La difesa della sanità pubblica come garanzia democratica di tutela della salute, diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. La crisi climatica che, anche in Emilia-Romagna, ha dimostrato di non rappresentare un indefinito rischio per il futuro, ma un pericolo drammatico per il presente. La necessità di investire nella sicurezza del territorio, che ha messo in evidenza tutte le sue fragilità. E poi anche l’instabilità economica e dell’occupazione generata dalle guerre in corso e dalla nuova globalizzazione, ma anche gli scenari aperti dai dazi e dalla crisi energetica che ne derivano. E infine l’impoverimento del ceto medio e la difficoltà di molte famiglie ad accedere a beni primari, in primis la casa.

Sono le priorità dell’aggiornamento, alla luce dell’attualità socioeconomica del presente, messo a punto dalla Regione del ‘Patto per il Lavoro e il Clima’ sottoscritto nel 2020 da oltre 60 realtà emiliano-romagnole, tra cui enti locali, rappresentanze sindacali, d’impresa, dei professionisti e del terzo settore, Ufficio scolastico regionale, Atenei e Istituti di ricerca, Camere di commercio e banche.

Struttura e indice del documento sono stati condivisi, oggi a Bologna, nel corso di un incontro in Regione dalla Giunta regionale con i rappresentanti della società emiliano-romagnola.
Il documento, ancora in progress, sarà sottoposto alla valutazione e alle integrazioni dei firmatari con l’obiettivo di sottoscriverlo entro la fine del 2025.

Il nuovo Patto identifica le principali sfide che anche l’Emilia-Romagna, al pari e in alcuni casi più di altri sistemi territoriali, è chiamata da affrontare. Sfide che riguardano: il declino demografico, la crescita e la coesione; la nuova globalizzazione; le diseguaglianze; l’economia e l’innovazione sociale, i cambiamenti climatici, la transizione ecologica ed energetica nonché la transizione digitale, la sovranità tecnologica e la data valley.

Il rinnovato strumento, esperienza unica a livello nazionale, fissa la qualità delle relazioni tra istituzioni, rappresentanze economiche e sociali, sul reciproco riconoscimento del ruolo che ciascuno dei firmatari svolge nella società, sulla condivisione di obiettivi strategici e la conseguente assunzione di responsabilità.

Tra le novità quella di coinvolgere tutti i sottoscrittori sulle principali scelte da assumere con riferimento a tutte le politiche regionali, allargando però il terreno del confronto anche a nuove materie: dalla salute alla casa, dalla sicurezza del territorio fino all’integrazione dei migranti.

Superata l’esperienza del Pnrr, acquista una maggiore centralità la collocazione europea del sistema Emilia-Romagna: il nuovo documento si colloca nel dibattito sul futuro della Politica di coesione e della Politica agricola comune.

Il documento andrà ad aggiornare quello del 2020, conservandone in parte lo spirito e gli obiettivi generali, tra cui quello di generare nuovo sviluppo sostenibile e nuovo lavoro di qualità, accompagnando l’Emilia-Romagna nella transizione ecologica e digitale e riducendo le fratture economiche, sociali, ambientali e territoriali. Rimane prioritario l’obiettivo di delineare una strategia capace di superare il conflitto tra sviluppo e ambiente, valorizzando tutte le potenzialità e gli spazi che questo cambiamento offre al territorio e alle nuove generazioni.