Al via in questi giorni la prima tranche d’intervento al lago Santo, sui crinali di Pievepelago, nel Parco regionale dell’Alto Appennino Modenese, per la riduzione della presenza della pianta invasiva millefoglio d’acqua comune (Myriophyllum spicatum), che da un paio d’anni affiora visibilmente a pelo d’acqua su buona parte dello specchio d’acqua. L’intervento è realizzato a cura dell’Ente Parchi Emilia Centrale e si avvale di appositi mezzi anfibi della ditta specializzata Siai Group di Laveno-Mombello (Varese) che stanno estirpando e rimuovendo grandi quantitativi della pianta.
L’intervento fa parte del più ampio progetto “Rafforzamento della rete ecologica nell’ambito del sistema dei laghi, delle torbiere e dei corsi d’acqua dell’alto Appennino Modenese”, da oltre 1 milione di euro, finanziato al 90 per cento dalla Regione Emilia-Romagna, che prevede altri interventi sui laghi Baccio e Turchino, su torbiere e pozze temporanee dell’alto Appennino, in svolgimento nel 2026.
«Questo intervento di asportazione del millefoglio al lago Santo – dice l’ingegner Marco Monaci, progettista dell’intervento complessivo – è soltanto il primo. Esso verrà ripetuto anche nella primavera e nell’autunno del prossimo anno, con l’obiettivo di limitare la diffusione della pianta invasiva».
Occorre precisare che sul lago Santo l’attenzione dell’Ente Parchi è massima. «Negli ultimi due anni abbiamo lavorato intensamente per la soluzione del problema – dice Luciana Serri, presidente dell’Ente Parchi Emilia Centrale – partendo da un monitoraggio svolto in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma, dello stato trofico, floristico-vegetazionale ed ecologico del lago. Un anno fa è poi stato realizzato un intervento sperimentale con i mezzi anfibi che sono ora all’opera sulle acque del lago. Questo è un intervento importante che consentirà di salvaguardare senza alterazioni la vita acquatica, migliorando l’aspetto paesaggistico di questo lago, tra i più belli dell’intero Appennino».




