Isabella Conti e Marianna Madia (foto: Cristina Gaddi)

Terzo appuntamento, ieri in viale Aldo Moro a Bologna, per gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Emilia-Romagna, voluti e promossi dalla Regione, che si concluderanno il 6 giugno.

Un dialogo tra l’assessora al Welfare, Terzo Settore, Politiche per l’Infanzia e Scuola, Isabella Conti, e la deputata Marianna Madia, con al centro due temi: la proposta di legge bipartisan all’esame del Senato, e già incardinata alla Camera, che prevede per le piattaforme online l’obbligo di accertare accuratamente l’età dei bambini e di impedire l’accesso ai minori di 15 anni per non incorrere in sanzioni; e il podcast “Schermi pericolosi”, incentrato proprio sull’impatto  dell’iperconnessione sui più giovani, sull’educazione di genitori e figli all’uso consapevole dei social media e sulle responsabilità della politica.

Realizzato da Chora Media in collaborazione con l’associazione Arel-Agenzia di Ricerche e Legislazione, il podcast, disponibile gratuitamente online, si propone come strumento di sensibilizzazione e approfondimento su un fenomeno ormai confermato da numerose ricerche scientifiche. Persuasione, stimolo, azione, ricompensa e investimento: il sistema con il quale le applicazioni degli smartphone, e in particolare i social media, attirano la nostra attenzione e ci sottraggono tempo è ormai investigato e chiarito da tempo. Così come da tempo le voci dei neuropsichiatri infantili denunciano un aumento dei disturbi mentali degli adolescenti, correlabili proprio alla pervasività di questi strumenti: dall’isolamento sociale alla frammentazione dell’attenzione, fino alla vera e propria dipendenza.

“La scienza ci ha dimostrato che il cervello in formazione dei ragazzi non è in grado di difendersi da ferite che le nuove tecnologie moltiplicano e replicano- ha sottolineato Conti-. Dobbiamo rispondere al grido di aiuto dei nostri ragazzi. Non basta però prevedere delle cure, bisogna lavorare sulle cause di quel dolore. Non dobbiamo trovare nuovi posti letto per i ricoveri in neuropsichiatria, dobbiamo affrontare il problema alle radici. E questa legge può rappresentare un messaggio importante che rivolgiamo ai nostri ragazzi: comprendiamo il vostro disagio e vogliamo prenderci cura di voi”.

“La digitalizzazione rappresenta una risorsa fondamentale da sostenere- ha affermato Madia- ma è necessario riconoscerne anche i rischi, soprattutto per i più giovani. Il fenomeno dell’esposizione precoce a contenuti inappropriati o pericolosi è in aumento, anche a causa della carenza di strumenti efficaci di controllo.  Attualmente la verifica dell’età al momento dell’iscrizione è spesso limitata a una semplice autodichiarazione da parte dell’utente, facilmente aggirabile anche da chi non ha ancora raggiunto l’età minima richiesta. È indispensabile colmare questo vuoto normativo per garantire una reale protezione dei minori sul web e sui social network. L’obiettivo della proposta di legge è duplice: da un lato, promuovere un uso consapevole e sicuro delle tecnologie digitali da parte dei minori; dall’altro, responsabilizzare le piattaforme e i fornitori di servizi online affinché implementino sistemi di verifica dell’età solidi e non eludibili”.