Agenzia delle Dogane sede di Reggio Emilia, il sindaco Vecchi: serve un immediato confronto“Nel 2023 le esportazioni di Reggio Emilia hanno fatto registrare un incremento del 5,4% sul 2022, con conseguenti introiti di dazi, Iva e altri oneri, per oltre 131 milioni di euro. Limitatamente alle sole meccanica e meccatronica, il settore manifatturiero reggiano produce oltre 3 miliardi di valore delle merci. Se a questi settori uniamo moda e logistica, abbiamo il quadro di un comparto produttivo trainante a livello nazionale e di rilievo internazionale, e possiamo constatare che, nell’anno appena trascorso, le operazioni di import effettuate sono state oltre 152.000, mentre quelle di export oltre 132.000. Alla luce di questi dati, risulta evidente il valore economico e strategico della permanenza dell’Agenzia delle Dogane di Reggio Emilia, che deve restare nel pieno delle sue qualità e funzioni. Il governo, promotore della riforma, non può ignorare questa realtà, né introdurre aggiornamenti che non razionalizzano, ma anzi complicano e deprimono il contesto virtuoso in essere”.

Lo ribadisce il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, che nei giorni scorsi aveva scritto ai ministri Giorgetti e Urso, a seguito del prospettato ridimensionamento della sede reggiana della stessa Agenzia, nell’ambito di una riforma nazionale.

“Apprendiamo ora – prosegue il sindaco – che Reggio Emilia verrebbe sottoposta alla sede di Modena, compresa la dirigenza con relative funzioni decisionali. A Reggio Emilia rimarrebbe perciò una semplice sede operativa, depotenziata: una prospettiva allarmante per il sistema produttivo della città e del suo territorio, che ha ben delineato e argomentato la presidente di Unindustria, Roberta Anceschi.

“Considerato che si è ad oggi deciso per un rinvio della riforma, troviamo quanto meno necessario – conclude il sindaco Vecchi – un confronto in tempi stretti tra esponenti di governo, Agenzia e rappresentanze imprenditoriali, istituzionali e politiche della città e della Regione. Riteniamo infatti questa riforma altamente penalizzante per un’area produttiva che contribuisce in maniera determinante al successo economico nazionale”.