Il coordinamento regionale dell’Associazione Donatori di Midollo Osseo (ADMO) da oggi ha sede presso l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, nei locali dell’ingresso 19BIS, piano terra. La nuova sede, che viene inaugurata oggi è stata ricavata all’interno dell’area dei laboratori del Servizio Immuno-Trasfusionale del Policlinico, diretto dal dottor Giuliano Montagnani.
La scelta è motivata dal ruolo chiave che il Servizio ha nel reclutamento e nella selezione dei candidati alla donazione, compito nel quale il Servizio è coadiuvato dai volontari ADMO. La leucemia, insieme ad altre neoplasie del sangue, è ancora frequente causa di decessi sia in età pediatrica sia per altre fasce d’età. Il trapianto di midollo osseo è oggi una delle terapie utili a debellare questo tipo di patologie. La compatibilità genetica necessaria per effettuare un trapianto di midollo osseo è molto rara: tra fratelli 1 su 4, fra i non consanguinei 1 su 100.000 circa. Per trovare i donatori compatibili con i pazienti che non ne hanno uno consanguineo, è necessario quindi avere un gran numero di donatori tipizzati, cioè donatori di cui siano già note le caratteristiche genetiche. Generalmente, un paziente in attesa di trapianto riesce reperire nel 25% dei casi un donatore compatibile in ambito famigliare. Del restante 75% solo il 55% riesce a reperire un donatore compatibile.
“Quando si parla di donazione di midollo – spiega il dottor Giuliano Montagnani –si intende sostanzialmente la donazione delle cellule staminali emopoietiche, contenute nel midollo osseo e in minima parte, nel sangue periferico e nel sangue placentare. Il donatore viene tipizzato per il sistema HLA mediante un normale prelievo di sangue, ciò serve a determinare la eventuale compatibilità con potenziali riceventi. I risultati vengono poi inseriti in una banca dati: il Registro internazionale dei Donatori di Midollo Osseo. Qualora si riscontri compatibilità con un paziente candidato a trapianto di M.O. il donatore viene chiamato per ulteriori esami e in quell’occasione darà il suo consenso definitivo. A quel punto vi sono due possibilità. È possibile prelevare il midollo osseo dalle ossa iliache, tramite aspirazione; questa operazione viene eseguita in anestesia generale. La seconda possibilità è quella di prelevare le cellule staminali dal sangue periferico attraverso una procedura che si chiama aferesi”. Ci si può iscrivere al registro donatori dai 18 e 40 anni e se ne esce a 55 anni. La donazione può essere svolta una sola volta nella vita salvo deroghe previste dalla legge.
ADMO Emilia – Romagna è nata nel 1991 e da allora ha svolto una fondamentale attività di sensibilizzazione alla donazione del midollo oltre a supportare la gestione burocratica delle richieste di donazione e le chiamate dei donatori. A Modena, da sempre, ADMO lavora in stretto contatto col Servizio Immuno-Trasfusionale del Policlinico, tanto che la nuova sede è ospitata proprio all’interno dell’area laboratoristica del servizio. ADMO svolge tutto il lavoro preparatorio di tipo burocratico a favore del donatore, mantiene aggiornate le liste dei donatori e si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica. “A Modena e nelle altre province della regione abbiamo svolto un significativo lavoro di sensibilizzazione soprattutto nelle scuole superiori dove un nostro volontario e un medico sono andati a spiegare l’importanza della donazione – dice Erio Bagni, Segretario regionale ADMO e componente di giunta di ADMO Federazione Italiana – E’ fondamentale puntare sui giovani e in questo l’Emilia Romagna e Modena sono decisamente all’avanguardia”.
L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è centro di riferimento provinciale per il trapianto di midollo, attività svolta nella Struttura Complessa di Ematologia diretta dal prof. Mario Luppi e presso la Struttura Complessa di Pediatria ad Indirizzo Oncoematologico, diretta dal prof. Paolo Paolucci “Sin dalla fine degli anni Cinquanta – ha spiegato il dottor Stefano Cencetti, direttore generale del Policlinico – a Modena la scuola di Edoardo Storti fu tra le prime a sperimentare il trapianto di midollo. Dal 1994 questa metodica è divenuta uno standard nel nostro Policlinico, nella cura di pazienti sottoposti a terapie immunosoppressive per curare patologie come le leucemie e i linfomi con risultati sempre più incoraggianti. Ovviamente la principale risorsa in questo campo sono i donatori. È fondamentale che le donazioni aumentino e per questo è importante il ruolo di sensibilizzazione svolto da associazioni come ADMO. L’Emilia-Romagna ha il grande merito di aver saputo costruire un sistema integrato in cui associazioni, ospedali pubblici e Regione, collaborano fattivamente alla sensibilizzazione, alla raccolta e alla gestione dei registri donatori”.
Con 320.000 donatori, l’Italia si colloca al quarto posto a livello mondiale, dietro a Regno Unito (381.838), Germania (2.881.150) e Stati Uniti (4.455.554). L’Emilia – Romagna si colloca primo posto come numero di donatori (39.715) e al terzo come percentuale di donatori sulla popolazione. Le donazioni di cellule staminali ematopoietiche effettuate in Emilia – Romagna sono state 203 (dati al 31.11.2010). Le nuove iscrizioni al registro donatori sono state, al 31.10.2010, 968 di cui 240 a Modena (25%) e quindi si pensa di poter raggiungere entro la fine dell’anno, l’obiettivo regionale di 1000 nuovi iscritti, dato che permette di compensare le fuoriuscite dal registro per raggiunti limiti di età. Significativo anche il dato dell’età dei nuovi iscritti: il 32,6% è tra i 18 e 25 anni, il 40,8% tra i 26 e i 35.
Per sensibilizzare la popolazione ADMO ha finanziato diverse iniziative di sensibilizzazione tra cui le più importanti sono AnDiaMO a Scuola destinato a tutti gli istituti tecnici superiori della Regione che ricevono la visita di professionisti e donatori che spiegano come funziona la donazione di midollo osseo e i suoi scopi, per aumentare la sensibilizzazione nei giovani. Sono state finanziate due borse di studio, una per un medico, una per un biologo, per l’attività Registro regionale dei donatori che ha sede presso l’Azienda Ospedaliero – Universitaria Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Da segnalare l’importante progetto all’avanguardia in Italia di Riqualificazione del Registro di Donatori di Midollo Osseo con il Sistema Maggiore di Istocompatibilità sostenuto da ADMO Emilia – Romagna. La proposta progettuale, che nasce dall’esigenza di aumentare il numero dei donatori effettivi di midollo osseo, si pone il fine di aumentare il numero di donatori tipizzati estesamente con l’ aggiunta dello studio di due loci fondamentali per lo studio della compatibilità (locus C e locus DRB1). La disponibilità di un numero di donatori iscritti al Registro Regionale e studiati estesamente per il Sistema Maggiore di Istocompatibilità favorisce la possibilità di trovare un numero superiore di potenziali donatori compatibili con tempi più rapidi.
È stato, infine, finanziato da ADMO e ASEOP il progetto Mamma 2 Volte che prevede la promozione della donazione altruistica del sangue del cordone ombelicale. Nell’arco del 2010 è stata completata la conservazione di quasi 4.000 sacche validate presso un’unica banca certificata secondo i criteri di qualità europei, che ha sede a Bologna. “Il sangue del cordone ombelicale – ha spiegato la dottoressa Lorenza Ridolfi, Direttore del Centro di Riferimento Trapianti della Regione Emilia – Romagna – è ricchissimo di cellule staminali emopoietiche (CSE), capaci di generare gli elementi corpuscolati del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), ricostituendo l’ematopoiesi, cioè la formazione delle cellule del sangue, nei soggetti ammalati di leucemia. L’aumento di donazione altruistica del sangue del cordone ombelicale è un ulteriore ausilio della donazione: solo nei primi mesi del 2010 sono state donate 1725 sacche di sangue. Fondamentale è stato il ruolo di sensibilizzazione delle gravide da parte dei Consultori e dei reparti di Ostetricia”.
Quando una mamma manifesta la volontà di donare il cordone ombelicale viene sottoposta a un colloquio e a un prelievo di sangue che ha lo scopo di escludere eventuali patologie che sconsiglino la donazione. Sei mesi dopo la donazione, viene svolto un secondo controllo e, se anche questo da esito negativo, il cordone ombelicale può essere stoccato ed a pieno titolo nel registro mondiale, con garanzie di qualità e sicurezza. Sono 29 i punti nascita in Emilia – Romagna che raccolgono sangue del cordone ombelicale, 24 ore al giorno 365 giorni all’anno. “E’ preferibile che il colloquio avvenga intorno alle 36° settimana di gravidanza. I professionisti dei consultori dell’Azienda USL di Modena sono attrezzati a dare tutte le informazioni per promuovere e indirizzare le donne candidate alla donazione presso il punto nascita di riferimento per il colloquio – ha spiegato Silvana Borsari, Direttore del Distretto Sanitario di Modena dell’Azienda USL di Modena e Responsabile dei Consultori Famigliari dell’Azienda USL di Modena – I materiali informativi sul progetto, a supporto dei messaggi verbali sono stati tradotti nelle lingue più frequenti della nostra popolazione immigrata. Le mamme straniere che hanno bisogno di informazioni specifiche possono richiedere di eseguire il colloquio in presenza di una mediatrice culturale”.
Il prelievo viene effettuato nei Punti Nascita della Provincia. “Al momento del parto – spiega il prof. Annibale Volpe, Direttore delle Struttura Complessa di Ostetricia – viene eseguito un prelievo di sangue materno per gli esami infettivologici. Il sangue viene raccolto dopo la recisione del cordone ombelicale, senza rischi, quindi per il neonato. Le sacche di sangue raccolte vengono poi analizzate, classificate e conservate nella “banca regionale del sangue cordonale” (presso il Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna) che provvede alla loro distribuzione a Centri trapianto nazionali e internazionali che facciano richiesta”.
E’ inoltre importante sottolineare come il mondo dello sport è sempre più vicino alle tematiche inerenti la salute. L’ADMO Emilia Romagna e la Squadra Nazionale di Pallavolo Maschile Over 50, capitanata da Franco Bertoli, hanno siglato un accordo secondo il quale la squadra italiana giocherà a livello nazionale e parteciperà ai prossimi europei di pallavolo over 50 vestendo la maglia con il logo di ADMO Emilia Romagna. I campioni dello sport si faranno ambasciatori della mission inerente la donazione di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche da sangue periferico e cordone ombelicale.