
“La situazione è sostanzialmente la stessa di mesi fa. Abbiamo meno bombe, che non significa assenza di bombe, ma non ci sono gli ospedali, non c’è cibo, l’acqua pulita è un bene prezioso. Per intenderci: nella nostra clinica non abbiamo le garze, stiamo tagliando in quattro quelle rimaste per farle durare di più. La situazione è ancora drammatica”.
È una testimonianza dura, lucida e preziosa, quella offerta da Giorgio Monti nella Sala Coperta della biblioteca Salaborsa. Storico dottore del Pronto Soccorso del Policlinico di Sant’Orsola e coordinatore medico della clinica EMERGENCY di Gaza, Monti ha partecipato questa mattina alla presentazione dei materiali (una bandiera e un totem) posizionati nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Non uno di più”, lanciata a metà settembre dallo stesso Policlinico e dall’Azienda USL di Bologna con il sostegno del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna. E, approfittando dell’occasione, ha rinnovato l’appello al dono: “Io la prossima settimana rientrerò nella Striscia. Il sostegno a chi lavora sul campo è l’unico modo per aiutare quei due milioni di disperati che ancora vivono lì”.
E di aiuto ce n’è ancora parecchio bisogno: “Gaza ha il primato mondiale per bambini amputati pro capite: ci sono oltre 4mila bambini amputati di almeno un arto, e non ci sono strutture riabilitative. Il 25% dei 180mila feriti ha delle sequele invalidanti e ha bisogno di supporto perché è a rischio vita. Il numero di disabili totali è di circa 60mila persone – continua Monti – Considerate che nella Striscia c’è una densità abitativa pari a 10 volte quella della Bolognina. Al momento non c’è una pace, ma una tregua guerreggiata: le bombe si sentono ancora quotidianamente, a volte anche nell’area umanitaria, e non si ha la più pallida idea di cosa succederà di qui a breve. Sento che si parla molto di ricostruzione, di futuro, ma vi riporto un dato. Secondo uno studio delle Nazioni Unite per ogni metro quadro di Gaza ci sono 170 chili di macerie: servirebbero sei mesi con 50 delle macchine più moderne che ci sono nel mondo, che a Gaza non ci sono. Quindi a Gaza serviranno dai 2 ai 20 anni per togliere le macerie, poi servirà ricostruire”.
La campagna di raccolta fondi “Non uno di più”: come si dona. Lanciata a metà settembre sulla scia della maratona di lettura dei nomi di 12mila bambini uccisi a Gaza e in Israele da ottobre 2023 a luglio 2025 (andata in scena in estate presso il sacrario di Monte Sole di Marzabotto per volere del Cardinale Matteo Maria Zuppi), in poche settimane la campagna di raccolta fondi ha già raccolto quasi 800 donazioni per un totale di oltre 41mila euro. Tutte le informazioni per donare sono disponibili sul sito dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola (www.aosp.bo.it) e dell’Azienda USL di Bologna (https://www.ausl.bologna.it/).
L’impegno di EMERGENCY nella striscia. Le strutture costruite dal team di EMERGENCY a Gaza offrono primo soccorso, stabilizzazione di emergenze medico-chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere, assistenza di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio. “Stiamo assistendo circa 500 persone al giorno, è un lavoro importante – continua Monti – abbiamo bisogno di sostegno”.
Gibertoni: Spero che il Natale porti tanta generosità. “Il dottor Monti è un figlio del Sant’Orsola e un nostro fratello: nel suo impegno c’è anche il cuore della nostra comunità – dichiara la direttrice generale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola Chiara Gibertoni – Questa iniziativa è stata accolta con grande generosità e io vorrei ricordare a tutti che si avvicina il Natale: in questa fase abbiamo bisogno di sobrietà, e spero che la campagna “Non uno di più” trovi una grande adesione proprio in coincidenza delle feste natalizie. È evidente dalle parole che ci ha detto il dottor Monti questa disparità enorme che c’è in termini di opportunità. Spero che il Natale porti tanta generosità e tanto interesse e attenzione su questo disastro umanitario e tanta energia per poter sostenere il lavoro che fa il dottor Monti e con lui tutta EMERGENCY”.
Clancy: fondamentale mantenere alta l’attenzione. La campagna “Non uno di più” è sostenuta anche dal Comune di Bologna. “La promozione dei diritti umani e la solidarietà internazionale sono valori fondamentali della nostra città – commenta la vicesindaca Emily Clancy – Per questo riteniamo fondamentale mantenere alta l’attenzione e sostenere questa causa. Uno degli aspetti più struggenti che ci raccontano i medici da Gaza è che si sono perse le competenze cliniche specialistiche. In più mancano i materiali di base, le garze, le medicazioni. È quindi nostro dovere dare visibilità a questa campagna, ringraziare gli operatori sul campo e cercare di fare in modo che la città ancora una volta si dimostri solidale”.
Meschi: Il minimo che possiamo fare è essere vicini a chi lavora sul campo. “Una poetessa morta nella striscia di Gaza ha detto che “non abbiamo neanche il tempo di un addio, abbiamo il tempo solo di un bacio sulla fronte” – sottolinea il direttore sanitario dell’Azienda USL di Bologna, Michele Meschi – Come in tutte le tragedie della storia dell’umanità, Gaza si può tradurre in un momento di speranza e di trionfo della vita se tutti quanti insieme proviamo a sostenere la testa alta dei nostri collaboratori, delle persone che vivono e lavorano in quella terra martoriata per cercare davvero di ridare dignità e vita. Dobbiamo essere vicini, non solo a parole ma in maniera concreta: è il minimo che possiamo fare a distanza”.




