“Per quasi due anni Seta a Modena ha negato un trattamento economico degno ai suoi autisti e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro, propinando turni di 14 ore e una mole incredibile di straordinari. Ora scopriamo che l’azienda farà arrivare dalla Campania autisti gettonisti per tappare le falle negli organici di personale, creando clamorose disparità di trattamento”.

Così i leader confederali Daniele Dieci (Cgil Modena), Rosamaria Papaleo (Cisl Emilia Centrale) e Roberto Rinaldi (Uil Modena e Reggio) commentano la notizia, confermata dall’agenzia di lavoro interinale avellinese Apis Srl. Come riportano gli organi di stampa, Apis ha sottoscritto un accordo con Seta per la fornitura dal prossimo ottobre di un primo nucleo di 10 autisti da impiegare su Modena, Reggio e Piacenza. Figure che hanno partecipato ad un bando di Air Campania (azienda regionale dei trasporti) e che sono in attesa di uno scorrimento delle graduatorie.

 

OCCORRE VALORIZZARE IL TERRITORIO
Le peggiori previsioni dei sindacati, quindi, diventano realtà.
“Seta ha agito nell’ombra, senza alcuna trasparenza, senza alcuna volontà di confronto con le organizzazioni sindacali confederali e di categoria, mettendo tutti, Istituzioni comprese, di fronte al fatto compiuto – evidenziano i sindacati reggiani –. Questa è una nuova, lampante manifestazione di arroganza da parte del gruppo dirigente di Seta, incurante di corrette relazioni sindacali e sordo alle istanze territoriali”

SOLO LE BRICIOLE PER IL PERSONALE SETA
Cgil, Cisl e Uil ricordano come, a partire dall’autunno del 2023, Seta ha sistematicamente bocciato ogni richiesta sindacale di miglioramento salariale e operativo del proprio contingente di autisti, figure che con un senso del dovere fuori dal comune hanno permesso di evitare il tracollo del trasporto pubblico locale. Nonostante le proposte per un miglior trattamento economico giunte anche dagli amministratori pubblici soci di Seta, in primis Modena e Reggio, ci siamo sentiti ripetere che per il sostegno al lavoro c’erano solo 600mila euro, utilizzati per uniformare i buoni pasto nei bacini di Modena, Reggio e Piacenza. Briciole. Punto. Non un euro di più. Inoltre ci è stato sempre ribadito che l’“academy” di Seta sarebbe stata sufficiente per risolvere in loco la ormai cronica carenza di personale”, attaccano Dieci, Papaleo e Rinaldi.

PENALIZZATI GLI AUTISTI DELL’AZIENDA
Ora, magicamente, Seta apre i cordoni della borsa e, anziché investire sui propri autisti e sulla territorialità, si lancia in una spesa a favore di personale precario. Un fatto due volte grave. Primo: in questo modo l’azienda conferma, obtorto collo, che c’è una pesante mancanza di autisti, nonostante le note stampa rassicuranti con cui in questi giorni si è  provato ad indorare la pillola. Secondo problema: “Gli autisti gettonisti, come riporta la stampa, saranno accolti con un bonus economico, avranno a disposizione un alloggio e potranno contare rapidamente sul massimo dell’anzianità professionale. Parametro che da solo cuba circa 200 euro al mese. In sostanza, tutto quello che è stato negato agli autisti in forza a Seta ora viene garantito ai gettonisti, creando una discriminazione de facto, figure di serie A e serie B all’interno della stessa azienda. Se questi trattamenti di miglior favore sono la normalità per svolgere questo lavoro in maniera dignitosa, dovrebbero essere riconosciuti a tutti e costituirebbero un rimedio efficace alla continua fuga di personale qualificato dalla azienda”, osservano Cgil, Cisl E Uil.

COMUNE E PROVINCIA FACCIANO SENTIRE LA LORO VOCE                                      A maggior ragione, Dieci, Papaleo e Rinaldi chiedono urgentemente al Comune e alla Provincia di Modena di prendere posizione, “di far sentire la loro voce in qualità di soci pubblici di Seta e di favorire l’apertura di un confronto di merito per troppo tempo rimandato dall’azienda. Le nostre organizzazioni sindacali, dal canto loro intendono continuare la loro iniziativa che, come avevamo promesso, si trasformerà in mobilitazione e nella condivisione, coi lavoratori e le lavoratrici Seta, circa l’opportunità di un grande sciopero per fermare questa follia”.