Applicare all’edilizia misure anti-caldo, pur necessarie per salvaguardare prima di tutto i lavoratori, ma pensate genericamente per tutti i settori, significa rallentare l’esecuzione delle opere pubbliche e penalizzare chi realizza infrastrutture essenziali. A seguito del recente incontro in Regione con le associazioni di categoria e i sindacati e dell’imminente ordinanza regionale per fronteggiare l’emergenza caldo, il Collegio Imprenditori Edili dell’Emilia sottolinea criticità concrete, a partire dal fatto che uno stop dalle 12,30 alle 16 potrebbe funzionare in fabbrica, ma nei cantieri edili sparsi sul territorio renderebbe impossibile il rientro pomeridiano, compromettendo lo svolgimento dei lavori e pesando sulla collettività con l’attivazione della cassa integrazione.

Il settore edile presenta peculiarità che lo distinguono nettamente da altri comparti produttivi. I cantieri non possono essere semplicemente bloccati come una catena di montaggio: sono spesso localizzati a grande distanza dalle abitazioni dei lavoratori, comportano logistiche complesse e tempi di organizzazione che non permettono interruzioni prolungate durante la giornata lavorativa. Soprattutto, una parte significativa di questi lavori sono commesse appaltate dalle amministrazioni pubbliche, opere fondamentali per la comunità che non possono subire ritardi.

Il paradosso è evidente e preoccupante: le stesse amministrazioni pubbliche che emanano ordinanze restrittive sono quelle che affidano alle imprese edili la realizzazione di infrastrutture essenziali, chiedendo il rispetto di tempi e scadenze rigorose. Strade, ponti, opere di manutenzione urbana, interventi di difesa idrogeologica rappresentano servizi indispensabili per i cittadini che non possono essere compromessi da misure che non tengono conto delle specificità operative del settore.

«La salute e la sicurezza dei nostri lavoratori rappresentano la nostra prima e assoluta preoccupazione – spiega il presidente del Collegio Imprenditori Edili dell’Emilia, Claudio Candini -. Siamo imprenditori che spesso lavorano fianco a fianco con i propri dipendenti, conosciamo perfettamente i rischi del caldo estremo e siamo i primi a voler adottare ogni misura necessaria per tutelare chi lavora nei nostri cantieri. Al tempo stesso, vogliamo che si considerino seriamente le esigenze specifiche delle imprese del nostro settore, che rischierebbero di essere fortemente penalizzate da un’ordinanza che non tenga conto di queste particolarità».

Il Collegio, a fronte del fatto che il caldo estremo è ormai diventato un fatto strutturale nei mesi estivi, propone quindi soluzioni alternative che possano coniugare efficacemente sicurezza e operatività: orari di lavoro flessibili da negoziare con i sindacati dei lavoratori, con inizio anticipato al mattino e termine entro le primissime ore del pomeriggio, accompagnati da deroghe comunali ai limiti di rumore per consentire l’avvio dei cantieri nelle ore mattutine più fresche. Le imprese si dichiarano inoltre disponibili a investire in strutture di protezione aggiuntive, aree refrigerate e sistemi di pause frequenti per garantire il benessere dei lavoratori.

Il Collegio Imprenditori Edili dell’Emilia ribadisce la propria piena disponibilità al confronto costruttivo con la Regione e le organizzazioni sindacali per individuare soluzioni condivise che tengano conto sia della prioritaria tutela della sicurezza sia delle esigenze operative di un settore strategico per l’economia e il benessere della collettività.