I dazi sono un grande pericolo per l’economia reggiana, che nell’export verso gli Stati Uniti ha uno dei suoi pilastri. Crediamo che occorra creare urgentemente una unità di crisi provinciale per studiare l’impatto dei dazi in tempo reale e per proteggere imprese e posti di lavoro”.

Così Rosamaria Papaleo, leader di Cisl Emilia Centrale, sollecita le Istituzioni reggiane a fare rete per costruire un sistema di monitoraggio ordinato, capace di aprire il giusto paracadute per la nostra economia.
“A livello regionale sono state stimate 900 imprese che potrebbero subire contraccolpi e 15.000 posti a rischio. Nella provincia reggiana, considerando quanto e cosa viene esportato negli States, uno scenario prudente calcolato da Cisl stima  dai 1.300 ai 1.900 posti di lavoro che ballano, qualora la riduzione dei volumi verso il mercato statunitense arrivasse al 10 %. L’operatività dei dazi aiuterà a svolgere calcoli ancora più precisi per singolo comparto produttivo distinguendo tra prodotti finiti e supply chain”, prosegue Papaleo.

Certo, è vero che solo il testo definitivo dell’intesa tra Unione Europea e Casa Bianca chiarirà tutti i dettagli tecnici dell’operazione, “ma è chiaro fin da ora che non possiamo limitarci a reazioni frammentate o attendiste – incalza la Segretaria generale –: serve un luogo unico in cui far confluire analisi, dati e proposte operative. In questo modo faremmo davvero quadrato intorno all’economia e al lavoro, potendo definire con la forza di un intero territorio misure di intervento locali, regionali e nazionali capaci di produrre risultati senza sprecare risorse”.

PERCHE’ UNA TASK FORCE PROVINCIALE
L’appello di Cisl è rivolto a Provincia, Comune capoluogo, Camera di Commercio, alle Unioni dei Comuni, all’Università di Modena e Reggio e al mondo delle associazioni di categoria.
La task force serve per capire in tempo reale le situazioni imprenditoriali più sotto stress e prevenire il rischio di contraccolpi occupazionali, analizzando i vari scenari di impatto sulle filiere e sull’indotto prodotto dal rinculo della domanda interna americana per il Made in Reggio. La premessa operativa è la mappatura indispensabile dei codici doganali (HS) colpiti, un parametro utile per individuare le singole aziende reggiane più esposte alla rappresaglia dei dazi e per modulare strategie e richieste per sostegni fiscali, credito e formazione.

UN PREZIOSO GPS ECONOMICO
I codici doganali sono un vero e proprio gps economico che permette di localizzare con precisione prodotti, aziende e lavoratori nel mirino dei dazi. Ma non solo: i codici consentono di misurare l’impatto dei dazi mese per mese con dati oggettivi e di dirigere risorse pubbliche (fiscali, finanziarie, formative) in modo chirurgico. Senza la lente HS, l’analisi resta macro e le contromisure rischiano di arrivare tardi o di disperdersi: per questo la Cisl chiede che l’Unità di crisi reggiana assuma i codici doganali come parametro guida di tutta la strategia di monitoraggio e intervento, prevedendo rapporti trimestrali al servizio di tutta la comunità economica del territorio

LA TEMPESTA PERFETTA
Quella che si sta palesando è una tempesta perfetta: in questa fase abbiamo l’anima del nostro sistema produttivo, il manifatturiero, che è in crisi e che ha bisogno di un piano strategico nazionale ed europeo per il suo rilancio. Mentre si stenta a risolvere questo rebus, la minaccia dei dazi aveva prodotto un’ulteriore flessione dell’export. Lo spiegano bene i numeri della Camera di Commercio sul primo trimestre del 2025, segnalando che le esportazioni reggiane verso gli Usa si sono già ridotte del 9.8%. “Un campanello d’allarme grande così, che dimostra come, coi dazi a regime, sarebbe un delitto procedere in ordine sparso”, chiosa Papaleo.