Flessione pari a -1,7% delle esportazioni regionali nel secondo trimestre 2025. L’Emilia-Romagna realizza il 13,3% dell’export nazionale, seconda regione in Italia dopo la Lombardia. In decisa crescita le esportazioni agricole, +17,2%, quelle dell’industria alimentare, +9,1%, e la farmaceutica, +14,6%. Il 27% dell’export regionale è rappresentato da macchinari e apparecchiature, che hanno contenuto la tendenza negativa al -0,2%. In difficoltà i mezzi di trasporto -6,4% e il sistema moda -6,7%. In crescita le esportazioni verso la Germania, +1,8%, e la Spagna +5,3%, mentre è in rallentamento la Francia, -2,5%. -9,9% l’export diretto al mercato statunitense. Le vendite in Cina sono diminuite del -21%.

È quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi di Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat relativi alle esportazioni delle regioni italiane.

 

L’andamento complessivo

Tra aprile e giugno il valore dell’export emiliano-romagnolo ha subito una nuova flessione del -1,7% rispetto allo stesso periodo del 2024, che è risultata leggermente più ampia di quella subita nel trimestre precedente (era stata del -1,1%).

L’export è sceso a 21.623,6 milioni di euro, corrispondenti al 13,3% dell’export nazionale.

L’andamento negativo delle esportazioni regionali è stato in controtendenza rispetto a quello positivo del complesso dell’export nazionale che è invece aumentato, +1,1%, con risultati disomogenei nelle grandi regioni esportatrici.

Le esportazioni della Toscana sono di nuovo aumentate decisamente (+15,1%) e quelle della Lombardia hanno avuto un forte incremento (+4,5%). In rallentamento il Piemonte, -1,4%, e il Veneto, -1,5%.

 

I settori

Le esportazioni dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sono aumentate notevolmente (+17,2%), pari a quasi 310 milioni di euro, con un risultato decisamente migliore di quello ampiamente positivo dell’export agricolo nazionale che è salito del 12,6%.

Anche le vendite estere dell’industria alimentare e delle bevande hanno proseguito la forte tendenza alla crescita segnando +9,1%. Ora rappresentano l’11,6% del totale, pari a quasi 2.499 milioni di euro e hanno fornito il principale contributo positivo alla dinamica delle esportazioni regionali.

Le esportazioni delle industrie della moda hanno mantenuto la tendenza negativa diminuendo del -6,7%. Ora rappresentano l’8% del totale dell’export regionale, pari a poco più di 1.730 milioni di euro. Mentre l’industria tessile ha mantenuto un andamento sostanzialmente invariato (-0,1%), l’abbigliamento è diminuito del -6%, la pelletteria dell’11%. Anche l’andamento in ambito nazionale dell’export di prodotti della moda è risultato negativo, ma meno pesante (-2,4%) di quello regionale.

Sostanzialmente stabile l’export della piccola industria del legno e del mobile regionale (-0,1%).

Un contributo positivo alla dinamica dell’export regionale è venuto anche dall’ulteriore crescita delle esportazioni delle industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche (+2,1%). Ora rappresentano il 10,9% del totale, pari a poco più di 2.362 milioni di euro. L’andamento è stato determinato dal notevole incremento delle vendite estere dei prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+14,6%), a fronte della stasi dell’export degli articoli in gomma e materie plastiche (+0,1%) e di un contenuto arretramento delle vendite estere di prodotti chimici (-2,5%).

È stata più contenuta rispetto ai trimestri precedenti la tendenza negativa dell’industria della lavorazione di minerali non metalliferi, ovvero dei materiali edili, ceramica e vetro: con -0,8%, che ha fatto fermare l’export del settore a poco meno di 1.323 milioni di euro, pari al 6,1% del totale

Avviata già dall’ultimo trimestre del 2022, la fase discendente delle esportazioni dell’industria della metallurgia e dei prodotti in metallo, ovvero del settore della sub fornitura regionale, è proseguita aggravandosi anche nella primavera del 2025 del -6,9%. Ora rappresentano il 6% dell’export regionale pari a poco meno di 1.298 milioni di euro. Il risultato è stato determinato sia dalla nuova flessione delle vendite estere dei prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (-5,2%), sia dalla rapida caduta dell’export della metallurgia (-8,3%).

Si è aggravata la tendenza negativa delle vendite all’estero di apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura (-2,8%) che le ha fatte scendere a quasi 1.445 milioni di euro, pari al 6,7% dell’export regionale. Ad incidere la caduta, -8,2%, delle esportazioni di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi.

Decisamente contenuta la tendenza negativa avviata dall’inizio del 2024 delle vendite estere del fondamentale settore dei macchinari e apparecchiature: -0,2%, pari a poco meno di 5.891 milioni di euro, sono il 27,2% delle esportazioni regionali.

Le esportazioni di mezzi di trasporto hanno preso una tendenza negativa, già anticipata nell’ultimo trimestre dello scorso anno, ed hanno subito una sensibile flessione, -6,4%, che ha dato il più consistente contributo negativo all’andamento delle esportazioni regionali. Il valore dell’export è sceso a quasi 3.373 milioni di euro, che ne fanno, comunque, il secondo settore in termini di quota dell’export regionale (15,6%).

 

Le destinazioni

Le vendite dell’Emilia-Romagna dirette in Europa sono state pari al 64,7% del totale, cioè a 13.982 milioni di euro, e hanno confermato la recente tendenza lievemente positiva (+0,3%).

In recupero, +1,6%, le esportazioni verso la sola Unione europea a 27: sono salite a 11.499 milioni di euro, pari al 53,2% del totale. Quelle destinate ai soli mercati dell’area dell’euro hanno avuto lo stesso comportamento (+1,5%) e l’aumento le ha portate a 8.972 milioni di euro, ovvero al 41,5% del totale dell’export regionale.

In crescita le vendite in Germania, +1,8%, che con un valore di 2.643 milioni di euro, rappresentano il 12,2% del totale regionale. Buoni i risultati anche in Spagna, +5,3%, mentre è in rallentamento la Francia, -2,5%. Tra i mercati di sbocco “minori” dell’area nel trimestre si rileva la buona crescita sul mercato belga (+4,2%) e sul mercato greco (+3,7%).

Al di fuori dell’area dell’euro, ma sempre tra i paesi dell’Unione, da segnalare il buon andamento sul mercato polacco (+3,7%) e la nuova forte crescita del mercato romeno (+6,8%), che insieme valgono il 5,6%. Forte calo delle esportazioni dirette verso il Regno Unito (-6,4%).

L’andamento complessivo negativo dell’export regionale è stato determinato da quello negli Stati Uniti e in Cina.

Le esportazioni emiliano-romagnole dirette sui mercati americani sono diminuite del -6,9%, scendendo a 3.609 milioni di euro, pari al 16,7%. Determinante il -9,9% sul mercato statunitense che lo ha riportato a 2.579 milioni di euro e all’11,9% delle esportazioni regionali. A questa variazione negativa si è contrapposto un recupero delle esportazioni sul “piccolo” mercato canadese (+2,8%).

In diminuzione le esportazioni rivolte al complesso dei mercati asiatici (-6,3%), a cui è indirizzato il 13,9% delle vendite all’estero regionali, pari a 3.017 milioni di euro.

Nelle principali aree dell’Asia si sono registrati andamenti contrapposti. Negli Emirati Arabi le vendite sono salite dell’11,5%. In India sono diminuite del -3,4%. Ma l’andamento sui mercati asiatici è stato determinato dal -10,4% dell’Asia orientale, dove le vendite verso Cina, Hong Kong e Macao sono crollate del 21,1%. In calo anche il Giappone, -6,1%.

Cresciute le vendite delle imprese emiliano-romagnole in Africa (+12%) e che le ha portate a 682 milioni di euro, pari al 3,2% del totale. In diminuzione l’export verso l’Oceania (-4,9%), determinato dal -8,8% sul mercato australiano.

Lo studio complessivo sul sito di Unioncamere Emilia-Romagna www.ucer.camcom.it