“La Cucina italiana patrimonio Unesco è un grande risultato del nostro Paese, che ancora una volta mette in rilievo non solo qualità e la bontà dei nostri prodotti e dei nostri piatti ma il valore culturale della nostra cucina, che nasce nelle famiglie, diventa patrimonio delle comunità, si eleva a biglietto da visita internazionale grazie alle competenze e all’arte dei nostri chef e ristoratori, che ne sono interpreti in tutto il mondo”.

Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, sul riconoscimento della Cucina italiana che entra da oggi nei patrimoni culturali immateriali dell’umanità con voto unanime del Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a New Delhi, in India.

“L’Emilia-Romagna è protagonista di questo cammino, grazie alle sue 44 Dop e Igp: prodotti straordinari che ancora una volta mettono in luce la ricchezza enogastronomica del nostro territorio, le sue tradizioni, i produttori, le storie di cucina e di cibo- aggiunge Mammi-. Trovo sia un riconoscimento straordinario, ottenuto grazie all’impegno di tutti, a partire dagli agricoltori, poi da chi trasforma gli alimenti in piatti da gustare ovvero gli chef, e anche di Casa Artusi che da Forlimpopoli porta in tutto il mondo la cultura di Pellegrino Artusi, il padre della cucina italiana, e che ha contributo a costruire il valore e i contenuti di questo importante percorso”.

“Ora credo sia giusto che l’Italia valorizzi al meglio questo riconoscimento- chiude l’assessore-, tutelando i propri prodotti e i propri piatti, e allo stesso tempo promuovendoli in tutto il mondo, raccontando la storia e il valore delle imprese alimentari, dei consorzi, della ristorazione, del sistema enologico. La bellezza del nostro Paese si può raccontare al meglio e promuovere proprio attraverso il cibo”.

Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio

Così Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ha commentato: «Il riconoscimento UNESCO della cucina italiana è un successo straordinario che ci dota di un’arma in più per valorizzare nel mondo la nostra tradizione gastronomica e la vera cultura del cibo italiano. È un traguardo che premia il lavoro svolto e che può tradursi in nuove opportunità di sviluppo economico per l’intera filiera agroalimentare.

Questo riconoscimento nasce per custodire e tramandare un patrimonio culturale unico, e da oggi ci sprona a guardare avanti con ancora più determinazione. Il nostro sforzo dovrà concentrarsi sul garantire che ciò che arriva in tavola sia autenticamente italiano: servono tracciabilità sempre più solide, certificazioni chiare e una tutela rafforzata dei prodotti di qualità e delle nostre filiere.

Abbiamo una base più forte da cui partire e la responsabilità di trasformare questo prestigioso risultato in un ulteriore impulso alla qualità, all’identità e all’eccellenza della cucina italiana. Un ringraziamento va non solo al Ministro Lollobrigida, ma anche a tutte le istituzioni, le associazioni, le accademie e i rappresentanti del mondo agroalimentare e culturale che hanno contribuito con impegno a questo straordinario risultato, che appartiene a tutto il Paese».