Una giornata speciale per la città di Modena e i suoi servizi territoriali: sono state inaugurate oggi, alla presenza del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, una nuova Casa della Comunità, la diciottesima nel modenese, e una nuova ambulanza. Da una parte un luogo fondamentale per la gestione delle cronicità e dei bisogni quotidiani, dall’altra un mezzo all’avanguardia nel trattamento delle emergenze, in particolare quelle cardiologiche, grazie a una specifica dotazione. Entrambe sono parte della rete sanitaria di prossimità che garantisce cure vicine ai cittadini.
Il complesso ex Estense, uno spazio che per secoli è stato punto di riferimento dell’assistenza sanitaria ospedaliera a Modena, inaugurato in viale Vittorio Veneto nel 1758 per volontà del Duca Francesco III e poi Ospedale Estense fino agli anni Duemila, oggi torna ad aprire le sue porte con il nome di Casa della comunità ‘Ghassan Daya’. Un punto di riferimento per la sanità attuale e futura, polo di erogazione di servizi sanitari e socio-sanitari territoriali vicino ai cittadini e ai loro bisogni di assistenza quotidiana, in particolare per persone con fragilità e malattie croniche.
Al taglio del nastro, insieme al Presidente de Pascale, erano presenti il Direttore generale dell’Ausl di Modena Mattia Altini e il Direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Luca Baldino, il Sindaco della città Massimo Mezzetti, la vice sindaca e assessora comunale alla Sanità Francesca Maletti, il Direttore del Distretto sanitario di Modena Andrea Spanò, e una rappresentanza dei Medici di Medicina Generale del territorio e delle associazioni di volontariato che collaborano con le aziende sanitarie nei Comitati consultivi misti.
Le due inaugurazioni
Prima di entrare nello storico complesso completamente ristrutturato, la donazione di un’ambulanza al Servizio Emergenza Territoriale 118 Modena da parte di un cittadino, Paolo Baraldi, in memoria del cugino Umberto Baraldi scomparso esattamente un anno fa, l’11 giugno del 2024. Il mezzo è dotato di attrezzature all’avanguardia, soprattutto per il trattamento delle emergenze cardiologiche, e il suo allestimento è stato curato personalmente da Paolo Baraldi, medico cardiologo che ha prestato servizio per molti anni negli ospedali Policlinico e Baggiovara. “Prima di morire mio cugino mi ha espressamente chiesto di fare donazioni nell’ambito della sanità – spiega Baraldi – ho pensato ad un’ambulanza perché sono un cardiologo ed è, inoltre, un modo per mantenere vivo il ricordo di mio cugino con un mezzo che girerà le strade del territorio e che porterà il suo nome sulla fiancata”.
A seguire, taglio del nastro e visita alla nuova Casa della comunità che porta il nome di Ghassan Daya, medico nato in Siria ed emigrato a Modena dove ha lavorato come medico di Medicina Generale fino alla sua morte nel 2008. Una scelta di intitolazione, da parte dell’Ausl di Modena unitamente all’Amministrazione comunale, che vuole ricordare e omaggiare un professionista per la sua passione e per l’apporto innovativo alla medicina generale modenese, oltre all’impegno nel volontariato (è stato tra i fondatori e presidenti dell’associazione Angela Serra per la ricerca sul cancro). A Ghassan Daya si deve la creazione, nel nostro territorio, di nuovi modelli assistenziali nel campo delle cure domiciliari, palliative, del diabete e dell’integrazione tra assistenza ospedaliera e territoriale. Ha contribuito alla nascita dell’associazionismo tra medici di famiglia ed è stato uno dei primi ad introdurre l’informatica negli ambulatori. All’inaugurazione questa mattina erano presenti la moglie Paola Bernardoni e la figlia Lisa Daya, dirigente farmacista dell’Ausl di Modena (una biografia più completa del dottor Ghassan Daya è consultabile sul sito del Comune di Modena all’indirizzo https://archiviostampa.comune.modena.it/archivio-comunicati-stampa/2010/11/assegnato-al-medico-ghassan-daya-il-premio-citta-di-modena).
La Casa della comunità Ghassan Daya di viale Vittorio Veneto è la diciottesima Casa della provincia di Modena aperta dall’Azienda USL e la seconda nella città di Modena dopo quella intitolata a G. P. Vecchi in via Rita Levi Montalcini inaugurata nel settembre 2020.
Una terza Casa della comunità è in programma a Modena, nell’edificio attiguo all’istituto Charitas in via Fratelli Rosselli: i lavori sono in corso, con apertura prevista nel 2027.
Il progetto e i servizi della Casa della Comunità
La progettazione e ristrutturazione dell’edificio, i cui lavori sono iniziati nel dicembre 2023, è stata effettuata dall’Azienda USL di Modena (proprietaria dell’immobile) per un valore complessivo di circa 1 milione e 500 mila euro di cui circa 1 milione di euro provenienti da fondi statali e la restante parte frutto dell’accensione di mutui da parte dell’Azienda. Un progetto reso possibile grazie alla sinergia con il Comune di Modena che ha realizzato il restauro e la riqualificazione di tutto il complesso storico monumentale ex ospedale Estense, con un intervento di consolidamento strutturale e miglioramento sismico che ha compreso anche la Casa della comunità di Modena. L’Azienda USL ha gestito tutte le finiture impiantistiche ed edili interne, compresa la realizzazione di un ascensore che collega il piano terra e il primo piano della struttura che ha una superficie complessiva di 950 metri quadrati.
La Casa della comunità Ghassan Daya, a cui si accede da viale Vittorio Veneto 15 è stata pensata e organizzata per offrire ai cittadini, in particolare i residenti nel centro storico e zone limitrofe, tutti quei servizi sanitari e socio-sanitari di prossimità fruibili nella vita quotidiana. Al piano terra si trova lo sportello dell’accoglienza, il Punto prelievi per esami del sangue e consegna campioni, il Punto unico di prenotazione e assistenza di base (gli ex sportelli Cup-Saub) dove usufruire di servizi quali la scelta del medico di famiglia; l’ambulatorio dell’infermiera di comunità per assistenza, ad esempio, nel monitoraggio terapie e monitoraggio parametri (soprattutto per pazienti cronici in accordo con medico di famiglia), piccoli interventi di medicazione e suture, promozione sani stili di vita; un ambulatorio di fisioterapia dove vengono effettuate visite e trattamenti. Al piano terra si trova anche l’ufficio per l’integrazione territoriale: un punto di riferimento per orientare il cittadino verso i servizi di cui ha bisogno, non solo sanitari ma anche di assistenza sociale, integrando l’offerta tra Azienda USL, Comune di Modena e associazioni di volontariato.
Al primo piano sono previsti 3 ambulatori di medicina generale, con supporto amministrativo ed infermieristico. Un vero polo dell’assistenza primaria che consente ai medici di famiglia di collaborare nella gestione dei pazienti e garantendo continuità nell’assistenza. Sempre al primo piano si trovano il Centro TAO (per il trattamento della Terapia Anticoagulante Orale) e due ambulatori per visite specialistiche in cui ruoteranno diverse branche. A completamento degli spazi si trovano sale d’attesa, servizi igienici, locali di servizio.
Il percorso partecipato: Casa Community Lab
Nella sua genesi la Casa della comunità di Modena Ghassan Daya ha visto la partecipazione di tutto il mondo locale del volontariato, del terzo settore e i servizi sociali del Comune, che hanno preso parte al percorso partecipato #Casa Community Lab voluto dalla Regione Emilia-Romagna per accompagnare il percorso da Casa della salute a Casa della comunità con un vero coinvolgimento della comunità. Nell’arco di circa un anno i professionisti dell’Ausl di Modena hanno organizzato diversi incontri e laboratori con Operatori dei Servizi Sociali Comunali, Rappresentanti delle Associazioni di Volontariato e del Comitato Consultivo Misto distrettuale, con la collaborazione del CSV Terre Estensi ed il Forum Terzo Settore per confrontarsi e definire insieme i bisogni reali dei cittadini abitanti nella zona di riferimento della nuova struttura e quali risposte fornire integrando i servizi sanitari, i servizi sociali e l’assistenza offerta dalle associazioni di volontariato. Il lavoro di gruppo porterà all’apertura, all’interno della Casa della comunità, di uno sportello dove un operatore prende in carico i bisogni della persona e la orienta verso i servizi più efficaci in modo integrato.