pari opportunità e progetto Reggio Emilia Città senza barriere)