Inaugura domani alle 18, a palazzo Casotti di Reggio Emilia, alla presenza dell’artista, e sarà visitabile fino al 7 novembre 2010 la mostra personale di Adriano Boni Prigionieri del tempo: 70 tra dipinti e incisioni, realizzati negli ultimi quarant’anni, di un appartato indagatore dei misteri di un mondo che è, insieme, fuori e dentro di noi. L’esposizione viene realizzata grazie alla collaborazione fra Provincia di Reggio Emilia, Palazzo Magnani, Comune di Reggio Emilia e Comune di San Pietro in Casale (Bologna), dove la mostra sarà presentata, al Museo Casa Frabboni, dal 18 dicembre 2010 al 16 gennaio 2011.
Sandro Parmiggiani è curatore della mostra e del catalogo, che contiene, oltre all’apparato iconografico, testi di Graziano Campanini e dello stesso Parmiggiani, alcune poesie inedite di Adriano Boni e brani dall’antologia critica.
“Che cosa scorre – scrive fra l’altro Parmiggiani – davanti ai nostri occhi nei dipinti e nelle incisioni di Adriano Boni? Pallide lune, pianeti silenti ma vibranti di accensioni luminose, nuvole ricurve, d’acqua e di ghiaccio, in navigazione nel cosmo; una terra aspra, arida di calanchi e di corrugazioni che paiono esito di un sommovimento tellurico e di un assestamento successivo, o forse lo specchio dei primi passi mossi dall’evoluzione del pianeta; alberi rinsecchiti come dopo un cataclisma epocale, o alternativamente piante floride che s’ergono su massi squadrati; rarissime persone chiamate a vigilare su quel mondo inospitale; terre, alberi e case mutevoli nella forma, in balia del vento che soffia; abitazioni che s’ergono come fortezze inespugnabili, senza varchi e senza finestre da cui prendere luce – ricordano, quelle squadrate costruzioni, certi progetti di edilizia carceraria nei tempi bui degli ‘anni di piombo’. E ancora: volti segnati da smorfie che li fanno assomigliare a pianeti misteriosi o a paesaggi in plastica mutazione, oppure a esiti di esperimenti, particolarmente sconvolgenti e dolorosi, simili a quelli che venivano messi in atto a metà dell’Ottocento da Duchenne de Boulogne, che provocava, e fotografava, la contrazione dei muscoli del volto, oppure alle immagini della tradizione popolare che rappresentano la luna o un pianeta come un volto arcigno o intento a farsi beffe degli abitanti terrestri che li stanno osservando – pensiamo a certa iconografia legata ai romanzi di Jules Verne (…) volti che paiono una rivisitazione angosciante sospesa tra Arcimboldo e Alberto Savinio, (…) agglomerati proliferanti che paiono riecheggiare certe visioni del cinema di fantascienza. Ovunque tutto respira metamorfosi, come se il mondo evocato da Boni fosse in preda a un’agitazione silenziosa (…) certe piante ci ricordano la dolce cultura visionaria di Leo Lionni in La botanica parallela. In termini pittorici, potremmo dire che Adriano innesta Klee e Ernst sulla prospettiva rinascimentale, senza dimenticare la cultura nordica dell’amatissimo Elsheimer e di Seghers”.
Nota biografica. Adriano Boni è nato a Modena nel 1939. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove poi è stato docente di Tecniche pittoriche. Pittore e incisore, ha tenuto numerose mostre personali e ha partecipato a varie esposizioni collettive; suoi lavori sono presenti in raccolte pubbliche e private. È anche autore di poesie e racconti.
Del suo lavoro hanno scritto, tra gli altri: F. Branca-Masa, F. Caroli, P.G. Castagnoli, G. Celli, C. Cerritelli, G. Cortenova, R. Daolio, E. Fezzi, M. Fiori, M. Fragonara, E. M. Henschel, A. Lui, R. Margonari, A. Parronchi, M. Pasquali, G. Pirazzini, R. Roversi, M.Scolaro, G. Serafini, D. Trento, S. Zanotto.
ADRIANO BONI, Prigionieri del tempo, Reggio Emilia – Palazzo Casotti (piazza Casotti) 22 ottobre – 7 novembre 2010
Orari di apertura: dal martedì al venerdì: dalle 16 alle 19; sabato e domenica: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Ingresso libero. Inaugurazione: venerdì 22 ottobre, ore 18 Informazioni: Palazzo Magnani tel. 0522 444408 www.palazzomagnani.it