Poco più che ventenne viveva a Novellara con il padre, la moglie del padre e i fratelli nati dal secondo matrimonio del padre (la madre naturale sarebbe stata uccisa in Pakistan quando lei era appena nata; morte ufficialmente riscontrata ancorché risulti ufficialmente, ad oggi, una causa naturale del decesso come dichiarato dal marito, odierno indagato).

Secondo quanto emerso dalle risultanze d’indagine la ragazza non era libera di uscire di casa, di cercarsi un lavoro, di avere contatti con il mondo esterno, di proseguire gli studi interrotti proprio in occasione dell’esame di terza media per volontà del padre. Gli adulti di riferimento le dicevano che era musulmana e che per questo doveva tenere comportamenti adeguati, inoltre gli dicevano di non fidarsi degli assistenti sociali che fortunatamente la seguivano. Di recente la ragazza rappresentava ai servizi sociali che il padre le aveva prospettato di partire per un viaggio in Pakistan e solo tale circostanza induceva la giovane ad accettare, per timore della sua incolumità, il collocamento in una comunità che peraltro, da tempo, gli era stato prospettato dai servizi sociali del comune di Novellara.

Il timore al viaggio in Pakistan era legato, oltre al contesto subculturale familiare nel quale si sarebbe consumato l’omicidio della madre per mano del fratello maggiore del padre (racconto del quale la ragazza aveva sentito numerosi dettagli nel corso della sua infanzia trascorsa nel paese d’origine), al fatto che nel 2021 la ragazza era stata costretta dal padre a contrarre matrimonio a distanza con un suo cugino, dalla stessa mai visto di persona e dalla stessa ritenuto figlio dello zio responsabile dell’omicidio della madre. In Pakistan si sarebbe celebrato fisicamente il matrimonio. Il tentativo di opposizione al matrimonio della ragazza aveva visto il padre minacciarla dicendole che gli sarebbe capitata la stessa sorte di Saman Abbas. La vicenda seguita dai servizi sociali da diverso tempo ha visto anche i carabinieri della stazione di Novellara procedere nei confronti del padre e della madre acquisita, entrambi di nazionalità pakistana, in ordine ai reati di maltrattamenti in famiglia e per il solo padre in relazione anche al reato di costrizione o induzione al matrimonio.

La Procura reggiana, diretta dal Procuratore Capo Calogero Gaetano Paci, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri di Novellara, supportate anche dalle attività condotte dai servizi sociali del comune di  Novellara, ha immediatamente richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dei due coniugi, lui 52enne lei 37enne residenti a Novellara, della misura cautelare del divieto assoluto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima e nei luoghi immediatamente adiacenti agli stessi, mantenendo una distanza di almeno 500 metri e il divieto di comunicare con la vittima con qualsiasi mezzo. Ha inoltre applicato ai due il braccialetto elettronico. I Carabinieri di Novellara ricevuta l’ordinanza applicativa della misura cautelare, vi davano esecuzione sottoponendo i coniugi provvedimento cautelare.

Il relativo procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.