Tra i topic del programma convegnistico del Motor Valley Fest 2025, grande interesse e attenzione sono stati dedicati alle prospettive tecnologiche del comparto automotive, al centro del convegno “Intelligenza Artificiale e Software Defined Vehicles: Il Futuro della Mobilità Connessa”, ospitato durante la giornata inaugurale (giovedì 5 giugno) nella sala del Leccio del Complesso San Paolo. L’appuntamento, moderato da Luca Barbieri, Managing Partner Blum, ha approfondito vari aspetti legati all’innovazione tecnologica, dall’IA alla guida autonoma, fino alla cyber-sicurezza e alle normative europee in relazione alle realtà americana e cinese.

Il primo dei KeyNote speech è stato affidato a Juergen Reers, Global Automotive & Mobility Lead, Accenture, che nel suo intervento ha evidenziato l’importanza dell’esperienza e dell’eccellenza nel panorama dei Software-Defined Vehicle (SDV). «Per creare valore attraverso i software e offrire nuovi servizi digitali agli utenti – spiega – Una leva fondamentale è la riduzione della complessità grazie all’innovazione aperta e alla creazione di ecosistemi. E la Motor Valley è un buon esempio di ecosistema che funziona come cluster regionale». In questo scenario, «c’è una forte concorrenza da parte della Cina, che sta entrando in tutti i segmenti di mercato con una strategia “software first” che li rende molto competitivi. In Cina si parla di “Intelligent and Connected Vehicle”, noi lo chiamiamo “Software-Defined X” e ha due dimensioni: la prima riguarda il creare nuove esperienze per l’utente grazie al software, la seconda riguarda l’eccellenza, cioè l’efficienza nei costi e nel time-to-market. Dai dati Nielsen e GfK emerge che la maggior parte degli utenti si aspetta la stessa esperienza digitale che ha sullo smartphone, se non migliore, anche all’interno dell’auto. Per questo l’esperienza software-defined è fondamentale per creare esperienze nuove, personalizzate e coinvolgenti». Sul fronte dell’eccellenza «il successo di molti player cinesi deriva dal modello a piattaforma, che suddivide il veicolo in più livelli, in base al bisogno di aggiornamento. Il livello più basso è lo “skateboard”: motore elettrico e struttura base, progettati per restare stabili a lungo, il secondo riguarda i sistemi di guida assistita e automatizzata, che devono essere flessibili, il terzo è l’interfaccia utente – infotainment e comfort – che deve poter essere aggiornata frequentemente, e il quarto livello è l’architettura dati e cloud, che dev’essere più stabile e condivisibile tra modelli e piattaforme, ad esempio per migliorare la sicurezza».

L’intervento successivo ha visto Ankur Deo, Senior Technical Leader and Subject Matter Expert SDV, Autonomous Driving, affrontare l’importanza dell’evoluzione verso gli AI Defined Vehicle (AIDV) per ridurre costi e tempi di produzione e massimizzare personalizzazione e autonomia delle vetture. «L’idea è rendere il software completamente indipendente dall’hardware e viceversa. In questo modo, se si vuole lanciare un nuovo modello di auto, è sufficiente cambiare alcuni elementi mantenendo il resto invariato. Tale indipendenza è un punto chiave degli SDV. Una delle maggiori sfide è l’elevata complessità del lavoro. L’integrazione è complessa e le richieste di sistema sono molto rigide. C’è poi la pressione sul time-to-market, ma l’agilità nello sviluppo è limitata e richiede una collaborazione complessa: l’hardware è prodotto da un’azienda, la piattaforma da un’altra, le app da un’altra ancora e ciò causa ritard. Inoltre, c’è la questione cruciale dei costi, sia iniziali che ricorrenti».

Per superare tali criticità, è fondamentale utilizzare l’IA «non solo come funzionalità del veicolo, ma in ogni parte del processo SDV. Ad esempio, con agenti IA, si può facilitare lo sviluppo software, facendo risparmiare il 25-30% del tempo e con un aumento della produttività del 30%».

In definitiva, «gli AIDV non sono il prossimo passo dopo gli SDV, ma una loro evoluzione. I modelli e le soluzioni che usiamo devono essere centrati sull’essere umano. Non si tratta di sostituire tutto con l’AI. La creatività resta umana. L’AI riduce il lavoro manuale e fornisce supporto».

A seguire, nel corso del “fireplace talk”, Dario Melpignano, Co-founder e Presidente Neosperience, e Marco Massara, EMEA Business Development Manager – Automotive & Mobility, Amazon Web Services (AWS), si sono confrontati sulle sfide che pone l’avvento dell’Intelligenza Artificiale. «Ogni 7 mesi – evidenzia Melpignano – l’intelligenza artificiale raddoppia la sua performance. Dall’anno scorso a oggi, i nostri clienti che hanno implementato su larga scala quelli che erano progetti sperimentali, ha aumentato i margini di profitto dal 50% al 100%. Per questo è fondamentale fare formazione e introdurre l’AI nelle organizzazioni facendo capire alle persone che non devono avere paura dell’AI, ma piuttosto di chi fa il loro lavoro usando l’IA con saggezza. Serve una presa di coscienza della realtà. Bisogna usare l’AI per rafforzare quello che ci rende più efficaci come venditori di automobili, perché no, come propositori di soluzioni che vanno nella logica della mobilità e integrare la filiera. Penso all’embedded insurance collegata al mondo automotive».

Marco Massara ha rimarcato l’importanza di «democratizzare l’accesso alla tecnologia, che è una delle barriere all’innovazione. L’evoluzione tecnologica ha consentito di abbassare le barriere all’ingresso del mercato automotive e di spingere sull’innovazione. La grande barriera oggi è avere l’idea, perché poi realizzarla è possibile con la tecnologia e le competenze interne e che i servizi cloud mettono a disposizione. E noi facciamo questo: lavoriamo con aziende che affrontano per la prima volta un problema e che devono risolverlo e le aiutiamo a costruire utilizzando le nostre tecnologie».

Il convegno si è concluso con due tavole rotonde che hanno avuto per protagonisti Ilario Gerlero, Associate Partner Sensor Reply, Luca Oggiano, CEO NablaFlow, Francesca Protano, Head of Technology Strategy & Product Innovation, CNH, e a seguire Michele Lattere, Transportation & Mobility Senior Sales Director Dassault Systèmes, Sara Notargiacomo, Co-Founder e CEO Huxelerate, e Riccardo De Filippi, CEO Motorsport Marelli.

I relatori del primo tavolo hanno affrontato da prospettive diverse l’impatto trasformativo dell’intelligenza artificiale, della robotica e delle tecnologie digitali nei rispettivi ambiti industriali, con particolare attenzione al settore agricolo, automobilistico e del design aerodinamico.

Ilario Gerlero, ha sottolineato come IA e connettività abbiano già cambiato profondamente l’uso delle macchine agricole e siano integrate da anni nei sistemi di automazione.

Luca Oggiano, fondatore di una startup norvegese attiva anche in Italia, ha illustrato come la sua impresa stia democratizzando la simulazione aerodinamica, rendendola accessibile anche a designer e architetti senza specifiche competenze ingegneristiche rendendola così alla portata di tutti, con potenziali applicazioni in mobilità, edilizia e sport.

Francesca Protano ha portato una riflessione sulle sfide attuali legate all’ingegnerizzazione dell’AI nei veicoli, che non deve implementata in modo isolato ma integrarsi con le competenze ingegneristiche tradizionali, in particolare quelle legate alla fisica e al model-based design.

Il secondo tavolo si è concentrato sul ruolo della simulazione come strumento imprescindibile per lo sviluppo di veicoli. Michele Lattere ha sottolineato come l’IA stia potenziando significativamente le capacità di simulazione, sia in termini di precisione che di velocità. L’adozione di una piattaforma integrata come la 3D Experience consente una collaborazione fluida tra reparti, riducendo i tempi di sviluppo fino al 75%.

Sara Notargiacomo ha spiegato come, provenendo dal mondo dell’HPC (High Performance Computing), la sua azienda abbia introdotto strumenti di simulazione orientati all’ottimizzazione dei software embedded nei veicoli, migliorando l’efficienza operativa, riducendo costi e rendendo possibile la risoluzione di problematiche in tempi rapidissimi.

Infine, Riccardo De Filippi ha portato la prospettiva del motorsport, spiegando come Marelli sviluppi software riprogrammabili e sistemi elettronici avanzati all’avanguardia ed evidenziando come l’IA a bordo consenta ottimizzazioni istantanee delle prestazioni e migliori l’affidabilità anche in condizioni critiche, come nelle gare endurance».