Questa mattina Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra hanno partecipato al presidio promosso dai Sindacati modenesi in ricordo dell’eccidio delle fonderie, quando il 9 gennaio del 1950 la Polizia uccise 6 operai e ne ferì 200 durante una manifestazione contro la serrata della fabbrica.
Ma questa commemorazione non è un giorno dedicato al passato. Guarda all’oggi, alla condizione dei lavoratori in piena crisi economica ed occupazionale, con un tasso di disoccupazione che cresce costantemente e che tra i giovani ha raggiunto la punta del 29%, ovvero un giovani su 3 non lavora!
La commemorazione guarda all’oggi, e ci racconta che i sacrifici che quei lavoratori hanno compiuto 61 anni fa per guadagnare diritti sindacali e tutele oggi vogliono essere di nuovo calpestati.
Diritti e tutele che oggi un attacco padronale senza precedenti vuole togliere con la scusa della crisi, con la scusa che la competizione mondiale obbliga alla compressione di salari e diritti.
Bene, di fronte a questa drammatica situazione economica e sociale non sono accettabili le ricette proposte dagli stessi che hanno causato la crisi e che pretendono di farla pagare ai lavoratori.
Oggi siamo di fronte al tentativo di demolire i contratti nazionali e di precarizzare integralmente il lavoro con l’aggravante di ricattare i lavoratori e obbligarli a scelte che ne ridurranno salari e diritti.
Abbiamo davanti a noi settimane cruciali per l’intero mondo del lavoro italiano, perché ciò che succederà in Fiat avrà ripercussioni per tutti i lavoratori.
Di fronte a questa situazione Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra hanno le idee molto chiare: diciamo NO al ricatto della Fiat, stiamo con i lavoratori e con la Fiom, chiediamo lo sciopero generale contro le politiche economiche del Governo e di Confindustria.
(Stefano Lugli, Segretario Federazione PRC Modena)