Può proseguire l’azione di tutela delle produzioni agricole dalle criticità derivanti dalla popolazione dei colombacci.
Dopo il Tar di Bologna, anche il Consiglio di Stato ha respinto, con un’ordinanza, un altro ricorso cautelare e ha riconosciuto la bontà dell’impianto giuridico del piano regionale di controllo del colombaccio, approvato lo scorso novembre. L’ordinanza sottolinea la prevalenza, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, dell’interesse pubblico a garantire la tutela delle produzioni agricole rispetto all’incremento venatorio come strumento di contenimento demografico della specie.
Il Piano consente il prelievo dei colombacci tra il 1^ aprile e il 15 settembre di ogni anno, per un totale massimo di 11mila esemplari e prevede interventi puntuali e localizzati su specifiche colture sotto la responsabilità delle Polizie Locali, Provinciali e metropolitana. La sua attuazione è, inoltre, vincolata ai soli periodi di semina, emergenza e maturazione delle colture.