Fra gennaio e marzo 2025 le vendite del commercio al dettaglio in Emilia-Romagna  sono diminuite del 1,4%. Penalizzate soprattutto le vendite di abbigliamento e accessori che hanno subito una flessione del 4,6%. Ipermercati, supermercati e grandi magazzini hanno incrementato le vendite del +1,3%. Le imprese registrate al 31 marzo sono risultate 41.480, 999 in meno (-2,35%) rispetto a un anno prima.

É quanto emerge dall’indagine sulla congiuntura di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna sul settore del commercio al dettaglio.

 

L’andamento per settore del commercio al dettaglio.

Fra gennaio e marzo 2025 le vendite del commercio al dettaglio in regione sono diminuite del 1,4%.

Quattro imprese su dieci hanno rilevato una contrazione dell’attività. Solo il 2% delle imprese ha ritenuto le giacenze di magazzino scarse rispetto alla domanda.

Il 30% delle imprese prevede un miglioramento nell’andamento delle vendite nel secondo trimestre.

 

L’andamento per tipologie di commercio al dettaglio.

Le vendite dello specializzato alimentare si sono leggermente ridotte (-0,7%), mentre quelle dello specializzato non alimentare hanno accentuato la tendenza negativa e sono diminuite del 2,5% rispetto allo scorso anno.

Penalizzate soprattutto le vendite correnti di abbigliamento e accessori che hanno subito una flessione del 4,6% ed il dettaglio dei prodotti per la casa ed elettrodomestici che ha registrato -4,2%.

Per gli altri prodotti non alimentari la flessione si è fermata all’1,1%.

 

L’andamento per dimensione dell’attività.

La flessione delle vendite è stata analoga, attorno al -2,2% sia nella piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) che nelle  imprese di media dimensione (da 6 a 19 addetti).

L’andamento è stato stazionario, -0,3%, nelle attività di maggiore dimensione, dopo il rimbalzo positivo che avevano avuto in autunno.

Ipermercati, supermercati e grandi magazzini hanno incrementato le vendite del +1,3%.

 

Il Registro delle imprese: iscrizioni e cessazioni.

In Emilia-Romagna nel primo trimestre dell’anno le iscrizioni di imprese del commercio al dettaglio sono state 1.605 poco più che nello stesso trimestre dell’anno precedente, ma sono rimaste ben lontane dai livelli anteriori al 2017.

Le cessazioni dichiarate sono lievemente diminuite scendendo a quota 2.907.

Considerando anche le variazioni di attività, il risultato è un saldo nel trimestre di -567 unità, -1,33%.

Le imprese registrate al 31 marzo sono risultate 41.480, 999 in meno (-2,35%) rispetto a un anno prima.

 

Lo studio completo su: www.ucer.camcom.it