Nel pomeriggio del 3 ottobre, la Squadra Mobile di Modena ha eseguito l‘ordinanza cautelare di custodia in carcere, richiesta dalla Procura della Repubblica e emessa dal Tribunale locale, nei confronti di un ventenne italiano di origini marocchine gravemente indiziato per i reati di violenza sessuale pluriaggravata, rapina aggravata e lesioni gravi, avvenuti il 19 agosto scorso ai danni di una donna.
I fatti si sarebbero verificati mentre la vittima pedalava lungo il percorso “Vivi Natura” in località San Damaso, vicino alle Casse di espansione del fiume Panaro. Secondo quanto ricostruito, il giovane l’ha spintonata e aggredita, trascinandola in un luogo appartato e poco visibile. Lì le avrebbe legato mani e collo con una corda, costringendola a subire una brutale violenza sessuale. Successivamente, l’aggressore sarebbe fuggito portando con sé la bicicletta della donna, del valore di circa 4.500 euro, e abbandonando poche decine di metri dopo gli effetti personali della vittima, compreso il suo telefono cellulare.
La donna ha immediatamente richiesto aiuto al servizio 118 e al pronto intervento 112, entrando in contatto con la Polizia di Stato che è intervenuta sul posto con personale della Squadra Volante, Squadra Mobile e Polizia Scientifica locale. Dopo essere stata soccorsa e trasferita all‘ospedale più vicino per ricevere assistenza, la vittima ha sporto denuncia descrivendo accuratamente l’aggressore.
La descrizione fornita ha permesso agli specialisti di produrre un identikit del presunto colpevole. Attraverso un’attenta analisi delle celle telefoniche attive nella zona al momento dell’aggressione, si è individuata l’utenza cellulare dell‘indagato, risultata coerente con la sua presenza sul luogo del crimine. Basandosi sull‘identikit e sui dati dei tabulati telefonici raccolti, il 30 settembre la Procura della Repubblica ha disposto la perquisizione dell’abitazione del sospettato, accompagnata dal sequestro di beni e dal fotosegnalamento dell‘uomo. Durante la perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto la forcella della bicicletta rubata e gli indumenti indossati dall’indagato durante l’aggressione.
Inoltre, grazie alle informazioni fornite dallo stesso sospettato, è stato possibile recuperare il telaio della bicicletta in un canale situato a Castelfranco Emilia con il supporto dei Vigili del Fuoco di Modena. Gli oggetti sequestrati sono stati mostrati alla vittima negli uffici della Squadra Mobile; la donna ha riconosciuto senza alcun dubbio la forcella e il telaio come appartenenti alla propria bicicletta. Le impronte digitali dell‘indagato sono state analizzate dal Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Bologna e confrontate con quelle riscontrate su frammenti presenti sul cellulare e sugli occhiali appartenenti alla vittima. L’esito positivo ha confermato ulteriormente il coinvolgimento del giovane nell‘aggressione. Grazie alle prove raccolte, la Procura ha potuto procedere rapidamente con una richiesta cautelare al Giudice per le Indagini Preliminari.
Quest‘ultimo, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza e necessità cautelari espresse dal Pubblico Ministero, ha emesso l’ordinanza per la custodia in carcere. Nella stessa giornata del 3 ottobre, la Squadra Mobile di Modena ha eseguito il provvedimento associando l’indagato alla Casa Circondariale locale.