Il Circolo Culturale Nuraghe ‘Pinuccio Sciola’, con le sue iniziative, non è protagonista soltanto della cultura di Fiorano Modenese. Il suo impegno e la sua autorevolezza già lo hanno portato in passato a gestire importanti progetti di livello nazionale ed ora ha avuto l’incarico di gestire ‘Ritorno a Foresta’, progetto regionale ‘Incontro fra Comunità: Fiorano, Maranello, Ardara e Burgos’, con il finanziamento dell’Assessorato del lavoro della Regione Autonoma della Sardegna e il patrocinio della Federazione Associazioni Sarde in Italia.
Come spiega l’agenzia ‘Inform’: “Si tratta di una serie di iniziative dedicate ai discendenti delle famiglie che a cavallo degli anni ’60 del 900 furono costrette a lasciare la piccola frazione di Burgos, sede del Centro Rifornimento Quadrupedi per l’Esercito e a ricostruirsi una vita altrove”.
Il programma prevede la mostra fotografica ‘Foresta l’Infanzia’ curata da Antonio Bichiri e Antonio Cicilloni; la presentazione del volume ‘Foresta Burgos, terra di cavalli e soldati. Storia della sua comunità’ di Antonio Cicilloni; la prima nazionale del documentario ‘Ricordando Romero’ di Simonetta Columbu, a 31 anni dalla scomparsa del cittadino burghese Renzo Romero, stampatore d’arte, uno dei principali protagonisti del modernismo italiano, presente la figlia Randa Romero; l’esposizione multimediale ‘Renzo Romero. Il gesto e il segno’ con un percorso biografico artistico a cura di Caterina Innocenti Paulesu e l’introduzione di Mario Ledda, presidente del Circolo Nuraghe Pinuccio Sciola di Fiorano; la riproduzione del documentario ‘Acquatinta’ di Milla Pastorino, edito nel 1970, introdotta da Fabio Canessa, con la presenza in sala della regista Simonetta Columbu e della figlia Randa Romero. Conclude la giornata la cerimonia ufficiale di intitolazione della piazza a Renzo Romero ‘grafico e stampatore’.
Dal 1883 al 1954 a Foresta Burgos ebbe sede il Centro Rifornimento Quadrupedi con la realizzazione di scuderie e aree per il ricovero dei cavalli, nonché alloggi e 40 abitazioni, destinate prima ai militari con famiglia e poi a civili. Venivano qui allevati e addestrati i puledri di razza anglo-arabo sarda. Del villaggio restano ora sei edifici in precario stato di conservazione più la chiesa di San Salvatore, costruita alla fine dell’Ottocento in stile neo-medievale.