Il prelievo selettivo di alcune specie selvatiche, come noto, si rende necessario in presenza di un rapporto non equilibrato con le altre specie e con l’ambiente agricolo-forestale. Con il Piano faunistico del 2008, supportato da pareri scientifici e approvato all’unanimità, la Provincia ha definito per ciascuna specie gli obiettivi gestionali e le densità massime, prevedendo la sua conseguente attuazione.
Il capriolo è la specie per la quale disponiamo della maggior mole di dati conoscitivi, venendo annualmente sottoposta ad un accurato conteggio dei capi con la collaborazione di volontari delle associazioni ambientaliste delle guardie ecologiche. Gli atti della Provincia, inoltre, sono supportati da pareri dell’Istituto Protezione Ambiente e della Regione ed anche dal punto di vista sanitario, tutte le indagini svolte in collaborazione con l’Ausl e l’Istituto Zooprofilattico hanno escluso la presenza di patologie pericolose per la specie.
Per il Piano di prelievo di gennaio-febbraio 2011 non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di riduzione o revisione da parte di associazioni ambientaliste. Eventuali dati raccolti con metodi non approvati dall’Ispra, in ogni caso, non sarebbero ovviamente raffrontabili con quelli dei censimenti primaverili.
Ritengo inoltre sia giusto dare seguito agli impegni presi lo scorso anno con gli agricoltori, attuando quanto deciso attraverso un serio lavoro di confronto e condivisione con tutti i soggetti interessati, cooperazione che ci ha permesso di raggiungere buoni livelli di prelievo per i caprioli maschi nell’ultimo periodo estivo.
Ricordo, infine, che la competenza ad attuare i Piani di prelievo è degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) e delle aziende venatorie; la Provincia dà gli indirizzi su tempi, modi e limite massimo di prelievo, agli Atc spetta attuare i prelievi, se necessario con la dovuta gradualità, comunque entro il tetto massimo stabilito.
La Provincia di Reggio Emilia – come sempre – è disponibile a valutare ogni proposta che riguardi il capriolo, purché sia basata su presupposti scientificamente validi, sia condivisa da tutti i soggetti coinvolti nella gestione e vada nella direzione di tutela della specie, prevedendo una densità di animali in linea con il Piano faunistico.
(Alfredo Gennari, Assessore provinciale alle Attività venatorie)