Autore: Francesco Grazioli – Copyright: Regione Emilia Romagna

L’obiettivo è duplice: contenere la popolazione degli ungulati, in particolare dei cinghiali, e limitare i danni alle produzioni agricole per contrastare la circolazione della Peste suina africana.

Non si ferma l’impegno dell’Emilia-Romagna e in particolare dell’assessorato all’Agricoltura su uno dei fronti più importanti della propria azione di controllo del territorio e di salvaguardia delle coltivazioni e degli allevamenti.

La Regione, infatti, ha da tempo indirizzato la pianificazione della gestione faunistico-venatoria della specie attuando sul proprio territorio tutte le modalità consentite dall’attuale legislazione nazionale. Una programmazione che ha permesso il raggiungimento di considerevoli risultati in termini di capi prelevati e mitigazione degli impatti, contribuendo alla diminuzione della presenza degli ungulati già prima dell’arrivo della Peste suina africana (Psa) sul territorio nazionale.

“L’Emilia-Romagna è una fra le regioni più virtuose in Italia per la gestione degli ungulati sul proprio territorio- sottolinea l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi- attraverso l’adozione di un piano strutturato di gestione e controllo, che ha introdotto strumenti innovativi e massima flessibilità d’intervento, oltre ad importanti risorse economiche destinate anche al sostegno del sistema produttivo. Oltre a provocare danni alle produzioni agricole- prosegue Mammi-, gli ungulati pongono criticità alla sicurezza stradale e sono i principali vettori della peste suina; dunque, il controllo della loro popolazione è una priorità per la messa in sicurezza del territorio e della filiera suinicola, che vale al consumo quasi 5 miliardi di euro. I risultati ottenuti finora sono incoraggianti e sono stati apprezzati anche dal Commissario straordinario nazionale Giovanni Filippini, che ringrazio per la collaborazione. Adesso è importante non abbassare la guardia perché la strada per arrivare all’eradicazione del virus è ancora lunga ma è un obiettivo che dobbiamo continuare a perseguire”, conclude l’assessore.

Le misure attuate per il depopolamento degli ungulati

Numerose sono state in questo senso le azioni intraprese che hanno visto la nostra Regione fare da apripista per soluzioni innovative finalizzate minimizzare l’impatto degli ungulati sulle attività antropiche, in particolare sulle produzioni agricole.

Già l’approvazione nel 2018 del Piano Faunistico Venatorio Regionale, che ora è in fase di rinnovo, ha attuato un controllo della specie in funzione dei danni arrecati sul territorio regionale e la previsione di gestione non conservativa sulla maggior parte del territorio regionale. Si è poi proseguito nel 2021 con l’approvazione del Piano di controllo Regionale, che consente la massima flessibilità di intervento su tutto il territorio regionale, senza limitazioni di orario e limite numerico di capi, e permette l’autodifesa da parte di agricoltori e allevatori, anche attraverso l’utilizzo di coadiutori di fiducia. Una misura che, solo nel primo anno di applicazione, ha consentito un aumento medio del 30% dei prelievi. Inoltre, i piani annuali di prelievo venatorio hanno ampliato la possibilità di attuare il prelievo in selezione a tutto il tempo dell’anno, fino alle ore 24.

Misure di gestione straordinaria sono state avviate per ottenere la diminuzione costante e progressiva della presenza della specie cinghiale sul territorio regionale per contrastare il virus della Psa. Facilitazioni aggiuntive per il prelievo della specie sono state introdotte dall’approvazione del Piano Regionale Interventi Urgenti (Priu) ad agosto 2022. È stato, inoltre, esteso da tre a quattro mesi il periodo di caccia collettiva al cinghiale, non appena la normativa nazionale lo ha permesso.

Dal 2023 è stato previsto un investimento specifico di oltre 3 milioni di euro, di cui 1,1 previsti nel 2025 alle polizie provinciali e Città Metropolitana di Bologna per l’attuazione dei piani di controllo per attività di selezione (sia dei cinghiali che dei fossori), e quasi 2 milioni sono stati assegnati alla struttura commissariale, che ha affidato bandi a ditte specializzate per il tiro selettivo e la gestione trappole.

Nel 2024 il nuovo Regolamento Ungulati ha modificato in termini di maggiore incisività il prelievo venatorio della specie cinghiale.

Le misure dedicate alle aziende agricole

Per quanto riguarda le risorse regionali a sostegno delle aziende agricole, la Giunta regionale ha previsto per ogni anno uno stanziamento medio di 1 milione di euro su tutte le specie per i danni alle produzioni agricole, che è risultato congruo alle richieste pervenute. A questa cifra si aggiungono poi le risorse rese disponibili dagli Ambiti territoriali di Caccia (Atc) sui territori di propria competenza relativamente alle specie cacciabili.

Altre risorse saranno disponibili grazie alla conferma dello stanziamento annuo di 300mila euro destinato alle aziende che intendono tutelare le produzioni attraverso l’introduzione di sistemi di difesa preventiva.

I risultati ottenuti

Le azioni finora messe in campo hanno già ottenuto i primi risultati. Nel 2023 sono dimezzati i danni accertati alle produzioni agricoli a causa dei cinghiali, passati da 800mila a 400mila euro. Per quanto riguarda il controllo della specie negli ultimi 3 anni si è passati da circa 4.400 prelievi a 6.400, con un incremento superiore al 45%.