Tra i vincitori dei Poster Award al recente “Joint Congress of ESPE and ESE 2025” di Copenhagen, che ha visto la partecipazione di oltre 8mila endocrinologi pediatri e dell’adulto con più di mille contributi scientifici presentati, c’è lo studio condotto dal gruppo di lavoro del Prof. Lorenzo Iughetti (foto) del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto di Unimore insieme al gruppo della Prof.ssa Elena Righi del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze e brillantemente illustrato dalla dr.ssa Laura Lucaccioni.
I risultati ottenuti e presentati evidenziano come l’esposizione a inquinanti ambientali possa causare alterazioni nelle misure genitali durante i primi tre anni di vita, che possono influenzare lo sviluppo sessuale e la fertilità più avanti nel tempo. Gli ftalati sono un ampio gruppo di sostanze chimiche prodotte dall’uomo e ampiamente utilizzate nei prodotti di consumo quotidiano, come i detergenti per la casa, gli imballaggi alimentari, i giocattoli, i cosmetici e i prodotti per la cura personale.
Queste sostanze chimiche possono interferire con gli ormoni naturali del nostro corpo (perciò definiti endocrine disruptors: EDC) e possono avere effetti dannosi per la salute, compreso lo sviluppo sessuale nei bambini. Ad esempio, è stato dimostrato che i ragazzi/e esposti agli ftalati precocemente sviluppano alterazioni che possono portare all’infertilità.
In questo studio, i ricercatori Unimore hanno preso in esame campioni di 188 bambini – alla nascita, a 3 mesi, a 6 mesi e a 3 anni – e delle loro madri, dopo il parto e quando i loro figli hanno compiuto 3 anni. Hanno analizzato questi campioni per 8 principali metaboliti degli ftalati e hanno scoperto che tutti erano rilevabili in ogni campione nelle madri e nei bambini, aumentando progressivamente con il passare del tempo. Di fatto, la maggior parte dei bambini e delle loro madri superava la soglia di rischio per l’esposizione agli ftalati.
“Il nostro lavoro, che si inserisce su un filone di ricerca che stiamo sviluppando da oltre 10 anni, evidenzia come la precoce esposizione agli inquinanti ambientali possa influenzare la salute delle giovani generazioni e in particolare lo sviluppo sessuale e probabilmente la fertilità più avanti nel tempo. I livelli di ftalati, sostanze chimiche largamente utilizzate nei prodotti di consumo quotidiano e note per il potere di alterare il sistema endocrino, sono risultati molto più elevati di quanto ipotizzabile ed è certo che l’esposizione quotidiana a queste sostanze può effettivamente rappresentare un rischio importante a lungo termine. Credo sia importante essere consapevoli dei rischi per la salute ed è certamente necessario uno sforzo preventivo di salute pubblica per proteggere i gruppi vulnerabili” – ha commentato il Prof. Lorenzo Iughetti.